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Allarme sovraffollamento nelle carceri venete, il 55% dei detenuti sono stranieri

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Zaia “ No a svuotacarceri e buonismo e basta tweet, si faccia qualcosa di concreto”

CARCERI: DIRETTORI ISTITUTI, AMNISTIA E' UNICA SOLUZIONE

 Venezia – “Anche in tema di carceri i numeri confermano che avevo ottimi motivi per lanciare, cosa che ho fatto da mesi, un allarme Veneto: con il 55,15% di stranieri nella popolazione carceraria siamo la Regione a Statuto ordinario con la percentuale massima, superiore alla media italiana del 32,9%, superiore, e non di poco (una decina di punti) rispetto a Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Lazio, Piemonte, tutte dal 45% circa in giù. Ciò dimostra due cose: che l’immigrazione clandestina o con permessi facili incide pesantemente sul numero di reati commessi e che, con 2.241 detenuti complessivi, dei quali 1.236 stranieri, le nostre nove carceri non sono sufficienti”.

Con queste parole, commentando il focus sulla popolazione carceraria pubblicato oggi da un quotidiano economico nazionale, il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia punta l’indice sul problema delle carceri in Veneto, “al quale – sottolinea – è intimamente connesso quello della legalità e della sicurezza, mai a livelli così bassi in Veneto come adesso”.

“In realtà – tiene a precisare Zaia – i nostri 1.236 stranieri detenuti su un totale di 2.241 costituiscono di fatto la quota più alta d’Italia, perché è vero che Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige hanno percentuali superiori, ma rispetto a numeri infinitesimali”.

“I problemi era e restano due, del tutto irrisolti da parte dello Stato – incalza il Governatore del Veneto – il sovraffollamento, che non si risolve con decreti svuota carceri capaci solo di fare da volano ai reati, ma realizzando altre strutture che garantiscano la certezza che la pena comminata sia scontata fino all’ultimo minuto; l’elevatissima percentuale di stranieri detenuti, che dovrebbe far riflettere sul buonismo dilagante che scarica sui territori letteralmente di tutto e che, non avendo poi la minima capacità di controllo e di offerta di una reale prospettiva di vita, spinge molti tra le braccia del crimine, cosa che accade anche in pochi giorni dall’arrivo come dimostra l’allucinante vicenda dell’ospite dell’ex Caserma Serena a Treviso, beccato dopo pochi giorni a spacciare in centro”.

Qualcuno a Roma vuole affrontare seriamente il problema? – chiude Zaia – allora faccia qualcosa di concreto che vada oltre un tweet, a meno che il tweet non sia l’annuncio di qualcosa di fatto, e allora sarà il benvenuto”.

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