NordEst

Aquileia, al via restauro del mosaico del “Buon pastore”

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Sono cominciate le operazioni di pulitura e consolidamento del mosaico del Buon Pastore di Aquileia. Lo annuncia la fondazione Aquileia, che specifica che l’opera si trova nell’area nord del fondo Cal. Messo in luce da Giovanni Brusin negli anni ’50, il mosaico del Buon Pastore, insieme a quelli della Basilica, e’ uno dei piu’ noti e meglio conservati pavimenti di Aquileia. Il pavimento necessita di un radicale intervento di pulitura a causa delle patine superficiali dovute all’affioramento dell’umidita’.
  
L’emblema del Buon Pastore di Aquileia appartiene al mosaico pavimentale della basilica paleocristiana eretta in questa città nel 4°-5°secolo d.C.Esso rappresenta un pastore che tiene nella mano destra una siringa e ha sulle spalle una pecora, mentre un’altra é ai suoi piedi.Molto interessante é la presenza della siringa, uno strumento musicale che, nella mitologia classica, era uno degli ordinari attributi di Pan, dio dei pastori e delle greggi, e di Orfeo, personaggio mitico che, con la musica della sua siringa incantava e addomesticava le bestie. La rappresentazione di tal elemento fa comprendere un aspetto importante dell’iconografia cristiana: l’attribuzione di significati nuovi ad immagini preesistenti nella cultura romano – pagana.
 
Nel caso del Buon Pastore di Aquileia l’immagine richiama il concetto cristiano di filantropia, l’amore cioè‚ verso il prossimo e il pastore è la rappresentazione allegorica di Cristo, vestito umilmente con una tunica corta e con una pecora sulle spalle, gesto che indica l’affetto e l’amore verso le proprie pecore, ovvero verso i propri fedeli.
 
Ciò che caratterizza questa raffigurazione è l’assoluta mancanza di sfondo e l’assenza di una dimensione storica. Quest’iconografia si stacca, infatti, dal naturalismo, e si carica di motivi simbolici rappresentando i valori cristiani come assoluti. L’immagine, infatti è priva sia di una dimensione spaziale (i piedi del Pastore non toccano terra, manca uno sfondo prospettico) sia di una dimensione temporale (non c’è azione, tutto è fermo).
 
Il Pastore è costruito secondo un modello greco – apollineo: sbarbato, e semplicemente vestito. Più tardi prevarrà il modello giudaico con una figura barbuta e riccamente vestita, spesso con una croce fra le mani al posto del vincastro.
 
 
 
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