Primo Piano Trentino Alto Adige Valsugana Tesino

Coronavirus in Trentino, si aggrava la situazione, videoconferenza Provincia Trento 15 marzo

Share Button

Situazione si aggrava in Trentino. Accertamenti in corso su due decessi avvenuti tra domenica e lunedì alla Rsa di Pergine: si tratta di due anziane 89 e 97 anni, risultate positive al tampone per il Covid-19, come ha confermato la struttura

Trento – Sono sei le persone decedute in Trentino fino a domenica 15 marzo, due di loro sono religiosi. Ai due dei giorni scorsi a Borgo Valsugana e in Val di Fassa, si sono aggiunti 4 decessi nelle ultime 24 ore.

Delle quattro vittime una è padre Angelico, 84 anni, di Trento che aveva accompagnato ad Assisi il pullman di pellegrini tra i quali si sono registrati i primi contagi trentini. Anche gli altri tre sono anziani ottantenni di Fassa, Pinzolo e una di Ledro. Aumentano anche i contagi: sono 378, 117 in più di sabato.

La riorganizzazione sanitaria

“Con l’azienda sanitaria abbiamo impostato un piano straordinario che riguarda tutte le strutture ospedaliere trentine: nei reparti di terapia intensiva, pneumologia e malattie infettive stiamo implementando i posti disponibili, più che raddoppiandoli, per essere pronti ad un eventuale incremento ulteriore dei contagi”: il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, nel corso dell’aggiornamento quotidiano sul Coronavirus ha presentato l’organizzazione sanitaria presente sul territorio, chiarendo anche le modalità operative di Apss, per l’approccio preventivo del fenomeno di ulteriore diffusione del Covid-19 in Trentino.

Il piano prevede l’aumento da 33 a 75 posti per la terapia intensiva, da 71 a123 posti per la pneumologia e l’alta intensità e da 22 a 66 per le malattie infettive, distribuito su tutte le strutture territoriali (Cles, Arco, Tione, Cavalese e Borgo Valsugana), non solo in quelle dei grandi ospedali di Trento e Rovereto. “Ci stiamo preparando a far approdare la nave trentina in approdi sicuri” ha voluto sottolineare il presidente.

Situazione più critica

Per quanto riguarda i dati odierni della diffusione del contagio, lo stesso presidente Fugatti ha evidenziato che la crescita appare molto più ampia con il passare delle giornate, anche perché vengono conteggiati tra i positivi anche coloro che non sono sottoposti a tampone, ma presentano sintomi dopo aver avuto contatti con soggetti conclamati, proprio al fine di contenere il contagio all’interno della cerchia dei contatti stessi. Questi i numeri alle ore 14 di oggi: 117 i nuovi casi, con 15 persone attualmente in terapia intensiva, 7 guariti mentre i decessi salgono a quota 6. Come spiegato, su 378 contagi, 254 hanno avuto conferma tramite il tampone.

Il presidente Fugatti ha rinnovato l’appello a non uscire per motivi non indispensabili: “Ho visto oggi persone a passeggio per le vie del centro o sulle ciclabili, anziani e bambini, questo non va bene, come non va bene andare a fare la spesa in più di una persona per famiglia o più volte al giorno.

Ripetiamo che le nostre raccomandazioni sono essenziali per limitare i contagi: bisogna stare in casa, lo dobbiamo ai nostri figli e ai nostri anziani”, ha detto, annunciando maggiori controlli, in accordo con il Commissariato del Governo, in entrata e uscita dei caselli autostradali per evitare gli spostamenti ingiustificati tra i territori, in violazione, tra l’altro, delle disposizioni governative.

L’assessore alla salute Segnana, specificando ulteriormente i dati, è tornata sulla triste notizia dei nuovi decessi, segnalando che oggi sono riferiti alle località di Ledro, Pinzolo, Soraga di Fassa e Trento. Per quest’ultimo caso si tratta di un non residente, Padre Angelico, il frate che aveva accompagnato in pellegrinaggio ad Assisi un gruppo di fedeli trentini.

I servizi a domicilio

L’assessore ha poi ringraziato il personale del dipartimento provinciale per le politiche sociali che risponde al numero gratuito 0461.495244, attivato recentemente per il servizio #resta a casa passo io, per aiutare chi ha bisogno con la spesa a domicilio, la consegna farmaci o solo per essere ascoltati.

Anche il direttore generale dell’azienda sanitaria, Paolo Bordon ha ringraziato tutto il personale, in particolare chi in Pronto soccorso intercetta i casi sintomatici, ma anche gli operai, gli ingegneri, gli amministrativi e gli informatici che hanno permesso l’implementazione delle strutture ospedaliere in corso in questi giorni. “Ancora non siamo nella fase del picco, pur con i numeri in crescita, ma Apss cerca in ogni modo di dare risposta massima” ha detto, specificando che gli approvvigionamenti dei prodotti sanitari nelle strutture sono più che sufficienti.

“Abbiamo scorte per due settimane, arriveranno altri dispositivi in questa settimana, per dare continuità ai servizi per i prossimi due mesi” ha detto Bordon.
Alla conferenza stampa era presente anche Maria Grazia Zuccali, dirigente facente funzioni per l’Igiene pubblica del Dipartimento di prevenzione dell’Apss e docente di Fondamenti di igiene in sanità pubblica e promozione alla salute nel corso di laurea interateneo in Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro presso la scuola di medicina e chirurgia dell’Università di Verona, con sede a Trento.

Zuccali ha ripetuto tutti i consigli fondamentali per evitare il contagio, che in questa malattia avviene per via aerea attraverso le goccioline emesse parlando, tossendo e starnutendo. “È il motivo per cui dobbiamo rispettare le distanze ovunque, in farmacia, nei supermercati, all’aperto” ha detto. L’altra modalità è la trasmissione per contatto, perché le stesse goccioline possono depositarsi sulle superfici e permanervi per alcune ore, per questo viene raccomandato di non stringersi le mani e non portarle a bocca, naso, occhi.

Per quanto riguarda le mascherine chirurgiche, esse hanno il significato di proteggere gli altri, per cui vanno indossate solo in presenza di tosse, non rappresentando una protezione per le persone sane. Diverso il caso di chi presta assistenza alle persone, anche senza sintomi, od opera nei servizi. “Se ci sono stati contatti con un caso positivo, è raccomandato di indossare la mascherina chirurgica, con un successivo test mediante tampone a 4 giorni dal contatto” ha detto Zuccali.

Rispondendo a molte domande dei giornalisti, il direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria trentina, Antonio Ferro, ha specificato che c’è tutto l’interesse a ricostruire i contagi. “L’idea di mettere a tampone le polmoniti in fase inziale è stata strategica per intercettare i casi. Il rischio di fare moltissimi tamponi a tappeto induce falsa sicurezza nelle persone, che potrebbero infettarsi successivamente” ha detto, anticipando che è in previsione la strutturazione di un sistema di intercettazione di tutte le sindromi influenzali in atto, per fare da filtro con azioni di sanità pubblica in chi potrebbe propagare il contagio.

Altri aggiornamenti dalla Provincia

La conferenza dela Provincia di Trento

 

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *