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Allevatori trentini: dall’emergenza, al latte fresco, fino ai predatori: il punto con il vice presidente della Federazione Broch (AUDIO)

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La zootecnia italiana che produce latte sta vivendo un periodo difficile. Cala del 50% anche lo spaccio di via delle Bettine a Trento, ma altre sono le problematiche per il settore. Abbiamo fatto il punto con il vice presidente della Federazione provinciale Allevatori, Giacomo Broch

Trento – In molte aree del paese – le aziende agricole sono le uniche che riescono a resistere e a mantenere un presidio territoriale determinante. La loro sopravvivenza è legata alla qualità del prodotto che ha caratteristiche peculiari tali che difficilmente altre tipologie di aziende riuscirebbero a fornire.

La preannunciata possibilità di aumentare la data di scadenza del consumo da 6 a 12 giorni, secondo le associazioni degli Agricoltori, andrebbe a sconvolgere il prodotto, le sue caratteristiche, la sua storia e la sua economicità.

Nel momento in cui la data del consumo aumenterà, i grandi gruppi industriali, che adesso devono rivolgersi alle aziende locali per rispettare le tempistiche molto stringenti, potranno tranquillamente rifornirsi da aziende estere che possono vendere il prodotto ad un prezzo molto più basso. Le conseguenza sarebbero quindi devastanti per tutte le aziende zootecniche nazionali, ma particolarmente per quelle delle aree interne e montane.

Le preoccupazioni degli Allevatori: tracollo dei freschi e prezzi ridotti. Calo del 50% nello spaccio di Trento

Si assiste ad un netto calo di consumi di latte e di tutti i freschi, ma sicuramente questo è influenzato dalla situazione attuale e soprattutto è legato al crollo delle vendite nel canale Horeca (così come per molte altre produzioni).

La preoccupazione delle associazioni Agricoltori Italiani del Trentino è condivisa anche a livello nazionale.

La Federazione provinciale degli Allevatori del Trentino spiega però con il suo vice presidente, Giacomo Broch – che è anche presidente degli Allevatori di Primiero Vanoi Mis –, quali sono le altre emergenze in Trentino.

Dalla manodopera, alle predazioni, fino all’incertezza sul futuro di turismo e grandi eventi. In particolare sugli attacchi dei lupi, viene chiesto un intervento urgente della Provincia.

Ascolta il vice presidente della Federazione Allevatori, Giacomo Broch (AUDIO)

La Provincia rassicura gli allevatori

“Se la Giunta provinciale finora non è intervenuta pubblicamente in relazione alla partita della scadenza del latte fresco, non significa che fino ad oggi è rimasta inerte.Sappiamo bene che questa proposta danneggerebbe le produzioni trentine, già messe a dura prova dal Covid-19. Il tema è stato posto anche all’interno del Gruppo tecnico di lavoro del comparto agricolo, istituito nelle scorse settimane per affrontare la situazione legata alla pandemia. Inoltre vi è un costante contatto con la delegazione parlamentare – prova ne è l’interrogazione sul tema presentata negli scorsi giorni – ed un dialogo in corso con il Ministro Bellanova. Il lavoro, anche se dietro le quinte, è continuo, e stiamo ponendo la massima attenzione alle dinamiche non solo interne ma anche nazionali e internazionali. Non lasceremo soli i produttori trentini, garanzia di qualità e presidio fondamentale del territorio”: così l’assessore all’Agricoltura Giulia Zanotelli e il vicepresidente della Provincia autonoma Mario Tonina, con competenza alla cooperazione, in merito alla proposta, avanzata da un grande gruppo nazionale del settore lattiero-caseario, di allungare la scadenza del latte fresco, dagli attuali 6 giorni a 10.

Latte fresco: la Provincia non lascia soli i produttori trentini

L’appello di Confesercenti del Trentino

Si unisce a quello degli Agricoltori, a tutelare le piccole aziende. E’ di questi giorni l’allarme sulla possibilità di aumentare la data di scadenza del latte fresco da 6 a 12 giorni. Una modifica legislativa che andrebbe a sconvolgere il prodotto, le sue caratteristiche, la sua storia e soprattutto l’economicità di un comparto costituito, soprattutto in Trentino, da aziende dove la zootecnia ha un ruolo di presidio. Il comparto è composto da piccoli imprenditori di montagna che riescono a resistere e a garantire anche grandi eccellenze di prodotti di malga e alpeggi. Ora, prolungare la data di scadenza del latte fresco e del latte fieno significa svincolare i grandi gruppi industriali dal rivolgersi alle aziende locali per rispettare tempistiche che oggi sono stringenti. Significa svilire il lavoro di centinaia piccoli imprenditori che con tenacia e con passione offrono un prodotto di qualità e territorialità. E non importa che appartengano al settore zootecnico o del commercio, piuttosto che dei servizi o turistico. Le nostre piccole aziende sono presidi territoriali di tradizioni e autenticità. Il “made in Trentino”, il consumo locale e di qualità parte proprio da qui. Confesercenti del Trentino rinnova l’appello: “Facciamo girare l’economia locale” e propone un intervento solidale. Per incentivare il consumo di latte fresco, in questo momento così penalizzato dal freno ai consumi causato da covid 19, si potrebbe proporre anche una consegna “porta a porta” di latte fresco a coloro che ne fanno richiesta, o ancora pensare a un sostegno economico per quei produttori cosi danneggiati dalla riduzione dei consumi.

In breve

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