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Nessun canone per pc, tablet e smartphone, la Rai: “Si paga solo la Tv”

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Abbonamenti Rai solo sulla Tv – La Rai rinuncia al canone su pc, tablet e smartphone. "In Italia il canone ordinario deve essere pagato solo per il possesso di un televisore" dichiara in una nota Viale Mazzini. "A seguito di un confronto avvenuto con il ministero dello Sviluppo Economico – si legge – la Rai precisa che non ha mai richiesto il pagamento del canone per il mero possesso di un personal computer collegato alla rete, i tablet e gli smartphone".

"La lettera inviata dalla Direzione Abbonamenti Rai – entra nel merito l’Azienda – si riferisce esclusivamente al canone speciale dovuto da imprese, societa’ ed enti nel caso in cui i computer siano utilizzati come televisori (digital signage) fermo restando che il canone speciale non va corrisposto nel caso in cui tali imprese, societa’ ed enti abbiamo gia’ provveduto al pagamento per il possesso di uno o piu’ televisori".

"Cio’ quindi – precisa la Rai – limita il campo di applicazione del tributo ad una utilizzazione molto specifica del computer rispetto a quanto previsto in altri Paesi europei per i loro broadcaster (Bbc…) che nella richiesta del canone hanno inserito tra gli apparecchi atti o adattabili alla ricezione radiotelevisiva, oltre alla televisione, il possesso dei computer collegati alla Rete, i tablet e gli smartphone. Si ribadisce pertanto che in Italia il canone ordinario deve essere pagato solo per il possesso di un televisore".

Confcommercio Veneto replica alla Rai –
"Da giorni piove sugli imprenditori e lavoratori autonomi del commercio, del turismo e dei servizi nostri associati – spiega in una nota Confcommercio Veneto – l’incredibile richiesta della Rai. Secondo la normativa di riferimento la tv di stato si basa, infatti, sulla disposizione che prevede la riscossione del canone non soltanto da chi ha un televisore, ma da tutti coloro che dispongono di un qualsiasi apparecchio utile a ricevere le trasmissioni televisive, quindi anche i computer, monitor, modem, ipod, mp3, video cellulari, videocitofoni, videocamere, videoregistratori e altro".

 
Quindi, è sufficiente possedere un computer per essere costretti a pagare una somma che, a seconda della tipologia di impresa, va da un minimo di 200 fino a oltre 6000 euro all’anno e chi non paga è soggetto a pesanti sanzioni e a controlli da parte degli organi di vigilanza. Per questo Confcommercio ha avviato un’azione sul Governo perché gli attuali presupposti dell’imposizione siano modificati.
 
Nei giorni scorsi era intervenuto anche il presidente della Quinta commissione in Consiglio regionale del Veneto, Leonardo Padrin (PDL), ‘E’ assurdo che la RAI chieda di pagare il canone agli studi dei medici di medicina generale solo perche’ hanno l’Adsl: il collegamento web serve ai medici per offrire un servizio migliore ai loro pazienti in accordo con la Regione, e non per guardare i programmi tv!’ dopo aver saputo che la RAI mette sullo stesso piano dei bar e dei ristoranti anche gli ambulatori dei medici di medicina generale chiedendo loro un maxicanone di 470 euro.

I medici di famiglia padovani, in particolare, hanno ricevuto una vera e propria ingiunzione di pagamento. Per questo sono in rivolta. ‘Sostengo le posizioni della FIMMG e del presidente Domenico Crisara’, sottolinea Padrin. ‘Si tratta di un balzello insensato: i medici in accordo con la Regione tramite la rete internet svolgono un servizio pubblico, e ripeto, a quello serve l’Adsl’.

‘E’ una interpretazione artificiosa e illogica’, continua Padrin riferendosi alla richiesta degli uffici della Radio Televisione Italiana, ‘e a questo punto allora perche’ non far pagare il canone RAI a tutti i computer collegati alla rete che ci sono negli ospedali?’ E conclude : ‘Che alla RAI utilizzino le loro migliori risorse per fare economia e spendere meno, piuttosto di andare in cerca di pretesti assurdi per introitare ancora soldi!’. 

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