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Ciclopista della Val Brenta: sì, ma nel rispetto di un ambiente unico

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Associazioni e comitati di cittadini presentano alternative sostenibili

ciclopista

NordEst – È in corso di realizzazione il progetto per la costruzione della ciclopista del Brenta, che interessa i comuni di Enego, Valstagna, Campolongo, Bassano del Grappa, Solagna e Pove del Grappa. Fino a Enego (Cornale) la ciclopista esiste già, ora il progetto è di realizzare il prolungamento verso sud; da Valstagna a Campese corre sulla dx Brenta, dopodiché vi sarà un salto e il percorso riprenderà sulla sinistra del Brenta a Solagna per proseguire verso Pove del Grappa utilizzando il sentiero pedonale attualmente presente e da lì in avanti si congiungerebbe con Bassano del Grappa.

LE CONSEGUENZE. In alcune zone, come nel tratto che va da Solagna a Bassano, i lavori comporteranno lo stravolgimento di un ambiente naturale splendido percorso ogni anno a piedi da decine di migliaia di persone.Non meno importante l’impatto sulla fauna selvatica di grande interesse che nelle vicinanze del fiume trova l’ambiente ideale (tra l’altro rientra nella Direttiva “Habitat” 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche) citiamo solo alcune delle specie presenti: i nidificanti come il martin pescatore, il merlo acquaiolo e ilpipistrello di Savi, anfibi come la rana di Lataste, specie migranti come lo sparviero euroasiatico, lo svasso maggiore o il falco cuculo, ma molte altre specie animali sia di terra che d’acqua risentirebbero di uno stravolgimento ambientale così forte e si troverebbero a perdere i propri riferimenti.

Il periodo di cantiere apporterebbe un disturbo significativo alle popolazioni faunistichepresenti: l’accesso di ruspe e macchinari, l’abbattimento di alberi (anche esemplari vetusti) per esigenze di cantiere, l’impatto sonoro e luminoso, i gas di scarico e la produzione di rifiuti di cantiere porteranno un’impossibilità nella riproduzione delle specie nidificanti, ed il conseguente abbandono dell’area, con scarsissime possibilità di ritorno in tempi brevi; molti esemplari infatti, se costretti all’abbandono dell’area, muoiono.

Una volta ultimato il cantiere, la ciclopedonale costituirà una netta discontinuità longitudinale nell’ambiente ripariale, limitando notevolmente gli spostamenti di molti animali nell’accesso all’acqua. Sul tratto ciclabile è prevista la pavimentazione in asfalto, la conseguente impermeabilizzazione del terreno dovuta all’uso dell’asfalto potrebbe portare a fenomeni di erosione del suolo, particolarmente problematici laddove la pista corra sulla sommità arginale. E’ fuori luogo utilizzare questo materiale per “valorizzare” l’ambiente, mentre sarebbe preferibile pavimentare usando lo stabilizzato.
Nello studio di fattibilità redatto da professionisti vengono messe in luce alcune criticità di non poco conto, per esempio il clima rigido in periodo invernale che metterà a dura prova i materiali scelti, e il fattore della vegetazione composta da erbe, arbusti e alberi che crescono molto velocemente. Se non viene costantemente controllata la presenza degli arbusti, in breve tempo questi intaccano le strutture realizzate, facendo lievitare i costi di gestione per la manutenzione. In alcuni tratti il percorso attualmente presente, non è più largo di 1 metro e mezzo mentre il percorso in progetto prevede una pista ciclabile a 2 corsie asfaltate ognuna avente larghezza di 1,5 metri, un percorso per i pedoni largo 1,5 metri per un minimo totale di 4,50 m di larghezza, (senza nessuna separazione fra le due piste), questo significherebbe fare degli interventi di adeguamento che devasterebbero un tratto di circa 2 Km (dalla zona “Tinello” a Solagna all’altezza dell’istituto agrario di Pove) dal punto di vista paesaggistico/naturalistico ancora integro e molto bello. Infatti sarà necessario sradicare molta vegetazione per far posto ai 4,50 m di larghezza della pista che si intende realizzare, ai quali vanno aggiunti ulteriori metri per opere accessorie e di consolidamento, il che vorrebbe dire distruggere il percorso sterrato e alterare l’ambiente circostante (con tutto ciò che lo caratterizza) tanto amato sia dalle persone locali che dai turisti che ogni anno lo percorrono, tanto da essersi guadagnato un posto come Luogo del cuore dal F.A.I.

LE PROPOSTE ALTERNATIVE.  Le scriventi Associazioni unitamente al comitato “Salviamo il Sentiero del Brenta” intendono far presente alle amministrazioni comunali interessate dal progetto che le alternative sostenibili ci sono come, ad esempio, partendo da v. Sega a Solagna deviare, con il percorso ciclabile, sulla sinistra attraverso il campo per portarsi al limite dei campi stessi (sopra la masiera) che costeggiano il sentiero attualmente presente fino al congiungimento con v. Boschi nel comune di Pove d/Gr. per proseguire nelle strade interne già presenti fino a giungere ai confini del comune di Bassano d/Gr., questo permetterebbe sia di creare una pista ciclabile sia di mantenere il sentiero sterrato attualmente presente tanto amato dai pedoni quanto dagli amanti della mountain bike proprio per le sue caratteristiche di ambiente allo stato “selvaggio”.

Determinante sarebbe la valorizzazione dei due percorsi da una parte quello dedicato ai cicloamatori della domenica e dei lunghi percorsi, dall’altra quello pedonale sistemando e mettendo in sicurezza i pochi passaggi un po’ più difficoltosi, migliorando gli accessi al fiume, introducendo cartellonistica didattica riguardante l’ambiente, la fauna e la flora caratteristiche della vallata, richiami qua e là alla storia della valle delle montagne circostanti del fiume stesso. Di non minore importanza considerare di investire su aree di sosta tanto per i pedoni quanto per i ciclisti disponendo panchine, cestini per i rifiuti posti all’inizio e alla fine del percorso e tavoli lungo i due percorsi. Il tutto creerebbe un valore aggiunto di grande bellezza e quindi un importante volano turistico ed economico che accontenterebbe tutti, chi non vuole perdere la sovvenzione, i cicloamatori ma anche gli amanti della mountain bike e le migliaia di persone che ogni anno percorrono a piedi un sentiero posto in un contesto unico.

Comitato “Salviamo il Sentiero del Brenta”, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus – Veneto, Lega per l’Abolizione della Caccia – Sez. di Vicenza 

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