Settembre è il mese della “settima arte”. In concomitanza con la 79ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia che si è conclusa in queste ore, a Los Angeles in California spegne una candelina l’Academy Museum of Motion Pictures. Finalmente Hollywood, la mecca del cinema, ha un’istituzione museale giovane e dinamica per custodire e promuovere il cinema in tutto il Mondo.
NordEst – «Viviamo in tempi mutevoli e in continua evoluzione, e ora più che mai abbiamo bisogno di riunirci per condividere le nostre storie, imparare gli uni dagli altri e legarci per essere intrattenuti e deliziati. Questo è ciò che fanno i film, e quindi siamo entusiasti di inaugurare un’istituzione così dinamica, diversa e accogliente dedicata a questa amata forma d’arte.
Los Angeles occupa una posizione preminente nel mondo del cinema, e noi abbiamo da lungo tempo desiderato, e meritato, un museo del cinema che faccia onore a questa reputazione. Desideriamo accogliere i visitatori di Los Angeles e di ogni dove in questo luogo che sicuramente sarà il più importante museo di cinema a livello globale.
L’Academy Museum unisce infatti la collezione cinematografica senza pari dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences – la più grande collezione relativa alla settima arte del mondo – alla competenza degli artisti più talentuosi del cinema, nostri membri dell’Academy. Le nostre mostre e il programma di inaugurazione raccontano le molteplici e belle storie di cinema – la tecnologia, gli artisti, così come l’impatto sociale del nostro passato e del nostro presente – senza tralasciare i punti di vista critici che non possono che arricchire il nostro futuro. Sono profondamente grato all’intera squadra dell’Academy Museum e a tutti i nostri partner che hanno lavorato con tanta dedizione e integrità per costruire questa nuova istituzione, per Los Angeles e per il mondo».
Con queste parole lo scorso 30 settembre l’allora direttore e presidente dell’Academy Museum of Motion Pictures (attuale CEO dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences) ha dato avvio alla cerimonia di inaugurazione del nuovo Academy Museum of Motion Pictures di Los Angeles.
Dedicato alla storia, alla scienza e all’influenza culturale del cinema, l’Academy Museum è il primo e il più grande del suo genere negli Stati Uniti. Il campus di 28000 metri quadrati si erge maestoso all’angolo tra Fairfax Avenue e Wilshire Boulevard a Los Angeles in California. Da questa posizione strategica è pronto ad accogliere visitatori da tutto il mondo proponendo loro mostre, proiezioni, collezioni inclusive e accessibili e programmi che illuminano il passato, il presente e il futuro del cinema.
L’edificio, un tempo grande magazzino della May Company, che era un po’ “La Rinascente” dei californiani, poi ribattezzato Saban Building, risale alla fine degli anni Trenta e rappresenta un fiero esempio del cosiddetto “Streamline Moderne”, ovvero quello stile architettonico di derivazione Art Déco che richiama per forme ed elementi il mondo navale.
La velocità del cambiamento che è tipica del cinema (scienza, arte e tecnica, la definisce l’Academy) qui viene assecondata. Quand’ero ragazzo io, nelle sale cinematografiche c’erano ancora le ballerine da avanspettacolo e il pianista che suonava dal vivo. Lo dico per ricordare quante stagioni ha conosciuto il cinema, quanto si è reinventato non solo negli ultimi cento, ma anche negli ultimi vent’anni. L’Academy Museum ha 16 proiettori per seguire tutte le metamorfosi tecnologiche già note, dal cinema muto al tridimensionale: altre ne verranno, e questo edificio ha la flessibilità per accoglierle.
Superati gli anni Ottanta, ogni tanto mi succede di fermarmi a guardare indietro, e ho ancora negli occhi la meraviglia della prima volta in cui mi sono avvicinato ad altre forme di arte. Tutti i miei edifici incontrano il tema della rappresentazione, della semantica. Fin dalla sua nascita l’architettura è stata simbolica. Cimentarsi con un ritratto del cinema è affascinante, perché il suo dialogo con l’architettura è costante: registi, maestri della fotografia, architetti, siamo tutti impegnati a giocare con il rapporto tra luci e ombre. Nell’Academy Museum il movimento continuo dalla luce all’ombra è illustrato anche dai ponti che collegano lo “Sphere Building” con l’edificio preesistente della May Company che ospiterà tante esposizioni».
Un lungo percorso dove è possibile esplorare l’evoluzione della settima arte attraverso aree realizzate in collaborazione con premi Oscar quali Spike Lee, Pedro Almodóvar, la compositrice Hildur Guonadottir e il sound designer Ben Burtt. In questo modo i visitatori sono aiutati ad approfondire lavori, passioni e influenze di questi grandi artisti. La “George Lucas Family Foundation” ha abbracciato la missione educativa del Museo offrendo una sovvenzione che garantisca per sempre l’ingresso gratuito ai visitatori di età pari o inferiore ai 17 anni.
Allo stesso piano è collocata “The Path to Cinema: Highlights from the Richard Balzer Collection”, una mostra che indaga sulle fondamenta del cinema con un assortimento di oggetti precursori delle moderne tecnologie di proiezione, come lanterne magiche, zootropi, camere oscure e il primo proiettore cinématographe Lumière.
L’Academy Museum ha già annunciato che nel 2022 è il turno di una nuova mostra temporanea intitolata “Regeneration: Black Cinema 1898–1971”, sugli artisti e la cultura visiva del cinema nero in America e le sue molteplici espressioni, dai suoi primi passi al movimento per i diritti civili ed oltre. Infine, in un museo come questo non poteva mancare una vera e propria esperienza cinematografica. Per questo, all’interno sono presenti due sale con tecnologie allo stato dell’arte che consentono di proiettare film in ogni formato mai realizzato: il David Geffen Theater (1.000 posti) e il Ted Mann Theater (288 posti). Al loro interno, nel corso dell’anno si svolgeranno proiezioni, retrospettive e panel secondo un programma ben definito di carattere formativo».
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