Il report dell’ultimo bollettino dell’Azienda sanitaria trentina registra un incremento dei ricoveri legato anche al basso numero di dimissioni tipico del fine settimana. 48 i malati in terapia intensiva
Trento/Bolzano – Ci sono purtroppo altri 4 lutti a caratterizzare quest’oggi il bollettino quotidiano dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari. Sono tutti riferiti a uomini, 3 di questi sono avvenuti in ospedale, e le vittime avevano un’età compresa fra i 59 e gli 80 anni. Nel rapporto si dà conto inoltre di altri 104 contagi, mentre le vaccinazioni stanno avvicinandosi a quota 65.000 e 363 nuove guarigioni portano il totale a 32.537.
Nel dettaglio, lunedì si rilevano 83 nuovi casi positivi al molecolare e 21 all’antigenico. Dai molecolari è arrivata anche la conferma della positività di 87 persone il cui contagio era stato evidenziato nei giorni scorsi dai test rapidi.
Scorrendo i numeri in base alle classi di età, emerge che i nuovi casi fra ragazzi e bambini sono 23 (5 hanno tra 0-2 anni, 5 tra 3-5 anni, 5 tra 6-10 anni, 2 tra 11-13 anni, 6 tra 14-19 anni) mentre sono 15 i contagi fra persone che hanno 70 e più anni.
Negli ospedali il numero ridotto di dimissioni (ieri solo 2) che caratterizza solitamente la domenica determina un aumento del numero dei pazienti ricoverati che sale a 261 per effetto di 19 nuovi ingressi. Le persone che si trovano in rianimazione ad oggi sono 48 (1 in più).
La domenica condiziona come noto anche il numero dei tamponi: all’Ospedale Santa chiara sono stati analizzati 984 tamponi molecolari. All’Azienda sanitaria sono stati inoltre notificati altri 264 tamponi rapidi antigenici. Un ultimo dettaglio sulle vaccinazioni: questa mattina sono state registrate 64.466 somministrazioni (di cui 22.227 seconde dosi); ad ospiti di residenze per anziani sono state somministrate 7.503 dosi.
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Campagna vaccinale contro il Covid-19: aggiornato l’accordo coi medici
Il punto in Alto Adige
Per la prima volta dopo circa due mesi, il bollettino quotidiano della pandemia da Covid-19 diffuso dall’Azienda sanitaria dell’Alto Adige registra la cifra zero alla voce “decessi”. Non accadeva dal 10 gennaio scorso.
Il totale delle vittime resta, quindi, fermo a 1.082. Pochi i nuovi casi di infezione accerati, ma molto pochi sono anche i test effettuati: 5 positivi sono stati rilevati sulla base di 254 tamponi pcr, dei quali appena 58 nuovi test, mentre altre 8 infezioni sono state accertate sulla base di 2.729 test antigenici.
È stabile il numero dei pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva (37 più 3 all’estero), mentre sono in leggero calo i pazienti ricoverati nei normali reparti ospedalieri (159) e nelle strutture private convenzionate (135). I pazienti Covid-19 in isolamento nelle strutture di Colle Isarco e Sarnes sono 114. Diminuiscono anche le persone in quarantena o in isolamento domiciliare che sono 4.873 (227 in meno rispetto ad ieri). I guariti sono 64.337 (164 in più).
Frequenti conseguenze a lungo termine per chi ha contratto l’infezione da Sars-CoV 2 vengono confermate dallo studio “Stato di salute dopo Covid-19” condotto da un team interdisciplinare in Alto Adige e Tirolo. I primi risultati arrivano dal Tirolo dove vengono analizzati i dati dello studio di 1.700 partecipanti. Un terzo degli intervistati ha sofferto almeno un sintomo che è durato come minimo quattro settimane. “Le conseguenze più comuni a lungo termine sono fatica, mal di testa, disturbi dell’olfatto e del gusto e mancanza di respiro”, conferma Judith Löffler-Ragg della Clinica universitaria di Innsbruck.
Vaccini nelle regioni
Sul fronte delle vaccinazioni anti-Covid le regioni procedono in ordine sparso, con fortissime differenze a livello territoriale nel numero di dosi somministrate ai cittadini. Una situazione che crea pesanti discriminazioni tra abitanti a seconda del luogo di residenza e impatti evidenti sulla salute pubblica. Lo denuncia il Codacons, che ha elaborato i dati aggiornati ad oggi dell’Aifa relativamente all’andamento della campagna vaccinale.
“In alcune regioni le vaccinazioni anti-Covid procedono a rilento, come nel caso della Sardegna dove solo il 67,8% delle dosi di vaccino consegnate sono state somministrate agli aventi diritto – spiega il presidente Carlo Rienzi – Male anche la Liguria, penultima in classifica con il 73,3% delle somministrazioni. Di contro la Provincia autonoma di Bolzano ha già usato il 94,9% dei vaccini consegnati, seguita dalla Valle d’Aosta con il 94,7%”.
“La lentezza con cui procede la campagna vaccinale in alcune regioni italiane è inaccettabile perché determina discriminazioni tra cittadini in base al luogo di residenza e ha effetti sulla salute pubblica, esponendo i soggetti più fragili al rischio di contagi – prosegue Rienzi – Per questo chiediamo al Governo di attivarsi, sostituendosi alle regioni “lumaca” e gestendo direttamente le vaccinazioni nelle aree dove queste procedono a rilento, e chiediamo un incontro urgente al commissario Figliuolo per mettere a disposizione delle vaccinazioni le nostre sedi locali presenti sul territorio”.