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Bollettino epidemiologico delle Dolomiti: una panoramica sullo stato di salute della provincia di Belluno (SFOGLIA ONLINE)

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Con il “Bollettino Epidemiologico delle Dolomiti”, il Dipartimento di Prevenzione dell’Aulss 1 Dolomiti ha voluto redigere, a beneficio di chi si occupa di salute e prevenzione, dei decisori politici locali, nonché della cittadinanza in generale, uno strumento di informazione a tutto campo

Il direttore generale Ulss 1 Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno

 

Belluno – I dati demografici e di mortalità, elaborati col supporto del Servizio Epidemiologico Regionale e Registri di Azienda Zero, hanno evidenziato una tendenza in costante calo per quanto riguarda il numero di residenti nel territorio dolomitico, con un’età media ed un indice di vecchiaia più alti rispetto ai corrispettivi dati relativi all’intero Veneto. Anche la speranza di vita, pur essendo aumentata costantemente nel corso degli ultimi tre decenni, si attesta su valori lievemente inferiori per gli uomini (80,7 anni) e le donne (85,1 anni) bellunesi rispetto al resto dei veneti (rispettivamente 81,4 gli uomini ed 85,8 le donne).

Ciò trova conferma nel dato di mortalità generale, più elevato nei cittadini bellunesi di ambo i sessi, rispetto a quello relativo ai coetanei veneti. Analizzando le specifiche cause di morte, alcune presentano in effetti tassi d’incidenza superiori in provincia di Belluno rispetto al resto della regione: è il caso delle malattie respiratorie e delle cause esterne violente per entrambi i sessi, e delle malattie dell’apparato digerente negli uomini. L’incidenza di tumori è invece stabile negli anni nel genere femminile ed in calo in quello maschile.

Al momento della redazione del Bollettino, inoltre, erano disponibili i dati di mortalità generale del primo semestre 2020, intuitivamente riconducibili almeno in buona parte alla pandemia di covid-19: fino a giugno 2020 il Bellunese ha avuto una “performance” decisamente superiore al resto della regione, con un numero di decessi addirittura lievemente inferiore (-2%) rispetto alla media relativa allo stesso periodo del triennio precedente, nonostante un vistoso picco di decessi fra marzo ed aprile 2020. Va purtroppo precisato che i dati aggiornati alla seconda ondata pandemica autunnale, forniti in questi giorni da Azienda Zero, hanno riportato anche nel nostro territorio, al pari del resto del Veneto, un consistente aumento del numero di soggetti deceduti nell’autunno 2020 rispetto alla media dello stesso periodo nel triennio precedente.

Le due ondate pandemiche, primaverile ed autunnale, di covid-19, hanno infatti interessato il territorio delle Dolomiti con andamento parallelo al resto del Veneto e dell’Italia, con interessamento precipuo, sia in termini di numero assoluto di casi che di tassi d’incidenza, di alcune specifiche aree della provincia: è questo il caso, ad esempio, di Cadore e Comelico, con particolare riferimento alla seconda ondata.

Il Bollettino riporta inoltre i dati relativi alle notifiche di altre malattie infettive ed alle coperture vaccinali (pienamente confortanti per quanto attiene soprattutto alla vaccinazione contro morbillo-parotite-rosolia dell’infanzia, >95%).

Anche gli screening oncologici hanno un’adesione del tutto soddisfacente in Ulss 1 (analoga o superiore al resto del Veneto), nonostante sia d’obbligo una menzione alle sospensioni nel corso del 2020 dovute all’emergenza covid-19, i cui recuperi costituiscono un’importante sfida per l’Azienda Sanitaria nell’immediato futuro.

Il numero di infortuni sul lavoro, mortali e non, si è mantenuto costante nel corso dell’ultimo decennio. Le sospette malattie professionali segnalate nel 2019 sono state 120, di cui oltre l’80% riferite al sistema muscolo-scheletrico.

In seno all’igiene degli alimenti e della nutrizione sono stati condotti diversi interventi di vigilanza alimentare nelle aziende, di campionamento di funghi ed altri alimenti e nel commercio ed utilizzo di fitosanitari. Sono stati condotti interventi di sensibilizzazione e promozione di una corretta alimentazione soprattutto nelle scuole e nelle ristorazioni collettive. I campionamenti delle acque destinate al consumo umano ne rilevano un’alta qualità, con solo rari ritrovamenti di Escherichia coli e qualche fenomeno di torbidità ed inquinamento microbiologico legato alla tempesta Vaia del 2018.

I servizi veterinari, infine, pur avendo sospeso parte della loro attività per prestare aiuto nell’emergenza covid-19, hanno proseguito, fra le altre attività, i sopralluoghi su aziende ed allevamenti: nel 2020 si sono registrati due focolai di salmonellosi (uno nei cani ed uno nei conigli) ed uno di peste americana delle api.

Sfoglia il bollettino nr. 0

 

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