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Consiglio provinciale Trento: via libera al sostegno all’informazione locale. Seduta conclusa con approvazione di due delle tre proposte di mozione

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Il Consiglio provinciale ha concluso giovedì in anticipo i lavori di questa sessione avendo esaurito l’esame dei punti all’ordine del giorno. Passa la mozione di Manica per evitare che nelle campagne in cui appare il logo del Trentino appaiano pubblicità del gioco d’azzardo. Sì anche alla proposta di Detomas di promuovere e sostenere la realizzazione dello Ski & Ice College. Respinta infine la mozione di Degasperi che chiedeva di valutare l’utilizzo e di misurare l’impatto delle sponsorizzazioni ai ritiri delle società sportive nel nostro territorio. Rossi: “queste risorse non sono contributi alle società sportive ma promuovono il nostro territorio”. Rinviata la mozione proposta da Fugatti contro l’accorpamento degli istituti scolastici di Avio e Ala ed esauriti tutti i punti all’ordine del giorno, il presidente Dorigatti ha chiuso con anticipo di alcune ore, i lavori di questa sessione del Consiglio provinciale

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Trento – Via libera all’unanimità dal Consiglio provinciale di Trento, al testo unificato dei disegni di legge di Civettini (Civica Trentina) e del presidente della Giunta Rossi che prevede interventi di promozione dell’informazione locale. L’aula ha inoltre approvato le prime due proposte di mozione all’ordine del giorno. 

Gilmozzi: sulla mobilità sostenibile scelta condivisa di discutere un disegno di legge proposto dalla Giunta.

Ad aprire la discussione è stato l’assessore ai trasporti Mauro Gilmozzi, che ha ringraziato il comitato promotore del disegno di legge di iniziativa popolare evidenziando il forte impegno conseguente assunto e profuso dalla Giunta per confrontarsi con i firmatari del testo e affrontare puntualmente il tema. Attraverso il dialogo con il comitato promotore si è arrivati a condividere molti obiettivi ricordati dall’assessore: riduzione della dipendenza dal petrolio; sviluppo di un sistema di trasporto sostenibile e integrato per il territorio; metodologia partecipata per la pianificazione di settore coinvolgendo i cittadini fin nella fase della definizione delle scelte, come pure in quelle dell’attuazione, del controllo e della verifica degli interventi anche attraverso il dibattito pubblico; utilizzo dei mezzi pubblici per la mobilità al 30% entro il 2010, al 35% entro il 2015 e al 40% entro il 2030; spostamenti casa-lavoro, individuazione del manager della mobilità in una logica di rete, potenziamento del Carsharing e del Carpooling. Questi punti condivisi – ha spiegato Gilmozzi – avrebbero dovuto essere trasferiti con emendamenti nel testo del ddl di iniziativa popolare. L’assessore ha messo in luce che si è però deciso di procedere diversamente a causa degli elementi sui quali l’accordo con il comitato promotore non è stato raggiunto. Il primo motivo di contrasto riguarda la parte finanziaria del ddl, che chiede la gratuità del servizio di trasporto pubblico e di riservare una cifra fissa del bilancio annuale della Provincia per effettuare investimenti a favore della mobilità sostenibile. In proposito la Giunta ha espresso forti perplessità e dopo approfondimenti avvenuti anche raccogliendo il parere di esperti attraverso un seminario è arrivata alla conclusione che la strada della gratuità non è percorribile. Altro punto di attrito: la governance del cosiddetto “osservatorio”, struttura finalizzata a garantire una corretta informazione sulla base di una raccolta di dati altrettanto credibile. La Giunta, ha spiegato Gilmozzi, non poteva accettare una governance formata da cittadini estratti a sorte dalle liste elettorali o da soggetti comunque non rappresentativi. Tuttavia l’assessore ha condiviso con la prima firmataria del ddl di iniziativa popolare, Antonella Valer, la scelta di individuare una procedura che permetta di valorizzare il positivo lavoro svolto insieme e in Commissione. Come? Raccogliendo in un disegno di lgge presentato dall’assessore Gilmozzi e già approvato dalla Giunta i numerosi punti condivisi con il comitato promotore del ddl di iniziativa popolare, al netto delle parti dove l’intesa non è stata trovata, relative alla gratuità e alla governance. L’assessore ha concluso preannunciando la scelta di discutere solo il disegno di legge da lui presentato e in fase di deposito presso la commissione consiliare competente.

