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Tasi, la CGIA chiede ai sindaci di non sanzionare gli errori

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All’alba del primo vero d-day della Tasi

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Domani è il primo vero d-day della Tasi: alla luce della situazione di incertezza e di confusionevenutasi a creare in questi giorni, il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi, lancia un appello ai Sindaci e all’Amministrazione finanziaria: “In caso di errori nella compilazione del bollettino, non applicate le sanzioni. Per molti contribuenti sarebbe una beffa inammissibile”.

La CGIA si allinea con le posizioni assunte in queste ultime settimane sia dai Caf sia dalle associazioni dei commercialisti che in più di un’occasione hanno denunciato la difficoltà di determinare l’importo della Tasi.

Per molti contribuenti – prosegue Bortolussi – calcolare il tributo è stato un rompicapo. Un vero e proprio rebus, dove l’unica regola emersa è che non esiste nessuna regola. Ogni Amministrazione comunale ha fatto a modo suo, anche se il risultato a cui si è giunti era previsto sin dall’inizio: nella maggioranza dei casi i proprietari di prima casa pagheranno di più rispetto al 2012, anno in cui avevano l’obbligo di versare l’Imu sull’abitazione principale”.

Cosa succede se si paga in ritardo o si versa una cifra inferiore a quella dovuta?

La sanzione per omesso versamento è pari al 30 per cento del mancato pagamento. Tuttavia, se il contribuente paga in ritardo la sanzione può essere ridotta sensibilmente. Se il pagamento viene effettuato entro il 15° giorno, la sanzione è pari allo 0,2 per cento al giorno del tributo da versare. A partire dal 16° sino al 30°, invece, la sanzione aumenta al 3 per cento del tributo da versare. Se invece si paga oltre il mese, ma entro 1 anno dalla scadenza del pagamento, la sanzione sale al 3,75 per cento del tributo da onorare all’Amministrazione comunale. A ciò vanno aggiunti gli interessi calcolati con un tasso legale dell’1 per cento annuo.

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