NordEst

Addio a Cossiga, Presidente “scomodo” e “picconatore”

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Le notize aggiornata da: La Nuova Sardegna

Cossiga, l’addio nella chiesa di San Giuseppe
Sulla bara il tricolore e la bandiera con i 4 mori

francesco cossiga I funerali di Francesco Cossiga alle 10,30 a Sassari, nella chiesa di San Giuseppe. A Roma, nella chiesa di San Carlo al Corso, una funzione religiosa, in forma strettamente privata; presenti i figli di Cossiga, Giuseppe e Anna Maria, i parenti e gli amici più cari.

Francesco Cossiga:il ritratto dal Tg2 ore 13.00 – martedì 17 agosto 2010 Rai.tv


L'ultima picconata di Cossiga: quattro lettere ed esequie private
L’addio e le polemiche – Quattro lettere riservate e personali e un funerale in forma strettamente privata sono la sua ultima ‘picconata’. Se ne va senza esequie di Stato il presidente emerito Francesco Cossiga che nel suo testamento ha lasciato precise disposizioni per il funerale, preferendo la chiesetta di Cheremule, un paese del sassarese – o forse, il luogo non è ancora stato deciso, San Giuseppe a Sassari – alla complessa scenografia della cerimonia di Stato.

Niente corazzieri ad accompagnare il feretro, niente picchetti d’onore ‘ufficiali’ all’ingresso e all’uscita dalla chiesa, niente parterre con tutte le più alte cariche dello Stato. A restare, però, è il mistero, accompagnato da una sottile vena di ironia che ha sempre contraddistinto il senatore a vita: Cossiga se ne va lasciando lettere a Giorgio Napolitano, Renato Schifani, Gianfranco Fini, Silvio Berlusconi.

Nel pomeriggio vengono diffuse le lettere a Napolitano e ai presidente delle Camere, tutte datate 18 settembre 2007. Napolitano, dunque, era già presidente da poco più di un anno, ma sugli scranni più alti di Montecitorio e Palazzo Madama c’erano Fausto Bertinotti e Franco Marini e non Gianfranco Fini e Renato Schifani. Le lettere, consegnate al segretario del Senato, sono state inviate dopo la scomparsa di Cossiga. Quella per Napolitano è stata inviata a Castelporziano dove si trova il presidente per un periodo di riposo e poi pubblicata sul sito internet del Quirinale.

Il Capo dello Stato ha ricordato il suo predecessore come "combattivo protagonista di stagioni tra le più intense e drammatiche della nostra storia nazionale". Nella lettera a Napolitano Cossiga rammenta il suo settennato: "Fu per me un grande onore – scrive – servire immeritatamente e con tanta modestia ma con animo religioso, con sincera passione civile e con dedizione assoluta lo Stato italiano e la nostra Patria nell’ufficio di Presidente della Repubblica". Cossiga si congeda da Napolitano sottolineando che il presidente è "Capo dello Stato e rappresentante dell’unità nazionale" e augurandogli una "lunga missione al servizio dell’amato popolo italiano". Nella missiva a Schifani Cossiga chiede esequie "del tutto private, con esclusione di ogni pubblica onoranza e senza la partecipazione di alcuna autorità" e ricorda ancora che "fu per me un onore grande servire la Repubblica, a cui sempre sono stato fedele".

Quanto a Silvio Berlusconi il suo portavoce Paolo Bonaiuti ha tagliato corto dicendo di "non azzardare ipotesi" sui contenuti della lettera. Nella lettera al presidente della Camera Cossiga spiega che "fu per me un grandissimo e distinto privilegio far parte del Parlamento nazionale e servire in esso il Popolo, sovrano della nostra Repubblica. Professo la mia fede repubblicana e democratica, da liberaldemocratico, cristianodemocratico, autonomista-riformista per uno Stato costituzionale e di diritto". La camera ardente verrà aperta all’Ospedale Gemelli domani dalle 10 alle 18, i funerali in Sardegna potrebbero essere giovedì in una modalità raccolta e privata profondamente diversa dalla cerimonia prevista da una legge del 1987 per le esequie di Stato. L’ultimo presidente emerito ad averle fu Giovanni Leone, il 12 novembre 2001, con un’orazione ufficiale tenuta dall’allora presidente del Senato Marcello Pera. Sandro Pertini, invece, preferì la forma privata.

L’addio a NordEst – Il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, appresa la triste notizia della morte di Francesco Cossiga, ha inviato un telegramma alla figlia del Presidente Emerito, Anna Maria, esprimendo il più profondo cordoglio di tutto il Veneto per la perdita di un “grande uomo democratico, uno dei cristiani autentici della politica italiana”.