Simoni: il Trentino attende da anni un sistema di mobilità decente.

Marino Simoni di Progetto Trentino ha osservato che il disegno di legge di iniziativa popolare dimostra che problema della mobilità sostenibile esiste. “Capisco – ha proseguito – che lo scoglio sia costituito dalla parte finanziaria, ma la questione è molto urgente e impone di individuare soluzioni innovative e adeguate, dal momento che anche le problematiche riguardanti i servizi sanitari e scolastici sul territorio sollecitano un nuovo modello di mobilità. L’auspicio è che con il ddl della Giunta si punti a promuovere un Trentino Green che utilizzi le nuove tecnologie e fonti energetiche diverse dagli idrocarburi. Simoni ha concluso augurandosi che il disegno di legge di Gilmozzi dia risposte all’esigenza di una mobilità decente che da anni la comunità trentina attende.

Borgonovo Re: si esamini il testo di iniziativa popolare per non vanificare il lavoro dei cittadini appropriandosi di una parte del testo.

Donata Borgonovo Re (Pd) ha invece preso posizione a sostegno dell’esame del disegno di legge di iniziativa popolare da emendare in aula. “Abbiamo in mano – ha ricordato – un’iniziativa di legge proveniente da un numero rilevante di cittadini firmatari che hanno sollevato un problema reale”. La consigliera non ha nascosto le sue “preoccupazioni” per aver appreso solo dai giornali la notizia del disegno di legge della Giunta, già approvato e “che utilizza a piene mani il materiale di lavoro messo a disposizione dal ddl di iniziativa popolare sul quale l’esecutivo e i promotori hanno lavorato a lungo nei mesi scorsi. Chi non ha invece lavorato a lungo – ha lamentato Borgonovo Re – è stata la commissione consiliare competente, nonostante le audizioni effettuate e il seminario che a fine ottobre ha aiutato a riflettere su alcuni punti controversi del ddl come la gratuità. La commissione non è però entrata nel merito del ddl né ha discusso i temi più importanti segnalati dall’assessore Giulmozzi, come quello del finanziamento del sistema di trasporto pubblico. Borgonovo Re si è detta quindi contraria all’ipotesi di discutere in aula solo del ddl della Giunta. In tal modo a suo avviso si metterebbe in ombra il gran lavoro svolto dai cittadini. Limitarsi a dire loro un “grazie” per le idee fornite per riservarsi di confezionare come Giunta un testo che utilizza la proposta di iniziativa popolare mettendoci sopra una targhetta, non rende giustizia all’impegno profuso dai cittadini. Iniziative di legge popolari come queste per Borgonovo Re vanno discusse dagli organi istituzionali per arrivare ad una decisione nel merito delle proposte avanzate. “Mi piacerebbe – ha concluso la consigliera – che di questo lavoro si arrivasse a predisporre un testo definitivo sul quale l’aula, con i necessari emendamenti, si confronti fino in fondo. Si tratta di riconoscere il diritto di parternità e maternità ad un testo che ha fortemente ispirato l’iniziativa legislativa della Giunta”.

Sospeso l’esame del disegno di legge di iniziativa popolare. Lavorando sul ddl di Gilmozzi la Terza Commissione coinvolgerà nuovamente il comitato promotore.

