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Finanziamento referendum indipendenza veneto. Ciambetti: “i promotori aprano un conto corrente finalizzato a questa iniziativa”

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E’ questa la strada migliore per affrontare in maniera dinamica la raccolta

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Venezia – “Abbiamo verificato tutte le procedure per la costituzione del fondo di finanziamento del referendum per l’Indipendenza del Veneto e abbiamo concluso che la soluzione ottimale, che consente di evitare tutte le pastoie burocratiche, è quella di invitare il Comitato promotore del referendum a costituirsi in maniera formale, come prevede la legge, a individuare un istituto di credito e ad aprire presso di esso un conto corrente finalizzato a tale scopo, proprio come prevede la stessa legge regionale n. 16 del giugno scorso”.

A fornire questa spiegazione è l’assessore regionale al bilancio del Veneto, Roberto Ciambetti, che aggiunge: “Al raggiungimento della cifra, i fondi così raccolti verranno girati alla Regione, legittimata a questo scopo dalla legge, e la Ragioneria regionale si attiverà per aprire i capitoli di spesa dedicati esclusivamente a tale finalità”.

“E’ questa la strada che permette di affrontare in maniera dinamica la raccolta – prosegue Ciambetti –, evitando alla Regione una serie di costi e di aggravi impropri, permettendo al Comitato promotore di spuntare le migliori condizioni economiche per la tenuta del conto, per le commissioni, per eventuali rimborsi, in termini di rendimento e interessi e via dicendo”.

“Il fondo del Comitato – precisa l’assessore – potrà essere alimentato anche attraverso donazioni con carta di credito o sms, operazioni che per un eventuale conto aperto dalla Regione avrebbero determinato, invece, costi inopportuni o tali da scoraggiare questa forma di finanziamento. Diversamente dai conti aperti in caso di calamità, in cui la banca tesoriere si fa carico di spese proprio per le valenze sociali e in nome della solidarietà, il conto corrente per il referendum per l’Indipendenza, se aperto dalla Regione, dovrebbe sottostare a tutte le norme del contratto di Tesoreria, per non parlare delle regole rigide che vincolano gli uffici regionali”.

“Il comitato promotore dovrà, a mio avviso, avere dei garanti – conclude Ciambetti –, garanti nei confronti dei donatori come verso la Regione, affinché tutto avvenga nella massima trasparenza, che rappresenta un biglietto da visita essenziale per la serietà e la concretezza di quanti credono in questa consultazione popolare”.

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