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Green pass lavoro, presidio a Trieste oltre 5mila lavoratori da tutto il NordEst. Proteste in piazza in molte città

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A Trieste 5mila persone al porto. Proteste anche a Genova. Intervento carabinieri per dipendente no pass a Bolzano alla sede Ipes, l’Istituto di edilizia sociale. Un dipendente non in possesso del Green pass, si è opposto in modo deciso al rifiuto degli addetti di poter accedere al suo posto di lavoro. A questo punto è intervenuta una pattuglia dei carabinieri e il dipendente è rientrato

NordEst – Proteste no Green pass in corso al porto di Genova e manifestazione dei portuali di Trieste nella giornata che segna l’entrata in vigore dell’obbligo del certificato verde al lavoro.

Centinaia di persone sono radunate in manifestazione davanti al porto di Trieste. Le telecamere di Mattino 5 mostrano l’ingresso di alcune persone, in auto o in scooter, all’interno del porto attraverso i varchi: apparentemente, quindi, nessun blocco. “Alle 13.30 faremo una conferenza stampa. Siamo convinti della libertà di scelta per tutte le persone. Due persone su 10 sono contrarie al Green pass? Due persone su 10 meritano di essere ascoltate”, dice Stefano Puzzer, portavoce dei portuali triestini, a Mattino 5. “Il nostro non è un blocco: chi ha deciso di andare a lavorare, può andare tranquillamente”, aggiunge a Agorà. “Ci sono 800 lavoratori su 1000 sono all’esterno del porto per manifestare pacificamente, non giudichiamo nessuno e chiunque può andare a lavorare”, precisa.

Noi chiediamo l’abolizione del green pass, uno strumento economico e non sanitario che crea discriminazioni tra lavoratori e tra cittadini. Con tutta l’umità del caso, non cerchiamo nessuno scontro con il governo: cerchiamo un’apertura. Abbiamo chiesto la proroga per l’entrata in vigore del Green pass perché ci facciamo portavoce di cittadini e famiglie in difficoltà. Chi prima non riusciva ad arrivare alla fine del mese, ora” deve spendere “2-300 euro al mese per i tamponi”.

“Il porto funziona: ovviamente in alcuni passaggi ci saranno difficoltà e ranghi ridotti, ma funziona. Ho chiesto di tenere bassa la temperatura evitando scontri frontali per non danneggiare l’economia di un Paese, dato che danneggiare l’attività del Porto di Trieste significa danneggiare un grande numero di aziende che lavorano nell’indotto”, dice il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, a SkyTG24.

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