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Alpi italiane: condizioni ottimali per lo sci. Crisi sugli Appennini: almeno 50 milioni danni da carenza neve

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Gli assessori delle regioni alpine italiane, con delega agli impianti di risalita, si sono confrontati relativamente all’attuale contesto turistico invernale. Ammontano almeno a 50 milioni di euro i danni “diretti” delle attività legate alla montagna che le cinque regioni coinvolte nella crisi dovuta alla mancanza di neve sugli Appennini

NordEst – Archiviate con la piena soddisfazione degli operatori le festività di Natale e Capodanno è emersa unanime tra gli amministratori la fiducia per il prosieguo di una stagione invernale finalmente senza alcun tipo di restrizioni e iniziata sotto i migliori auspici. “La sciabilità – così l’assessore a turismo e sport del Trentino Roberto Failoni – è pienamente garantita sull’arco alpino italiano grazie alle ultime nevicate importanti e al calo delle temperature che favorisce il lavoro di preparazione delle piste. Questo quanto condiviso nel confronto con gli assessori competenti delle altre regioni e Province autonome, nel quale è stata espressa anche soddisfazione per il positivo avvio di stagione e fiducia per le prossime settimane e mesi. Nel nostro caso, in Trentino, possiamo sottolineare che si scia bene, in sicurezza e con una qualità della neve ottimale”.

Da tutti è stato infatti sottolineato come il prodotto alpino italiano sia oggi nelle condizioni ambientali ottimali per offrire una vacanza legata allo sci di qualità. Grazie, infatti, alle nevicate di metà dicembre e all’ottimo lavoro svolto dagli addetti delle società funiviarie nella preparazione delle piste, le temperature sopra la media stagionale registrate nelle scorse settimane non hanno compromesso le condizioni di sciabilità dei comprensori dell’arco alpino italiano. Inoltre le recenti nevicate e il successivo calo delle temperature, in queste ore, garantiscono la possibilità, di produrre al meglio neve programmata e migliorare ulteriormente il fondo delle piste anche nella prospettiva dei futuri mesi di febbraio e marzo, che stanno già facendo registrare un’interessante richiesta a livello di prenotazioni, sia da parte del mercato italiano che internazionale.

Le regioni alpine italiane pongono inoltre all’attenzione del governo, nel complesso dei temi per lo sviluppo dei territori montani, gli interventi per i bacini per l’innevamento artificiale, che risultano fondamentali per assicurare la continuità e lo sviluppo del turismo invernale nelle località interessate. Bacini che rivestono in generale quattro funzioni. Oltre all’innevamento delle piste da sci infatti sono importanti per il turismo estivo, quale valore aggiunto al paesaggio, per l’agricoltura e per la disponibilità di acqua negli interventi di antincendio.

Critica la situazione sugli Appennini

Ammontano almeno a 50 milioni di euro i danni “diretti” delle attività legate alla montagna che le cinque regioni coinvolte nella crisi dovuta alla mancanza di neve sugli Appennini lamentano al tavolo organizzato dalla ministra Daniela Santanchè con le regioni e le categorie di settore. “Ma potrebbero addirittura triplicare se verranno considerati anche i danni indiretti”, spiega il presidente della Toscana Eugenio Giani.

Il governo “darà risposte entro breve, 2-3 settimane”, perché “il tempo è una categoria per gli imprenditori fondamentale: perdere tempo vuol dir fare chiudere aziende e far perdere posti di lavoro”, ha assicurato Santanchè. “Ci hanno parlato di 50 milioni, ma ho chiesto alle Regioni singolarmente di fare delle stime precise, perché i danni potrebbero essere maggiori”, ha, appunto, spiegato la ministra”.

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