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Papa Francesco: ‘Noi in debito con i giovani, li obblighiamo a emigrare’

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“Non si può parlare di futuro senza contemplare i volti giovani” di Giuseppe e di Maria e “assumere la responsabilità che abbiamo verso i nostri giovani; più che responsabilità, la parola giusta è debito, sì, il debito che abbiamo con loro. Il presepe ci sfida a non dare nulla e nessuno per perduto”

papa

Roma – Parlare di un anno che finisce è sentirci invitati a pensare a come ci stiamo interessando al posto che i giovani hanno nella nostra società”. Lo ha affermato sabato pomeriggio Papa Francesco presiedendo, nella basilica di San Pietro, i Primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio con il tradizionale “Te Deum” di fine anno.

“Abbiamo creato una cultura – ha denunciato il Papa – che, da una parte, idolatra la giovinezza cercando di renderla eterna, ma, paradossalmente, abbiamo condannato i nostri giovani a non avere uno spazio di reale inserimento, perché lentamente li abbiamo emarginati dalla vita pubblica obbligandoli a emigrare o a mendicare occupazioni che non esistono o che non permettono loro di proiettarsi in un domani”.

Per Francesco, “abbiamo privilegiato la speculazione invece di lavori dignitosi e genuini che permettano ai giovani di essere protagonisti attivi nella vita della nostra società.

Ci aspettiamo da loro ed esigiamo che siano fermento di futuro, ma li discriminiamo e li ‘condanniamo’ a bussare a porte che per lo più rimangono chiuse”.

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