Del più conosciuto architetto degli ultimi cinque secoli infatti non esiste un ritratto coevo
Vicenza – E’ una vicenda che potrebbe piacere a Dan Brown quella del mistero sul volto di Palladio. A raccontarla sarà, dal 3 dicembre al 4 giugno prossimi, la mostra ‘Palladio. Il mistero del volto’, nelle sale del Palladio Museum a Vicenza. Il visitatore sarà condotto nei meandri di una storia che si è fatta leggenda, tra falsificazioni, equivoci e colpi di scena, giungendo ad una verità che riporta a Erasmo da Rotterdam. Del più conosciuto architetto degli ultimi cinque secoli non esiste un ritratto cinquecentesco. O meglio, sappiamo da Vasari che ne sono esistiti almeno due: un primo, ad opera del pittore veronese Orlando Flacco, ed un secondo, attribuito a Tintoretto, che compare in un inventario del 1599. Di entrambi però si sono perse le tracce.
Per questo gli inglesi nel Settecento si sono inventati una faccia di Palladio: Compare all’inizio della prima traduzione in inglese dei Quattro Libri dell’Architettura, realizzata a Londra dall’italiano espatriato Giacomo Leoni fra il 1715 e il 1720. Ma il Palladio ‘inglese’ compare vestito alla moda del Settecento e, nonostante Leoni dichiari l’incisione basata su un ritratto di Paolo Veronese è chiaramente un’invenzione.
Pochi anni più tardi, gli italiani rispondono con un ritratto diverso, pubblicato sulla guida al Teatro Olimpico del 1733. L’autore dice di averlo copiato da un ritratto presente alla Rotonda, ma è il ritratto giusto? Non lo sappiamo perché l’originale fino ad oggi era introvabile. Insomma, la faccia di Palladio che siamo abituati a vedere è vera o falsa? La mostra tenta di ricostruire tutta la complicata storia del volto del mitico architetto, esito di una accanita ricerca scientifica che si snoda lungo cinque secoli, e non mancano colpi di scena, alla luce di nuove scoperte negli Stati Uniti e in Russia. La mostra è a cura di Guido Beltramini, direttore del Palladio Museum, l’allestimento della mostra è progettato da Alessandro Scandurra.