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72^ Trento Bondone: tredicesimo successo per Faggioli, Degasperi per la prima volta è secondo (CLASSIFICHE)

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Riconferma per Faggioli ai piedi del Bondone

Simone Faggioli e in copertina Christian Merli [ph Trento Bondone 2023]

 

Trento – Per la tredicesima volta da Simone Faggioli con la Norma M20 Fc. Il dominatore del Campionato Italiano ha fatto centro anche nella gara trentina, quinta tappa del Civm, una delle poche a svolgersi in manche unica insieme a quella di Sarnano e a quella di Rieti, fissando il tempo di 9’17”69. Un valore lontano dal suo record di 9’00”52, ma anche dal 9’04”65 del 2022, dal 9’07″66  del 2016 e dal 9’10″68 del 2015, spiegato da un asfalto umido in alcuni tratti e soprattutto da una vettura meno “prestazionale”, per via dei regolamenti, rispetto a sei anni fa. Nessuno ha potuto, però, impensierire la sua leadership, dato che il secondo classificato, Diego Degasperi su Osella Fa30, ha chiuso la gara a 16” dal toscano, precedendo Achille Lombardi su Osella PA21 4C di appena 60 centesimi.

Christian Merli, che ha partecipato alla competizione con una Osella PA21 4C, ha dovuto fronteggiare molti problemi tecnici e ha accontentarsi del quarto posto, con il tempo di 9’55”29. Oltre a Diego Degasperi fra i piloti di casa esulta Thomas Pedrini su Osella PA30, che, oltre ad essere sceso per la prima volta in carriera sotto alla barriera dei 10 minuti (9’57”22), si è portato a casa un quinto posto assoluto, raccogliendo i frutti di tante fatiche e tante delusioni. Dietro ai due trentini si è ben comportato il veronese Mirko Venturato su Nova NP03 (10’00”35), seguito da un pezzo importante del podio della recente «Levico Vetriolo Panarotta», composto da Filippo Golin su Osella PA21 Jrb (10’02”36) e Federico Liber sulla sorella Wolf GB08 Mistral (10’05’86).

Non ha raggiunto il traguardo Franco Caruso (Nova NP01-2), che nelle prove aveva fissato il quinto tempo in prova (un notevole 9’51”84), avendo toccato con l’anteriore destro dopo Candriai. Buon nono posto per O’Play su Wolf GB08 Thunder (10’09”55), in attesa di tornare sulla Mitsubishi per le gare del Campionato Europeo. Chiude la top ten il francese Sebastien Petit su Nova NP01-2 turbo, a quasi un minuto da Faggioli. Bella battaglia nel gruppo GT, dove ha vinto Marco Iacoangeli sulla BMW Z4 GT3, con cui il tenace driver romano l’ha spuntata sul presidente della Scuderia Trentina Giuseppe Ghezzi, autore al solito di una bella prestazione sulla Porsche 992 in configurazione Super Cup, che a sua volta ha preceduto l’altro trentino Thomas Pichler su Lamborghini Huracan. Per la GT Cup il rientrante padovano di Superchallenge Stefano Artuso ha portato la Ferrari 458 Evo davanti a tutti, anche al pugliese Francesco Leogrande su Porsche 991.

Nuovo acuto per il teramano Marco Gramenzi su Alfa Romeo 4C nel gruppo E2SH, mentre nel duello casalingo per il gruppo E1 l’ha spuntata Tiziano Nones per un solo secondo su Alessandro Zanolli, due trentini sulle Skoda Fabia EVO. Roberto Daprà ha sbaragliato la concorrenza dal volante dell’Audi RS3 LMS, supremazia poi del pugliese Giacomo Liuzzi su Mini nel gruppo Racing Start Plus, che ha preceduto le motorizzazioni aspirate, dove ha primeggiato l’esperto veneto Ivano Cenedese su Renault Clio. Successo pieno in Racing Start Cup per una sempre più determinata Anna Maria Fumo su Peugeot 308, seconda piazza per Sebastian Dalla Piccola su Renault Clio, che ha avuto la meglio sull’esperto Romy Dall’Antonia sulla prima delle Seat Ibiza.

Il pugliese Marco Magdalone ha vinto il gruppo Racing Start sulla Peugeot 308 curata dalla DP Racing, ottima seconda piazza per la giovane altoatesina Selina Prantl, guadagnando punti importanti per la classifica del Civm con una bella prova sulla Mini di preparazione AC Racing. Nuovo acuto del lucano Rocco Errichetti su Peugeot 106 tra le motorizzazioni aspirate, che proiettano l’alfiere Gretaracing Lucania in vetta alla classifica tricolore.

