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Diga sul Vanoi, vicepresidente Tonina replica a Marini (M5S): “In corso interlocuzione con il Veneto. In evidenza pericolosità area”

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Nei giorni scorsi, il consigliere provinciale Alex Marini (M5S) aveva chiesto per primo, chiarimenti sull’opera nel Vanoi, in una interrogazione alla Provincia

Da sinistra il consigliere M5S, Alex Marini, a destra il vicepresidente PAT, Mario Tonina e in basso l’area della Val Cortella dove verrebbe realizzato il bacino, sollecitato dal Veneto

 

Trento – Nelle scorse settimane, il consigliere provinciale M5S, Alex Marini, era intervenuto per primo, su sollecitazione del territorio, per chiedere chiarimenti alla Provincia sul progetto diga sul Vanoi, ritenuto prioritario da parte del Veneto. Nella sua interrogazione, Marini aveva chiesto dettagli in particolare:1. dell’esito della gara di progettazione finanziata con fondi PNRR per la realizzazione di nuovi invasi sul torrente Vanoi da realizzarsi in territorio trentino;

2. se delle progettazioni di cui al punto precedente siano stati informati i Comuni interessati (Canal San Bovo, Cinte Tesino e Lamon) e la Provincia Autonoma di Trento e, in caso di risposta positiva, quali siano state la valutazioni da tali enti rispetto alla volontà di realizzare un invaso sul torrente Vanoi;

3. se, alla luce delle considerazioni inserite nel PGUAP, sul corso del torrente Vanoi sia auspicabile la realizzazione di un invaso artificiale per fini irrigui e di produzione idroelettrica, con particolare riferimento contesto idrogeologico e alla franosità del territorio in questione e dei rischi correlati”.

La replica del vicepresidente Tonina

Non si è fatta attendere la risposta scritta all’interrogazione da parte del vicepresidente della provincia di Trento, Mario Tonina, che oggi spiega: “Riguardo al punto 1 e 2 si è appresa la notizia dagli organi di stampa in quanto l’amministrazione provinciale non è stata in alcun modo informata della procedura in corso così come anche i Comuni interessati dalla futura costruzione dell’opera. Riguardo al punto 3 si informa che è in corso un’interlocuzione con la Regione Veneto affinché si trovi un rimedio alla incresciosa situazione che si è venuta a creare.

Infatti già in passato la Provincia autonoma di Trento aveva espresso la contrarietà alla realizzazione dì un nuovo serbatoio di ritenuta sul torrente Vanoi e, precisamente – evidenzia Tonina -, nelle comunicazioni del 2004 (nell’ambito del Programma Nazionale degli interventi del settore idrico), del 2008 (nell’ambito della definizione del Piano stralcio per la sicurezza idraulica del fiume Brenta), del 2015 (nell’ambito dell’approvazione del primo Piano di Gestione del Rischio Alluvioni) e del 2021 (nell’ambito del Piano di Gestione delle Acque).

Le motivazioni riportate in queste comunicazioni sono legate all’impatto ecologico dell’invaso che, per la maggior parte, si estenderebbe sul territorio provinciale dove l’alto livello di naturalità degli ambienti interessati richiederebbe la loro conservazione. Inoltre è stato evidenziato che le acque del torrente Vanoi sono già oggetto di concessione a scopo idroelettrico in una serie di impianti posti a cascata sull’asta del sistema Vanoi – Cismon. A queste considerazioni si aggiunge oggi anche l’evidenza della pericolosità dell’area dove è prevista la costruzione del serbatoio.

Infine, ma non in ordine di importanza – aggiunge Tonina -, considerato che il progettando serbatoio si troverebbe per la maggior parte della sua superficie in Provincia di Trento, ad essa spetterebbe la competenza nel rilascio delle necessarie autorizzazioni sia urbanistiche che ambientali, nonchè concessorie delle acque. Peraltro trattandosi di un’opera che interesserebbe sia il Trentino che la Regione Veneto, la sua realizzazione richiederebbe a monte uno specifico accordo ai sensi dell’articolo 36 delle Norme di attuazione del Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche (PGUAP).

Inoltre l’opera dovrebbe essere prevista oltre che dal Piano Urbanistico Provinciale anche all’interno degli strumenti di pianificazione deputati alla gestione delle acque a livello di distretto idrografico delle Alpi orientali, quali il piano di Gestione delle Acque ed il Piano di gestione del rischio alluvioni che, ad oggi, non ne fanno menzione. Pertanto – conclude il vicepresidente – si ritiene che l’intervento in questione debba essere oggetto di un leale confronto tra Trentino e Veneto al fine di trovare un accordo dirimente di tutte le criticità sopra esposte”.


Scarica la risposta integrale del vice presidente Tonina

 


 

 

 

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