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Colonia, Zaia commenta: “Scontro di civiltà fra immigrazione e un Paese che accoglie”

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“Rifletta chi, vaneggiando di integrazione, spedisce sul territorio migliaia di sconosciuti senza capacita’ di controllo”

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Venezia – “Per la prima volta a Colonia abbiamo assistito, su scala organizzata e operativa, al primo vero scontro di civiltà fra immigrazione e un Paese che accoglie generosamente. E’ il concretizzarsi di quanto sostengo da tempo: il multiculturalismo è un vagheggiamento destinato a fallire. Abbiamo visto infatti, sulla pelle di decine di donne tedesche, occidentali o di qualsiasi altra etnìa, quale connotazione sopraffattoria definisca il rapporto fra giovani uomini provenienti da certe parti del mondo e l’universo femminile. Abbiamo visto la violenza dispiegarsi nella sua ‘quotidianità’ senza bisogno di armi, attentati, sparatorie, morti, sangue, Isis o Al Qaeda. Ed è proprio questo che mi inquieta e che dovrebbe inquietare chi ci governa, e chi sta dilettantisticamente governando flussi di immigrazione che vanno da 50 mila a 200 mila arrivi l’anno sui nostri territori. Non ho sentito repliche, in queste ore, salvo qualche funzionario spedito di fronte ai media a dire che da noi non potrebbe accadere perché noi controlliamo bene e meglio dei tedeschi”. Il Presidente del Veneto, Luca Zaia, torna sul tema delle violenze consumate da un migliaio di immigrati sulle donne di Colonia l’ultima notte dell’anno.

“Vorrei replicare a questi servitori fedeli di uno Stato che li manda in guerra e per le strade senza armi e benzina, senza uomini e mezzi, che soltanto in Veneto, stando agli ultimi dati forniti ai nostri servizi regionali, abbiamo 11 mila immigrati ‘transitati’ – riprende Zaia – Traduco per i non addetti ai lavori: transitati significa gente che è arrivata, non è stata neppure identificata, e ha fatto perdere le sue tracce. Gli ottimisti del governo e dell’accoglienza indiscriminata dicono, scrollando le spalle, che questi fantasmi hanno proseguito per i paesi del nord Europa. A noi, che frequentiamo tutti i giorni città, paesi, strade e quartieri e parliamo con la gente, resta vivo il sospetto che molti di questi fantasmi siano ancora qui, nei nostri territori, senza che nessuna autorità lo sappia né li controlli. Se qualcuno viene pizzicato, leggi colabrodo non consentono ai magistrati di sbatterlo in galera gettando la chiave o di rispedirlo al suo paese. E il tizio se ne torna a fare il fantasma in giro per il Veneto”.

“Si tratta di una gestione dell’immigrazione demenziale, che dà origine a violenze ed episodi di microcriminalità, questo ormai non lo contesta più nessuno – aggiunge il Presidente – Una gestione che fa male a quei profughi che scappano realmente da guerra e carestie desiderosi soltanto di riscattarsi e farsi una nuova vita, stesso pensiero ed aspirazione che ebbero milioni di emigrati veneti che fuggivano anche loro da fame e privazioni”.

“Visto che ormai anche i fautori dell’accoglienza, i buonisti ipocriti del presunto virtuoso scambio e confronto di culture, pronti a chiedere agli altri di aprire la porta al bisognoso purché la loro di porta resti ben chiusa, sono costretti a tacere per l’evidente gravità di quanto accaduto a Colonia, sarà bene ripensare alla difesa strenua dei nostri confini. Un Paese che si rispetti, i propri confini li difende!”

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