Presidente Regione Zaia:“Situazione insostenibile e’ paradigma di caos italiano ed europeo. Le soluzioni ci sono, ma manca il coraggio”
Treviso – “Sul fronte immigrati Treviso è purtroppo il paradigma del caos italiano ed europeo. Gli allarmi che da tempo immemore lancio, al fianco delle Organizzazioni delle Forze dell’Ordine, da becero e infondato razzismo, come sono stati più volte definiti dal fronte dell’ipocrisia buonista, ora sono riconosciuti come triste realtà. Le soluzioni ci sono, ma manca il coraggio a chi dovrebbe averlo realizzandole”.
E’ questo il commento del Presidente della Regione alla situazione immigratoria sempre più preoccupante a Treviso, come in altre aree del Veneto.
“Anche la Cgil parla di una valanga di migranti dei quali l’80% non otterrà lo status di rifugiato, addirittura più dei due terzi cui il sottoscritto si era prudentemente attestato – aggiunge il Governatore – anche se poi, a fronte di una corretta diagnosi, continua a sbagliare la terapia invitando a riconoscere lo status anche agli immigrati economici. Sostanzialmente un suicidio. Il tutto mentre chi sta al fronte, il sindacato della Polizia Sap, prevede che i problemi aumenteranno e le Istituzioni governative territoriali, invece di ascoltare il territorio, accusano i Sindaci di scarsa collaborazione senza chiedersi il perché”.
“La situazione limite alla quale siamo arrivati – incalza il Presidente del Veneto – è il risultato di responsabilità precise, che vanno dalla gestione europea e nazionale del problema, fino all’ipocrisia buonista di chi non ha voluto ammettere per troppo tempo che tra questa gente la stragrande maggioranza non ha i requisiti per ottenere lo status di rifugiato, che lo Stato non aveva e non ha i mezzi per procedere a identificazioni, e quindi occorre una severa politica di respingimenti, né ha avuto il coraggio di ammettere i rischi criminalità e terrorismo, che sono sottesi al fenomeno e che si stanno puntualmente avverando”.
“Occorre fare quello che dicevamo noi ‘razzisti’ e che adesso mezzo mondo dice – conclude il Governatore – e cioè evitare che arrivino nei territori persone che non hanno diritto d’asilo: creare centri d’accoglienza e smistamento lungo le coste del Nordafrica; lì identificare e riconoscere tutti, garantendo assistenza e corridoi umanitari a chi davvero fugge da guerre e persecuzioni e bloccando tutti gli altri. Tentare di farlo quando sono già arrivati sui territori è come chiudere la stalla dopo la fuga dei buoi”