Il messaggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano “Così dobbiamo essere degni dei ragazzi di malga Zonta”
Folgaria (Trento) – Un vibrante ed appassionato intervento dell’onorevole Renato Ballardini ha contrassegnato, a Folgaria, passo Coe, la cerimonia in ricordo dei 14 partigiani e dei tre malgari che, settant’anni fa, il 12 agosto del 1944, furono fucilati dai nazisti, a Malga Zonta.
Centinaia i presenti, malgrado le avverse condizioni atmosferiche: dopo la deposizione delle corone sul luogo dell’eccidio nazifascista, autorità e delegazioni hanno trovato posto sotto il tendone, investito dalla pioggia torrenziale. A nome della Provincia autonoma di Trento l’intervento del vicepresidente, Alessandro Olivi. “Dobbiamo soffermarci sulle fotografie che documentano quei terribili momenti – ha detto Olivi -, dobbiamo osservare i volti di quei ragazzi, che sapevano di morire, per ritrovare quel punto comune che dovrebbe vederci tutti insieme, a Malga Zonta. Perché in quegli sguardi davanti al precipitare degli eventi c’è l’umanità nel momento della massima disumanità.
Quei ragazzi degli oratori vicentini, come ci ha ricordato Meneghello, scelsero di stare uniti dalla parte della libertà. Cresciuti troppo in fretta, in un momento terribile della storia italiana, furono a modo loro lungimiranti. Combatterono più per noi che per loro stessi e stare qui, oggi, è il minimo che possiamo fare per rendere omaggio al loro sacrificio e alla loro lungimiranza”.
A sottolineare la valenza del settantesimo anniversario dalla strage, il messaggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, letto dal sindaco di Folgaria, Maurizio Toller: “Malga Zonta è diventato il simbolo degli orrori della guerra e l’istituzione del museo Parco della memoria, promosso dalla Provincia, ha trasformato le montagne da luoghi di sacrificio e di dolorose divisioni: da montagne di guerra a montagne di pace”. Parole accolte dagli applausi delle delegazioni partigiane, dell’Anpi con Mario Faggion e Mario Cossali, del Comitato Onoranze Caduti Malga Zonta ancora una volta con la presenza di Alberto Rella, delle molte città rappresentate dai gonfaloni presenti – da Vicenza a Valdagno, da Schio a Bassano, da Trento a Bolzano -, della banda cittadina di Cornedo Vicentino.
Prima dell’applaudita orazione ufficiale dell’”onorevole partigiano” Renato Ballardini, la commemorazione ha visto anche gli interventi del vicesindaco di Schio, Roberto Polga e del direttore del Museo storico del Trentino, Giuseppe Ferrandi. Proprio nell’intervento di Ferrandi, ricco di riferimenti storici – con la citazione di Giacomo Matteotti ed Emilio Lussu – il prologo alle appassionate parole di Ballardini. “Io c’ero – ha detto – e scelsi di stare dalla stessa parte dei ragazzi di Malga Zonta. Poche settimane prima scampai per un soffio al rastrellamento nazista che portò in carcere mio padre. Era un mondo orribile, quello.
Ed oggi l’unico modo che abbiamo per essere degni del sacrificio dei ragazzi di Malga Zonta, in un mondo ancora drammaticamente percorso da odio, violenza, sopraffazione ed ingiustizia, è quello di impegnarci per una politica degna di questo nome. E’ sapere che è l’homo sapiens quello di cui abbiamo bisogno, più che dell’homo faber troppo spesso in balìa dei soli interessi economici. E dunque il nostro deve continuare ad essere l’orizzonte della comprensione, della tolleranza, del confronto, del rispetto, dell’uguaglianza”.
Alla cerimonia ufficiale ha fatto seguito quella religiosa, con la significativa e sottolineata presenza, per la prima volta, del vescovo di Trento, monsignor Luigi Bressan, che ha celebrato la messa.