“In tanti decenni di attività – sottolinea Zaia – il Presidente Cossiga è riuscito a rappresentare il sentimento di tutto il popolo, con un’arguzia, un’intelligenza e una profondità di pensiero che ha lasciato un segno profondo nella politica nazionale”.

“Indimenticabili – ha aggiunto Zaia – i giorni veneti del Presidente Emerito che decise proprio dal Cansiglio di avviare una nuova stagione per le Istituzioni della Repubblica. Cossiga ha lanciato la sfida alle Istituzioni di popolarsi di spiriti liberi e di sentimenti forti, in grado di progettare e di guidare i popoli per la via ardua della libertà”.

Il saluto del Trentino –
Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, si unisce, anche a nome della Giunta provinciale, al cordoglio di tutto il Paese per la scomparsa di Francesco Cossiga. "E’ stato uno dei più eminenti uomini della storia d’Italia", commenta il presidente Dellai, che ricorda di averlo conosciuto personalmente assieme agli amici di allora, subito dopo le dimissioni rassegnate a seguito del rapimento di Aldo Moro.

"Lo abbiamo accolto come Giovani Dc – prosegue il presidente Lorenzo Dellai – allorquando Cossiga sosteneva la candidatura di Mauro Betta. Già allora mi colpì la sua grande umanità, oltre che il suo elevato senso dello Stato. Devo anche ricordare, peraltro, come Cossiga fosse un profondo conoscitore della nostra Autonomia speciale, di cui si fece in più occasioni strenuo difensore, ben comprendendo quanto fosse importante che uno Stato lungimirante rispettasse le peculiarità che caratterizzano l’autogoverno del nostro territorio".

Durnwalder: "Era un amico" – "Un amico della nostra autonomia, con il quale avevo un ottimo rapporto personale": così il presidente della Provincia Luis Durnwalder ricorda l’ex premier ed ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, deceduto oggi (17 agosto) all’età di 82 anni. "In tutti i ruoli istituzionali che ha ricoperto – sottolinea Durnwalder – Cossiga ha sempre avuto un occhio di riguardo per la nostra terra".

L’ultimo incontro a Palazzo Widmann: il presidente Durnwalder con l’ex Presidente della Repubblica Cossiga nell’agosto 2008 (Foto: USP/Pertl)L’ultimo incontro a Palazzo Widmann: il presidente Durnwalder con l’ex Presidente della Repubblica Cossiga nell’agosto 2008 (Foto: USP/Pertl)

L’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga è stato uno dei principali interlocutori della Provincia soprattutto nel periodo in cui si è trovato l’accordo tra Roma e Bolzano che ha dato la spinta fondamentale allo sviluppo dell’Autonomia. "Negli anni ’70 e ’80 – ricorda Luis Durnwalder – quando sono state poste le basi per il modello di autonomia che ha reso possibile la pacifica convivenza fra i gruppi linguistici in Alto Adige, Cossiga è stato prima Ministro degli Interni e poi Presidente del Consiglio. Anche grazie al suo impegno sono state varate norme di attuazione cruciali per la nostra autonomia, come quelle sulla proporzionale e sul bilinguismo negli uffici pubblici".

Secondo Durnwalder, "l’ex Presidente della Repubblica ha dimostrato di essere un grande amico dell’Alto Adige, e non solo perché trascorreva nella nostra terra molti periodi di vacanza. In tutti i ruoli istituzionali che ha ricoperto nella vita politica italiana, Francesco Cossiga ha sempre rappresentato un punto di riferimento fondamentale, anche nei momenti non facili del rapporto tra lo Stato e l’Alto Adige".

Tra i meriti che il presidente Durnwalder riconosce a Cossiga spicca la profonda conoscenza storica della questione altoatesina, sulla quale spesso e volentieri lo scomparso uomo politico ha preso posizione: "Non sempre eravamo sulla stessa lunghezza d’onda – ammette il Presidente della Provincia – ma le nostre discussioni ci hanno reciprocamente arricchito. Anche per questo motivo avrò sempre un grande ricordo dell’ex presidente Cossiga: dal punto di vista politico ma anche umano".

  • La scomparsa di Cossiga sui giornali:

Dei difficili rapporti fra il giurista Cossiga e la magistratura

Ho molto stimato e quasi sempre approvato Francesco Cossiga, a partire dai suoi anni difficili, dal terribile 1978. Avrei dovuto dirglielo, gli avrebbe fatto piacere; ma non mi conosceva, e in genere temo una interpretazione peggiorativa dei miei

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