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Cavedago, ancora una carcassa di orso. Animalisti: “In meno di due mesi, troppi”, altri avvistamenti. JJ4, Romania più vicina

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La carcassa di un orso è stata segnalata da una escursionista nei boschi di Cavedago. Sul caso JJ4 avanza possibile trasferimento in Romania. Altri avvistamenti vicino alle case


Cavedago (Trento) – Del recupero si è occupato nella mattinata di sabato il personale del Corpo forestale trentino – precisa la Provincia – si tratta di un plantigrado maschio, presumibilmente ‘subadulto’, morto da alcuni giorni. La carcassa sarà consegnata all’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, che condurrà i necessari accertamenti, anche per stabilire l’identità dell’animale. Non trova invece riscontro – prcisa la Provincia in una nota – la notizia circolata sul web, circa l’aggressione di un cane da parte di un orso. Quest’ultimo è stato segnalato dall’abbaio dell’animale domestico all’esterno di un’abitazione a Dimaro, ma non c’è stato contatto alcuno.

Animalisti chiedono accesso agli atti

“Oggi (sabato ndr) in Trentino, nei pressi di Cavedago – tra Andalo e Fai della Paganella – è stata rinvenuta una carcassa di un orso bruno. Troppi per non far pensare ad una responsabilità umana quale causa dei decessi – sottolineano gli avvocati Rosaria Loprete e Giada Bernardi – difensori della Leal Odv e della Zampe che danno una mano Odv – anche questa volta, come fatto per gli altri esemplari, rinvenuti deceduti, nel pomeriggio di sabato abbiamo presentato istanza di accesso agli atti relativamente alla documentazione afferente il ritrovamento dell’animale unitamente alla richiesta di poter partecipare all’autopsia tramite il CTP Dott.ssa Cristina Marchetti, proseguono gli avvocati Loprete e Bernardi. Non è, infatti, sostenibile che i troppi orsi morti siano una mera causalità e non presentino connessioni con le note vicende che interessano da mesi i plantigradi JJ4 e MJ5.”

Il trasferimento di JJ4 in Romania

“Il ‘Libearty Sanctuary’ di Zarnesti, in Romania, è “un’ottima struttura”, adatta ad ospitare JJ4, l’orsa imprigionata al Casteller e condannata a morte per aver aggredito il giovane Andrea Papi, e “può servire da modello” per l’oasi-rifugio destinata ad accogliere orsi confidenti e problematici che l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente (Leidaa) e dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la Tutela dell’ambiente, propone di costruire in Trentino. “In prospettiva – afferma la deputata – gli orsi del Trentino, anche se confidenti e problematici, dovrebbero restare dove sono nati. Se questo non sarà possibile per JJ4, abbiamo comunque pronta la soluzione di Zarnesti”.

La conferma dell’elevata qualità della struttura e della sussistenza delle condizioni di sicurezza anche durante il trasporto viene dal dottor Rainer Schneider, direttore sanitario del CRAS “Stella del Nord” di Leidaa, esperto di grandi carnivori, incaricato dalle tre associazioni che hanno ottenuto la sospensione dell’abbattimento di JJ4 – Leidaa, Oipa ed Enpa – di effettuare un sopralluogo nella struttura romena, dove propongono, eventualmente, di spostare l’ orsa e di redigere una relazione che sarà acclusa agli atti del processo amministrativo e trasmessa all’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la Tutela dell’ambiente.

La proposta di trasferimento è stata concordata ai primi di maggio da Oipa con l’associazione Millions of friends, che gestisce il rifugio “Libearty”, subito trasmessa al Ministero dell’Ambiente e, come allegato al ricorso comune con Enpa e Leidaa, al Tar di Trento, poiché altre strutture ipotizzate non risultavano idonee. Nei giorni scorsi l’accordo definitivo tra l’on. Brambilla e la responsabile della struttura, Cristina Lapis: in caso di trasferimento, il santuario provvederà a trasportare JJ4 con un proprio mezzo adatto allo scopo. Leidaa, Oipa ed Enpa sosterranno tutte le spese. Il trasferimento potrà essere effettuato subito.

“Vorrei dare a questa orsa il nome Speranza – ha detto Cristina Lapis – perché sia la speranza per tutti gli orsi del trentino, che dovrebbero vivere liberi. Al presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, vorrei dire che l’orsa non è di sua proprietà e che in Italia la pena di morte non esiste più. Esistono invece – continua – leggi europee che tutelano gli orsi ed il trentino deve rispettarle. Sono lieta dell’accordo con LeidaaOipa ed Enpa: aiuteremo insieme un’orsa che non merita di essere uccisa”.

La visita a Zarnesti è servita anche ad un altro scopo. Le associazioni Enpa, Leidaa e Oipa, infatti, intendono presentare alle autorità anche il progetto di un’ampia oasi-rifugio per orsi confidenti o problematici da realizzare nella provincia di Trento, con il supporto economico di un gruppo di imprenditori disposto ad investire. Allo scopo l’esperienza del santuario romeno nella gestione degli orsi e la consulenza di chi lo dirige potranno rivelarsi molto preziosi.

“Il Libearty – afferma l’on. Brambilla – è un’ottima destinazione, ma altri orsi del Trentino inviati all’estero non vivono in buone condizioni. Da italiani amanti degli animali vorremmo che gli orsi rimanessero dove sono nati, sotto il controllo dei nostri esperti di prim’ordine, protetti dalle nostre leggi e dalle normative internazionali di cui l’Italia garantisce il rispetto. Auspichiamo quindi che il Tribunale amministrativo e la Provincia ci lascino il tempo di completare il progetto e di trasferire JJ4 nella nuova struttura. L’orsa potrebbe restare qualche tempo al Casteller, dove altri plantigradi hanno trascorso anni. Se questo non sarà possibile, abbiamo comunque trovato una soluzione immediatamente percorribile: il santuario di Zarnesti, che offre ottime condizioni di benessere e sicurezza”.

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