A questo punto il presidente Dorigatti ha sospeso i lavori convocando la conferenza dei capigruppo per decidere come procedere. Alla ripresa dei lavori Dorigatti ha riferito la scelta di proporre la sospensione dell’esame del disegno di legge di iniziativa popolare, mentre la Terza Commissione inizierà ad occuparsi del disegno di legge depositato dalla Giunta con la firma dell’assessore Gilmozzi. Dorigatti ha aggiunto di aver informato la prima firmataria, Antonella Valer, della volontà di coinvolgere nuovamente nei lavori della commissione il comitato promotore, per non arrivare a respingere oggi in aula il ddl di iniziativa popolare e giungere un testo condiviso.

Unanimità per il testo unificato dei ddl di Civettini e Rossi sulla promozione dell’informazione locale.

Il Consiglio ha poi discusso e approvato a pieni voti (29) il testo unificato “Interventi di promozione dell’informazione locale”, in cui sono confluiti i disegni di legge di Civettini di Civica Trentina e del presidente della Giunta Ugo Rossi.

Claudio Civettini ha illustrato il ddl di cui è primo firmatario evidenziando che “i sistemi di comunicazione si stanno evolvendo molto velocemente. Compito dell’ente pubblico è conseguentemente quello di darsi una finalità evitando di ridursi a bancomat di qualche editore. Ecco perché – ha proseguito – è importante un disegno di legge che metta un paletto occupazionale anche se senza entrare nel dettaglio dei meccanismi di natura squisitamente sindacale”. Civettini ha ricordato che le audizioni in commissione hanno permesso un confronto grazie alla quale si è arrivati ad un’intesa “favorita dal collega Passamani”grazie alla quale la legge promuove un cambiamento. La questione non è di piccola economia – ha concluso Civettini – ma un qualcosa in più in termini di risposte concrete che se sarebbe stato meglio dare prima”. Anche i siti internet degli organi di informazione cartacei – ha concluso Civettini – se non saranno la fotocopia del giornale tradizionale, potranno trarre benefici da questa nuova legge”.

Il presidente Rossi, secondo firmatario del testo unificato, ha ringraziato Civettini per il lavoro portato avanti assieme anche con il contributo del consigliere Passamani che ha coordinato il gruppo di lavoro che ha portato a questo disegno di legge condiviso. Questo ddl per Rossi “va nella direzione di contribuire con le risorse pubbliche non ad un’attività economica in quanto tale ma ad un aspetto che ha ache fare con la qualità della nostra democrazia e della nostra autonomia. Visto che in questo territorio vi è una forte vicinanza dei cittadini ai centri decisionali e amministrativi, è giusto che l’informazione in una logica di servizio pubblico assuma un valore ancor più importante. Questo è garantito da un patrimonio di esperienze e professionalità che hanno portato allo sviluppo di posti di lavoro e di professionalità specifiche. Il livello delle nostre emittenti è superiore alla media delle altre regioni italiani ed è quindi giusto che oggi esso trovi un riconoscimento normativo. Questo patrimonio oggi è tuttavia minato dalla crisi economica. Ecco perché il provvedimento punta anche a sostenere le emittenti purché osservino alcune condizioni precise e il cui mantenimento sarà da verificare. Sarà il Corecom a vigilare sull’applicazione della legge. Corecom che convocherà anche una conferenza annuale sull’informazione. La deliberazione attuativa prevede la riduzione dei contributi in relazione al minore impiego di personale rispetto a quanto indicato nella domanda di concessione del sostegno economico. Quanto alle dotazioni finanziarie la legge prevede all’articolo 9 un milione di euro all’anno per il 2016, 2017 e 2018. Rossi ha concluso sottolineando che rispetto all’evoluzione del settore dell’informazione locale, questo ddl è uno strumento che consente un riconoscimento del ruolo di queste aziende, di utilizzare risorse pubbliche per i soggetti che offrono questo servizio e di fronteggiare alcune criticità determinate dalla crisi. Rispondendo infine alle domande di un’interrogazione presentata dal consigliere Degasperi (M5s), Rossi ha evidenziato che le risorse rpeviste da questo ddl sono destinbate a chi fa un servizio pubblico di informazione indipendentemente dalle situazioni di crisi, per le quali esistono altre normative.

