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A Padova scuola materna con iscritti 65 bimbi stranieri e un solo italiano

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Zaia, “errore organizzativo da riparare subito. Se no discriminata la bimba veneta e tradita integrazione corretta”

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Padova – “Se in una scuola materna statale su 66 bambini uno solo è italiano, vuol dire che la situazione è stata gestita male dal punto di vista organizzativo e l’errore adesso ricade sui ragazzi e le famiglie. Va corretto al più presto, con una diversa distribuzione dei bambini nelle strutture padovane”.

Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia interviene sulla questione, divenuta un “fatto” nazionale, di una scuola materna di Padova, dove su 66 bambini, una sola è italiana.
“Non è assolutamente una questione di razzismo, che per fortuna i bambini non sanno cosa sia– dice Zaia – ma di buon senso, per fare sì che una corretta integrazione, come quella delle famiglie straniere che mandano i loro bimbi a formarsi e crescere nelle nostre strutture, non venga tradita, diventando discriminazione nei confronti dei figli dei Veneti”.
“I timori della signora che ha sollevato il caso – aggiunge Zaia – sono legittimi e comprensibili, ed esigono una risposta perché, se è positivo che tante famiglie straniere cerchino un’integrazione seria e reale nella terra dove hanno un progetto di vita, è altrettanto negativo che, come in questo caso, una ragazza italiana e la sua famiglia debbano sentirsi ‘stranieri’ nel loro Paese e nella loro terra”.
“Senza contare, problema evidentemente sfuggito a chi ha organizzato la composizione della classe – prosegue Zaia – che uno squilibrio così evidente di certo non aiuta la didattica che, a livello di scuola materna, di certo non può essere uguale per un bambino veneto e uno nigeriano. Se non li si istruisce correttamente, partendo dalla loro identità, si fa un pessimo servizio a entrambi”.
“I responsabili dell’organizzazione di queste classi – conclude Zaia – trovino in fretta una soluzione, altrimenti saremo di fronte ad una discriminazione, questa volta sì assolutamente reale, a danno di una bimba e di una famiglia del Veneto”.

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