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La guerra del latte continua, scende in campo anche l’Antitrust

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Entro i primi di dicembre l’Antitrust si pronuncerà sulla posizione della multinazionale Lactalis

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NordEst – La multinazionale Lactalis sottopaga il latte italiano, al di sotto dei costi di produzione, dopo aver comprato i marchi nazionali Parmalat, Invernizzi, Galbani, Locatelli e Cademartori ed esser diventata di gran lunga il primo gruppo sul mercato tricolore e mondiale nei prodotti lattiero caseari.

E’ il primo risultato della Guerra del latte che Coldiretti ha portato sotto la sede dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, dopo la provocazione dell’industria del latte di offrire appena un centesimo di aumento nel corso del tavolo riunito al Ministero delle Politiche agricole.

Una iniziativa per far luce sull’evidente squilibrio contrattuale tra le parti che determina un abuso, da parte dell’industria, dovuto alla maggiore forza economica sul mercato, con imposizione di condizioni ingiustificatamente gravose agli allevatori. I prezzi praticati dagli operatori a valle della filiera del latte fresco sono iniqui e gli allevatori sono costretti a chiudere perché non riescono a coprire neanche i costi di produzione.

Una delegazione guidata dal presidente Roberto Moncalvo ha consegnato ai vertici dell’Antitrust dossier sulla situazione di squilibrio contrattuale dei produttori lattiero-caseari. La documentazione, contenete un’ampia analisi dei costi di produzione e dei prezzi al consumo, è stata acquisita e registrata dall’Ufficio Protocollo dell’Agcm.

“Nel passaggio dalla stalla allo scaffale i prezzi del latte fresco moltiplicano fino a quattro e la differenza tra i prezzi pagati dal consumatore italiano e il prezzo riconosciuto agli allevatori è la più alta d’Europa”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “in altre parole in Italia l’industria e distribuzione hanno i margini molto più elevati rispetto agli altri Paesi, dalla Francia alla Germania. E questo significa che all’interno della filiera ci sono margini da recuperare per garantire un giusto prezzo agli allevatori senza aumenti per i consumatori.

I funzionari dell’Antitrust hanno assicurato il pronto e rapido interessamento degli Uffici per l’esame della pratica, con l’impegno a concluderlo nei primi giorni di dicembre. Sono state valutate anche le decisioni delle due Autorità francese e spagnola sulle intese concluse dai principali operatori che ha già portato alla condanna delle principali industrie lattiero-casearie, tra le quali la Lactalis.

In Francia l’Antitrust ha multato per un importo di 193 milioni di euro 11 industrie lattiero-casearie tra le quali Lactalis, Laita, Senagral e Andros’s Novandie per pratiche anticoncorrenziali dopo che era precedentemente intervenuto anche l’Antitrust iberico che aveva annunciato multe per un totale di 88 milioni di euro a gruppi come Danone (23,2 milioni), Corporation Alimentaria (21,8 milioni), Grupo Lactalis Iberica (11,6 milioni).

Nel corso della manifestazione gli allevatori della Coldiretti hanno anche rovesciato polvere di latte che è il simbolo del ricatto degli industriali che sottopagano il latte italiano al di sotto dei costi di produzione dopo aver tentato il colpo di mano per chiedere il via libera all’uso della polvere di latte nei formaggi e yogurt Made in Italy.

Fallito il tentativo di far saltare la legge n .138 dell’11 aprile del 1974 che ha garantito da oltre 40 anni il primato della produzione lattiero casearia italiana, il latte viene sottopagato a 34 centesimi al litro nonostante i costi di produzione siano in media compresi tra i 38 ed i 41 centesimi al litro in Lombardia secondo lo studio ufficiale realizzato in riferimento alla legge 91 del luglio che impone che il prezzo del latte alla stalla debba commisurarsi ai costi medi di produzione.

Il risultato è che nell’ultimo anno oltre mille stalle da latte sono state chiuse, il 60 per cento delle quali in montagna e quasi quattromila posti di lavoro andati in fumo per effetto della perdita nei bilanci di circa 550 milioni di euro, perché il latte agli allevatori viene pagato al di sotto dei costi di produzione, con una riduzione dei compensi fino al 30 per cento rispetto allo scorso anno, su valori inferiori a quelli di venti anni.

La Coldiretti non permetterà che questo accada e alza il livello della mobilitazione per difendere le stalle, il lavoro, il territorio da coloro che non rispettano la legge e vogliono umiliare il Paese. La situazione drammatica del settore ha provocato la storica mobilitazione nel mese di novembre che ha già coinvolto circa ventimila allevatori che, insieme alle principali associazioni dei consumatori (Adiconsum, Federconsumatori, Adusbef, Codacons Movimento consumatori), hanno intercettato centinaia di camion, tir e cisterne, presidiato decine di iper e supermercati in tutte le regioni, distribuito almeno trecentomila volantini ai consumatori per spiegare i motivi della protesta.

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