Rodolfo Borga (CT) ha condiviso il ddl proposto in primo luogo da Civettini, pur rilevando che questo testo non è fatto per sostenere delle imprese né per garantire dei posti di lavoro. Questo ddl sostiene un’informazione che incontra oggi non pochi problemi di sopravvivenza a livello locale e soprattutto per sostenere la professionalità e il pluralismo dell’informazione per cui verranno operati dei controlli sulle imprese che godranno di questi contributi. Un minimo di informazione, perché sia garantita richiede un minimo di personale. Si tratta di assicurare quindi che chi fa informazione lo faccia in modo professionale utilizzando personale in possesso di una qualifica e di garantire il pluralismo. Il problema del pluralismo dell’informazione infatti in Trentino esiste e laddove interviene la Provincia occorre assicurare che l’informazione sia plurale e qualificata. Per questo occorre il ricorso a professionisti e a personale qualificato per poter garantire un’informazione degna di questo nome.

Filippo Degasperi del M5s ha espresso qualche perplessità in merito a questo intervento legislativo. Sarebbe condivisibile se non si limitasse a sostenere alcune imprese e avesse un obiettivo più ampio. I dubbi riguardano come questo ddl viene recepito da chi potrebbe beneficiare di questo intervento. Si pensa infatti che questo intervento legislativo sarebbe necessario a seguito di una drastica riduzione degli incarichi affidati dall’ente pubblico. Senonché, stando ai dati raccolti da Degasperi, nell’ultimo triennio la riduzione delle commesse pubbliche è stata rilevante ma non tale da giustificare il taglio dell’occupazione in qualche caso anche consistente. I numeri forniti dal presidente Dorigatti vedono un aumento degli incarichi affidati alle emittenti locali dal Consiglio provinciale. I problemi di qualche impresa non sono legate quindi al calo dei contributi pubblici. Anche i costi per il personale sono già stati ridotti e adeguati alla riduzione dei ricavi delle emittenti. Non si giustifica quindi insistere a chiedere l’intervento pubblico per sopperire a questa involuzione. Apprezzabili sono invece per Degasperi gli obiettivi del ddl, a partire dalla volontà di promuovere il pluralismo. Oggi a Giunta e maggioranza sono riservati spazi informativi pari all’80% del totale. Si tratta allora di verificare se questo pluralismo si realizzerà visto che è ancora lontano dall’essere raggiunto. Condivisibile è anche il sostegno dell’occupazione, per accertare il mantenimento del quale il consigliere del M5s ha depositato un secondo ordine del giorno. Degasperi ha ricordato che il ministero dello sviluppo economico contribuisce con 200.000 all’informazione locale.

Claudio Cia (Misto) ha preannunciato il proprio voto favorevole al ddl e chiesto alcuni chiarimenti sui contributi condizionati al mantenimento dei livelli occupazionali del personale dipendente. Non si capisce se nella domanda per ottenere il contributo l’emittente è obbligata a conservare l’organico nella sua totalità, sia giornalisti che collaboratori.

Civettini ha risposto a Cia che il disegno di legge prevede che all’interno della concessione dei contributi vi sia una gradualità legata ai punteggi che evidenziano il mantenimento o meno del personale giornalistico o tecnico. “Nessuno dev’essere privilegiato perché questa non è una legge bancomat ma che premia anche chi intraprende un’attività editoriale”.

Via libera unanime a due ordini del giorno di Degasperi

Il consiglio ha approvato all’unanimità (28 voti) i due ordini del giorno collegati alla legge proposti da Filippo Degasperi (M5s). Con il primo, emendato sia nella premessa sia nel dispositivo con il presidente Rossi, la mozione impegna la Giunta a verificare che le imprese beneficiarie dei contributi assicurino il pluralismo dell’informazione e la diffusione di contenuti informativi di interesse locale attraverso adeguati ed equilibrati spazi di informazione per tutti i soggetti politici.

