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Feltre, la nuova radiologia del Santa Maria del Prato compie un anno: 90.254 esami, ecco un primo bilancio

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I primi numeri dell’attività dopo un anno

NordEst – Il 6 dicembre 2018, la Radiologia dell’ospedale di Feltre si era trasferita nella nuova piastra chirurgica, al piano terra, in spazi studiati mettendo al centro la persona assistita che, attraverso sistemi informatici, come un totem all’ingresso e schermi di chiamata, e iconografici (percorsi colorati e simboli), viene guidata all’interno del reparto con percorsi intuitivi e facilitati.

Oltre alla TAC già funzionante dal 2016, all’ortopantomografo e agli ecotomografi già attivi, a dicembre 2018 erano stati installati nuovi ecografi, un sistema polifunzionale Multiton, 2 sistemi radiologici e un mammografo, acquistati anche con il sostegno dei fondi ODI dei Comuni di Confine e un finanziamento CariVr oltre al finanziamento della Regione Veneto. Inoltre, ad agosto 2019 è stata attivita la nuova Risonanza Magnetica da 1,5 tesla.

I numeri

In un anno, gli esami totali sono stati 90.254: un numero estremamente elevato se si considera che l’équipe medica è sottorganico di 4 unità. La forza del gruppo, composto da professionisti giovani qualificati e motivati, e la volontà di rispondere ai bisogni dell’utenza hanno permesso di arginare le difficoltà.

Da agosto le Risonanze Magnetiche eseguite con la nuova macchina, che si caratterizza per un allestimento pensato per rendere l’esame confortevole con anche la possibilità di ascoltare musica, sono state oltre 1.780 per pazienti ricoverati ed esterni. Oltre agli esami di base sono già stati implementati studi di cardio RM, RM di mammella ed entero-RM.

Per rispettare i tempi di attesa e per dare l’opportunità all’utenza di accedere al servizio in orari più agevoli, la Risonanza è aperta 7 giorni su 7 e, in alcuni giorni, anche in fascia serale fino alle 22.

Nuova tecnica diagnostica

Infine, è stata introdotta una nuova tecnica diagnostica definita VABB che consiste in un prelievo mammografico utile per la caratterizzazione di lesioni sospette visibili solo mammograficamente e non ecograficamente permettendo anche di prelevare un numero superiore di campioni istologici rispetto alla tecnica ecografica. Le indagini eseguite sono state 52.

In breve

Glaucoma e chirurgia mininvasiva. Francesco Sperti, alla guida della unità operativa di oculistica di Belluno e, da alcuni mesi, facente funzioni di direttore anche a Feltre, fa il punto sulla chirurgia mininvasiva del Glaucoma. Da circa 2 anni l’Unità operativa di Oculistica di Belluno sta impiantando un dispositivo medico da inserire all’interno dell’occhio nei pazienti glaucomatosi. Tale dispositivo consente un deflusso dell’umore acqueo a livello dello spazio sottocongiuntivale in modo simile ad una trabeculectomia che è l’intervento standard nella chirurgia del glaucoma. La differenza consiste nel fatto che l’impianto del dispositivo con chirurgia mininvasiva non necessita di apertura della congiuntiva; inoltre consente un deflusso controllato dell’umore acqueo eliminando di fatto la complicanza maggiore dellachirurgia tradizionale che è l’ipotonia spinta. «Il dispositivo in uso a Belluno, Xen gel, è costituito da gelatina animale biocompatibile che grazie ad un trattamento crosslinkant e presenta aumentata stabilità e durata nel tempo. E’ costituito da un tubicino di 6 mm con un diametro interno di 45 micron; tale calibro ridotto offre un’aumentata resistenza al deflusso di umore acqueo e previene fenomeni di ipotonia post-operatoria da eccessivo drenaggio dalla camera anteriore allo spazio sottocongiuntivale. Può essere inserito da solo o in associazione alla chirurgia della cataratta. Potenziali candidati sono tutti i pazienti affetti da :glaucoma ad angolo aperto mal controllato dalla terapia o pazienti scarsamente tolleranti alla terapia. Tale procedura chirurgica non pregiudica la possibilità di eseguire una trabeculectomia in seconda battuta che si rende necessaria in circa il 10 % dei pazienti operati con questa tecnica. Si tratta di una metodica molto interessante , la più promettente nel campo del glaucoma tra i dispositivi attualmente sul mercato, mininvasiva, che apre importanti possibilità terapeutiche aggiuntive a quelle già presenti nella cura del glaucoma – spiega l’oculista Marco Vaccaro – i pazienti trattati con questa tecnica sono stati 20. Solo in un caso è stato necessario fare una trabeculectomia. Il vantaggio principale per i pazienti è l’aver eseguito l’intervento in anestesia topica e soprattutto il basso profilo di rischio di tale procedura (si evita completamente il rischio che l’occhio abbia pressioni troppo basse con collasso degli spazi interni».

Farmacia: allestiti nell’UFA anche farmaci biologici. Belluno. L’allestimento dell’unità Farmaci Antiblastici della Farmacia, diretta da Marina Coppola, ha portato importanti risultati sia in termini di qualità e sicurezza dei farmaci preparati in loco sia in termini di risparmio. Da qualche mese vengono allestiti, oltre agli antiblastici, anche i farmaci biotecnologici per la cura di patologie gastroenterologi che, reumatologiche e neurologiche. Dopo una valutazione di costi benefici, grazie anche a un’importante donazione che ha permesso la creazione del laboratorio, è stata avviata l’Unità Farmaci Antiblastici finalizzata anche al miglioramento del percorso di cura del paziente oncologico. Importanti i benefici ottenuti. Oltre a un significativo risparmio sui costi (prima i preparati galenici antiblastici venivano acquistati dall’Ulss 2 Marca Trevigiana con anche costi di trasporto), è stato sviluppato un sistema integrato per la qualità, la sicurezza ed è stata migliorata l’appropiratezza. Nel corso del 2019, gli allestimenti sono stati 20.800 di galenica oncologica. i pazienti dell’oncologia di Belluno che hanno utilizzati i farmaci allestiti nell’UFA sono stati 467 e quelli di Feltre 324.

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