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Baviera, crollo alle urne per Csu e Spd: boom dei Verdi

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E’ disfatta per gli alleati della Merkel: la Csu scivola al 37,3%, l’Spd precipita al 9,5%, i Verdi sfondano al 17,8, i Freie Waehler conquistano l’11,6%, l’ultradestra di Afd conquista il 10,7%

Berlino (Germania) – Terremoto elettorale in Baviera, dove i cristiano-sociali di Horst Seehofer perdono la maggioranza assoluta, crollando al 37,3%. Sfondano i Verdi, che diventano la seconda forza del Land, mentre è drammatico il tonfo per i socialdemocratici, spodestati proprio dagli ecologisti. Anche nel sud della Germania infine avanza l’ultradestra, con l’ingresso nel parlamento regionale di Alternative fuer Deutschland, che conquista sì le due cifre ma non i risultati clamorosi che sperava.Questo terremoto politico locale propagherà le sue onde anche a Berlino e si temono effetti sulla politica federale. Per valutare la tenuta della Grosse Koalition occorrerà comunque aspettare le amministrative in Assia, il 28 ottobre, fra due domeniche.

Persi sul terreno oltre 10 punti rispetto al 2013 (quando il partito svettava al 47,7%), Markus Soeder, candidato presidente della Csu, ha comunque rivendicato il diritto al governo: “Non è una giornata facile e abbiamo avuto un risultato doloroso. Ma una cosa è chiara: non solo siamo il partito più forte, ma abbiamo anche un chiaro mandato a governare”. Soeder ha anche annunciato di “voler parlare con tutti i partiti, ma non con l’Afd”.

Stando alle proiezioni pubblicate in serata da Ard, la Csu potrebbe formare un esecutivo con i Verdi, che trionfano col 17,8% (+9,2 rispetto al 2013), ma forse anche con i Freie Waehler, politicamente più affini e fra i vincitori della serata con l’11,6% (+2,6). L’analisi sul voto vede una linea bipartisan: a penalizzare i grandi partiti nazionalpopolari sono state “le liti a Berlino, lo stile sbagliato, i toni”, come affermato dalla segretaria della Cdu Annegret Kramp-Karrembauer.

Opinione condivisa dai socialdemocratici di Andrea Nahles, sotto pressione dopo aver visto il consenso dimezzarsi e precipitare sotto la soglia psicologica del 10 (al 9,5%): “Si deve cambiare”, ha detto facendo riferimento al clima bellicoso della Grosse Koalition. Lo stesso Soeder non ha fatto mistero di pensarla così. Gli sconfitti puntano il dito quindi, senza nominarlo, contro un evidente responsabile: il bellicoso Seehofer, che ha trascinato il governo ben due volte in crisi negli ultimi mesi, facendo perdere la faccia a tutti, a Monaco e a Berlino. Lui però, il ministro dell’Interno, non sembra disposto a mollare: “afflitto” dal risultato (“quando c’ero io qui era diverso”) Seehofer ha promesso che si tireranno “le necessarie conseguenze”, ma ha anche affermato di voler “naturalmente portare avanti la sua responsabilità”. La morte politica di questo anziano leader, pronto a resistere, non si annuncia facile.

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