Con il secondo ordine del giorno di Degasperi, anche questo modificato e sottoscritto d’intesa con il presidente Rossi, il Consiglio impegna la Giunta a verificare la coerenza tra gli impegni occupazionali assunti dall’impresa beneficiaria dei contributi e la possibilità che il beneficiario possa assicurare il raggiungimento delle finalità previste dalla legge. organizzazione congruenza tra impegni occupazionali indicati nella domanda di contributo e possibilità da parte del beneficiario di assicurare il mantenimento dei livelli occupazionali del personale dipendente indicati nella domanda di concessione del contributo stesso.

Otto gli emendamenti agli articoli del ddl, tutti sottoscritti da Civettini e dal presidente Rossi e approvati all’unanimità.

Il consiglio ha poi iniziato l’esame delle proposte di mozione.

Sì alla lingua straniera per materie CLIL agli orali dell’esame di Stato.

Approvata all’unanimità dopo la sostituzione del dispositivo concordata con il presidente Rossi la mozione 482 proposta da Gianfranco Zanon di Progetto Trentino prevede di impegnare la Giunta ad intraprendere in relazione alla modifica in fase di definizione a livello nazionale una integrazione del regolamento che a partire dall’anno scolastico 2017-2018 consenta di svolgere la prova orale dell’esame di Stato nei licei linguistici in lingua straniera per le materie in CLIL.

Il presidente Rossi, pur condividendo in pieno l’obiettivo della mozione, perché la legge sulla scuola prevede questo tipo di esame, ha rilevato che il problema sta nella mancanza di un regolamento con cui costruire una modifica dell’esame d’intesa con il ministero competente, essendo la prova materia esclusiva dello Stato. Avviare ora questa trattativa con il ministero per ottenere una deroga non sarebbe opportuno a livello nazionale è in fase di revisione la disciplina sugli esami di Stato. A partire dall’anno scolastico 2017-2018 vi sarà infatti una riforma radicale che prevede tra l’altro anche la discussione in lingua dell’esame orale. Per questo Rossi ha ottenuto da Zanon modifica del dispositivo della mozione. Zanon si è rammaricato per il rischio che chi sosterrà l’esame il prossimo anno, se non avranno la fortuna di avere in commissione un docente di madre lingua straniera dovrà sostenere la prova orale in italiano.

Sviluppo dei servizi in materia di disturbi dello spettro autistico. Via libera alla mozione di De Godenz (UpT).

Approvata a pieni voti anche la mozione 485 proposta da Pietro De Godenz dell’UpT impegna la Giunta ad individuare i criteri di accreditamento per rendere esigibili i servizi previsti dalla legge, garantendo di implementare la formazione degli operatori sanitari specializzati in materia di ASD (disturbi dello spettro autistico), sostenere sul territorio i servizi semiresidenziali e residenziali, promuovere progetti anche di agricoltura sociale finalizzati all’inserimento lavorativo di soggetti adulti con disturbi dello spettro autistico, favorire un’informazione capillare e diretta delle famiglie relativamente alle opportunità attivabili nella nostra provincia per rispondere al bisogno di socializzazione dei minori.

L’assessore Zeni ha condiviso la mozione di De Godenz, perché Provincia e Apss stanno da tempo portando avanti azioni orientate in questa direzione e per il potenziamento del percorso diagnostico-terapeutico così da intervenire presto soprattutto con i bambini. Si prevedono percorsi individualizzati e la mobilitazione di tutta la rete dei soggetti coinvolti. D’accordo con la mozione si è espresso anche Claudio Cia (Misto), perché spesso le famiglie si trovano sole a gestire questo dramma.

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