Spostando l’attenzione sulle vetture storiche, la vittoria, la prima in carriera a Trento, dove era venuto anche nel 2005, è andata al lucano Antonio Lavieri, che ha portato sul Bondone una monoposto Martini MK 32, fissando il tempo di 11’33”34, appena un secondo e 37 centesimi in meno rispetto allo scatenato Salvatore Riolo, in gara con la più ingombrante e soprattutto più pesante Porsche 911 Sc, che alla sua seconda partecipazione ha già mostrato grande dimestichezza con il tracciato. Lavieri ha voluto dedicare il successo, con le lacrime agli occhi, all’amico Eric, scomparso ieri. Terzo il vincitore dello scorso anno Piero Lottini su Osella PA9/90, lontano dal tempo del 2021 (11’33”84), avendo concluso l’ascesa in 11’42”93, così come il trentino Maurizio Visintainer su Bmw M3, secondo un anno fa e oggi quarto con un crono di sei secondi più elevato.

Per quanto concerne le categorie, nella 1 si è imposto Francesco Tignosini su Alfa Giulia Sprint  (14’07”35), nella 2 Ildebrando Motti su Porsche Carrera RS (12’05”38), nella 3 Erwin Morandell su Fiat X 1/9 (12’15”12), nella 4 lo stesso Lottini e nella 5 Jean Marc Debaune su Van Diemen RF 82 (12’07”84).

Le voci dei protagonisti

Simone Faggioli (primo classificato): «La Trento – Bondone è la gara che ho nel cuore, che aspetto con trepidazione ogni anno per l’atmosfera che si respira, con tanti tifosi sul tracciato. È il percorso più difficile d’Europa e riuscire a vincere è sempre una grande soddisfazione, perché l’inconveniente è sempre dietro ogni curva, vista la lunghezza del tracciato. Finché potrò non mancherò. Quest’anno poi la direzione di gara e l’organizzazione hanno fatto un lavoro eccelso. Per quanto riguarda la mia prestazione, in partenza era molto caldo, ma nel primo tratto nel bosco c’era un po’ di umidità sull’asfalto e non era il caso di andare sempre al limite, cercando di gestire al meglio velocità e traiettorie. Sono rimasto lontano dal mio record, ma è una prestazione difficile da battere, perché nel 2017 c’erano tutte le condizioni ideali, dal nuovo asfalto alle temperature. Ci proverò l’anno prossimo».

Diego Degasperi (secondo classificato): «Quest’anno continuo a regalarmi delle giornate indimenticabili. Dopo aver riportato in vita la Levico-Vetriolo sono addirittura riuscito a chiudere secondo nell’assoluta alla Trento-Bondone, piazzamento che in chiave trentina avevano conquistato il leggendario Zadra e Merli. Fra l’altro fisicamente non ero in forma come in passato, ma penso di aver raccolto i frutti di tanti anni di esperienza al volante di questa vettura, che conosco alla perfezione. Il tracciato era un po’ scivoloso e in qualche occasione sono andato sottosterzo, quindi ho cercato di andare veloce senza rischiare troppo. Prima di partire ho saputo che Christian non aveva fatto una grande prestazione e quando sul traguardo ho visto il tempo di 9’33” sono rimasto in apnea fino all’arrivo di Lombardi, che sono riuscito a precedere per 6 decimi. Una piccola rivincita, visto quello che era successo ad Ascoli. Battere Faggioli è impossibile in queste condizioni e l’anno prossimo mi piacerebbe provare a gareggiare con una Norma, più agile nelle curve strette. Solo per rendermi conto e verificare le differenze con l’Osella».

Achille Lombardi (terzo classificato): «La Bondone è la cronoscalata per eccellenza, che include tutte le caratteristiche, dal veloce al lento. L’unica gara che in due giorni consente di guidare quasi 60 km. Unica in Europa. La conobbi per la prima volta nel 2007 con una Renault Clio, e poi è nato l’amore e faccio sempre di tutto per poter partecipare. Felice del terzo posto, ma pensavo di fare meglio come tempo. Le condizioni erano ottimali, ma nel tratto in ombra c’era umidità e nell’ultimo tornante ho commesso un errore: ho chiuso troppo all’interno e le gomme hanno pattinato. Me la sarei giocata meglio con Degasperi. Ma va bene così. Un grazie al team Puglia e a tutto lo staff che lavora sulla macchina».

Christian Merli (quarto classificato): «Purtroppo non è andata come volevo. Sabato nella seconda prova avevo centrato un discreto tempo, convinto di poter migliorare in gara. Giunto al traguardo, però, la temperatura del motore era alle stelle. Abbiamo cambiato la turbina, ma il problema era più grave. Arrivare in cima a Vason è stato un calvario, nell’ultimo tratto la macchina si è spenta più volte, ma ci tenevo ad arrivare al traguardo, per il pubblico trentino e per i tanti appassionati. Purtroppo con questa macchina ho sempre un po’ di sfortuna e il turbo non riusciamo proprio a sfruttarlo, c’è sempre qualcosa che non funziona. Potevo anche venire con la Fa30, ma non disponevo dei pneumatici di mescola dura. Voltiamo pagina e ci concentriamo sul Campionato europeo».

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