Il Nucleo di Polizia Tributaria di Trento ha tratto in arresto un imprenditore trentino di 43 anni operante nel settore delle pulizie industriali e civili
Trento – L’imprenditore è accusato di aver sottratto fraudolentemente i beni aziendali al fine di evitare le procedure di riscossione coattiva derivanti dall’omesso versamento di 786.000 euro di I.V.A.. Il reato, previsto dall’articolo 11 del d.lgs. n. 74/2000, è punito con la reclusione sino ad un massimo di 6 anni
L’indagine è stata avviata a seguito di cinque distinte denunce per omesso versamento I.V.A. effettuate dall’Agenzia delle Entrate di Trento nei confronti di tre differenti società ed inviate, per gli approfondimenti e gli accertamenti patrimoniali, al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trento, sulla base dell’innovativa Direttiva in materia di reati fiscali emanata dal Procuratore della Repubblica di Trento in condivisione con il Comando Provinciale della Guardia di Finanza.
Gli accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle Trentine, sotto la continua direzione della locale Procura della Repubblica, hanno consentito di ricondurre in capo ad un solo soggetto gli omessi versamenti dell’IVA delle tre società rappresentate, in due casi, da prestanomi e di svelare l’ingegnoso sistema elusivo della riscossione delle imposte dovute.
In sintesi, facendo leva sulla propria posizione di datore di lavoro, l’indagato faceva assumere ad alcuni dipendenti, tra i quali anche un extracomunitario, la veste di rappresentanti legali delle sue società, ormai gravate da ingenti debiti con l’Erario, trasferendo loro le quote sociali e facendogli sottoscrivere, in varie fasi, atti di cessione dei beni aziendali in favore della neo-costituita società. In tal modo, con la creazione delle società ed attraverso le simulate cessioni di aziende e di beni strumentali, l’imprenditore ha svolto, senza soluzione di continuità, la propria attività per diversi anni con alle dipendenze circa 70 persone, non versando l’I.V.A. e facendo ricadere su terzi inconsapevoli la responsabilità amministrativa e penale nonché azzerando la possibilità per l’Amministrazione finanziaria di recuperare il debito fiscale.
A conclusione delle indagini e su richiesta della Procura della Repubblica, il Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Trento emetteva il provvedimento della misura cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dell’imprenditore, già eseguito dalle Fiamme Gialle Trentine. Con lo stesso provvedimento è stato disposto anche il sequestro per equivalente dei beni patrimoniali, sino alla concorrenza della somma dovuta di euro 786.000.