NordEst

Il Nordest per l’Abruzzo

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Dopo Dellai, anche Muraro tra le tendopoli – Il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro si è recato assieme all’assessore provinciale alla Protezione Civile, Mirco Lorenzon, nelle zone colpite dal sisma in Abruzzo dove operano i volontari trevigiani, in particolare Ocre e Castelletto. “Ho voluto portare personalmente il mio sostegno ai volontari che lavorano assiduamente in questa terra devastata e alle popolazioni da loro assistite – commenta Muraro, giunto in Abruzzo alle prime luci dell’alba – lo scenario è veramente tragico e c’è bisogno dell’aiuto di tutti per ricostruire.

Ho anche incontrato personalmente il sindaco di Ocre, Gianmatteo Riocci, col quale abbiamo discusso riguardo al futuro. Siamo rimasti d’accordo che, una volta finita l’emergenza, dovrà effettuare una verifica dettagliata e una stima dei danni, dopo la quale valuteremo assieme i possibili interventi da parte trevigiana.

Ho voluto ringraziare personalmente i nostri volontari per l’impegno – conclude Muraro – perché sono stati pronti a partire e dedicarsi al prossimo, proprio nei giorni della Pasqua. Uno spirito di sacrificio e solidarietà davvero encomiabile. Ho fatto allora in modo che, domani, nelle zone dove operano i trevigiani arrivino bottiglie di prosecco e colombe pasquali. So che un gesto simile non può lenire nemmeno in parte l’estremo dolore dei cittadini colpiti dal sisma e dei loro soccorritori, ma spero che possa donar loro almeno qualche istante di serenità”.

Trentini in Abruzzo –
"I trentini in Abruzzo stanno facendo un lavoro eccezionale. Questo è il lato vero della nostra terra, in cui ci riconosciamo. E’ bello vedere che in momenti come questi il Trentino lascia da parte le polemiche di basso profilo e si impegna con serietà e concretezza. Da adesso in poi si lavora con un coordinamento assicurato dal Tavolo provinciale.

Il campo a Paganica –
Il campo allestito a Paganica ospita 800 persone e funziona benissimo, ma le cose da fare sono tante – specie per dare un alloggio confortevole alle famiglie dei terremotati – e bisogna fare presto". Questo in sintesi il messaggio dell’assessore alla solidarietà internazionale e convivenza della Provincia autonoma di Trento, Lia Beltrami che ha passato la giornata di Pasqua a Paganica assieme al capo della Protezione civile Raffaele De Col e a don Ivan Maffeis che ha celebrato la messa pasquale al campo Trento.

Duecento famiglie in Trentino hanno trascorso la Pasqua senza uno dei loro cari: stiamo parlando delle famiglie dei circa 200 trentini, appartenenti ai vari corpi che si mobilitano in questi casi con il coordinamento della Protezione civile, attualmente impegnati in Abruzzo a fianco dei terremotati. Anche ad esse l’assessore provinciale alla solidarietà internazionale e convivenza ha riservato un pensiero, sottolineando come gli sforzi dei trentini siano di estrema importanza al fine di portare un po’ di conforto alle persone colpite dalla sciagura.
La delegazione trentina e’ giunta a Paganica ieri attorno alle 9. La situazione che ha trovato al campo Trento è per molti versi esemplare: il campo – che ospita 800 persone – è l’unico con tende riscaldate, acqua calda, bagni "normali". Ma la realtà è quella di un’emergenza pesantissima: la gente vive fra la tenda e l’automobile, i centri abitati sono tutti chiusi perchè pericolanti, vi sono situazioni in cui nella stessa tenda vivono anche 12 persone, fianco a fianco. "Per questo la prima cosa da fare, ed urgentemente, è garantire a tutti i nuclei familiari un’abitazione provvisoria", sottolinea Raffaele De Col.

Per quanto riguarda i pasti, il campo Trento eroga circa 1200 pasti alla volta (pranzo e cena). Altri 1250 circa vengono cucinati al campo allestito dai Nuvola nella località di Sassa, a circa 20 chilometri da Paganica. Ed ancora: un servizio estremamente utile è quello offerto dagli Psicologi per i popoli, che tra l’altro hanno anche allestito una ludoteca per i più piccoli. Accanto a loro, i volontari di Doctor clown della Croce Rossa, impegnati per far tornare il sorriso a bambini e, perchè no, anche ai loro genitori. E infine naturalmente il supporto medico-sanitario, mentre stanno anche iniziando i lavori di puntellazione degli edifici pericolanti, dai parte dei Vigili del fuoco volontari e permanenti, degli uomini della Protezione civile e con il supporto dei tecnici della Provincia.
La delegazione trentina ha toccato un po’ tutte queste realtà, portando il saluto del presidente della Provincia e la benedizione dell’arcivescovo di Trento Luigi Bressan.

Alle 11 al campo Trento 3 è stata celebrata la messa, per i volontari trentini e per gli ospiti del campo. Ad officiarla don Ivan Maffeis. L’assessore provinciale ha letto alcuni messaggi inviati dai trentini ai terremotati che accompagnavano i pacchi portati in Abruzzo dalla Croce Rossa. Il capo della circoscrizione di Paganica ha quindi ringraziato i trentini per la speranza che stanno portando a chi è stato così duramente colpito.
Dopo il pranzo, consumato con tutti i volontari, la visita a Sassa, dove sono presenti i Nuvola. Quindi, nel piccolo paesino di Cansatessa, l’incontro con il parroco don Marco Manoni, originario del Trentino. Anche qui è stato allestito un campo profughi, gestito direttamente dalla popolazione locale, privo però dei servizi essenziali. Dalla delegazione trentina è venuta la disponibilità a fare qualcosa per migliorare la situazione, aggravata dal relativo isolamento dell’abitato.

Poi il ritorno a Paganica, dove nel pomeriggio sono arrivati i Vigili del Fuoco della val Rendena, che hanno portato agli ospiti del campo un gigantesco uovo di Pasqua. Un’ultima visita ad un campo allestito presso la sede della locale associazione del rugby ed era già il tempo dei saluti, prima del lungo viaggio di rientro. Con la consapevolezza che molto ci sarà da fare nel prossimo futuro, che ci sarà bisogno di dosare le forze e di coordinare tutte le realtà interessate, per far fronte ai bisogni di una popolazione colpita in maniera durissima, sì, ma non spezzata. Con la generosità e le capacità operative che da sempre contraddistinguono l’operato dei trentini in questi frangenti.

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