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L’Europa boccia il Crocifisso e il Governo annuncia ricorso

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Le reazioni – Gelo del Vaticano alla singolare  decisione della Corte: "Proviamo fastidio". La motivazione: "il simbolo viola la libertà dei genitori e quella di religione".  Il governo italiano ricorrera’ contro la sentenza della Corte europea dei ditti dell’uomo che ha bocciato il crocifisso nelle aule scolastiche come "violazione della coscienza e della liberta’ religiosa".

"Non ci terremo questa sentenza e andiamo in Grande Chambre", ha detto il giudice Nicola Lettieri, rappresentante del governo italiano presso la Corte Europea. "Quello che abbiamo sempre sostenuto e’ che il crocifisso e’ si’ un simbolo religioso ma con una portata umanistica e legata all’etica e alla tradizione nazionale". "A imporlo per primo", nota Lettieri, "fu il Regno di Sardegna, quello della breccia di Porta Pia". Nella sentenza odierna, prosegue Lettieri, "la Corte riconosce questa polivalenza, ma e’ prevalso il dato religioso".

L’altro dato che Lettieri sottolinea e rafforza la necessita’ di ricorrere contro la sentenza, è l’elemento concordatario che fa da base ai rapporti tra Stato italiano e Vaticano. "Lo Stato italiano", spiega Lettieri, "non e’ laico ma concordatario, si toglie alcune prerogative per darle a una religione dominante". Il ricorso di Roma contro la sentenza non e’ automatico: a decidere se arrivera’ alla Grande Chambre sara’ una Chambre composta da sette giudici.

La Corte di Strasburgo –
Ha stabilito che la "l’esposizione obbligatoria di simboli religiosi, in particolare nelle aule scolastiche" viola "il diritto dei genitori di educare i propri figli in conformita’ con le proprie convinzioni e quello dei bambini a credervi o non credervi".

Una violazione ‘del diritto dei genitori ad educare i figli secondo le proprie convinzioni’ e una violazione alla ‘liberta’ di religione’ dei bambini. Con questa motivazione la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha bocciato la presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche dando ragione al ricorso presentato da una cittadina italiana.

Il caso –
Era stato sollevato da Soile Lautsi Albertin, cittadina italiana originaria della Finlandia, che nel 2002 ha chiesto all’istituto Vittorino da Feltre di Abano Terme (Padova), di togliere i crocefissi dalle pareti delle aule frequentate dai suoi figli.

I vari ricorsi presentati dalla donna non erano valsi a nulla, ma ora la corte di Strasburgo le ha dato ragione con una sentenza che impone al governo italiano il pagamento di un risarcimento di cinquemila euro per danni morali alla Lautsi.

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