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A Venezia torna la 59^ Esposizione Internazionale d’Arte: “Il latte dei sogni”

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Questo il titolo della 59^ Esposizione Internazionale d’Arte organizzata dalla Biennale di Venezia e ospitata dalla città lagunare dal 23 aprile al 27 novembre 2022. Parteciperanno alla manifestazione culturale 213 artiste e artisti provenienti da tutto il Mondo

[ Venezia vista dall’alto – © European Space Imaging (EUSI) ]

di GianAngelo Pistoia

NordEst – Sarà aperta al pubblico da sabato 23 aprile a domenica 27 novembre 2022, ai Giardini e all’Arsenale, la 59^ Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo “Il latte dei sogni”, a cura di Cecilia Alemani, organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Roberto Cicutto. La pre-apertura avrà luogo nei giorni 20, 21 e 22 aprile, la cerimonia di premiazione e inaugurazione si svolgerà il 23 aprile 2022.

La Biennale ha avviato nel 2021 un percorso di rivisitazione di tutte le proprie attività secondo principi consolidati e riconosciuti di sostenibilità ambientale. Per il 2022 l’obiettivo è quello di estendere il raggiungimento della certificazione della “neutralità carbonica”, ottenuto nel 2021 per la 78^ Mostra del Cinema, a tutte le attività programmate dalla Biennale: la 59^ Esposizione Internazionale d’Arte, i Festival di Teatro, Musica e Danza e la 79^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.

L’Esposizione Internazionale d’Arte 2022 si articolerà negli spazi del Padiglione Centrale ai Giardini e in quelli delle Corderie, delle Artiglierie e negli spazi esterni delle Gaggiandre e del Giardino delle Vergini nel complesso dell’Arsenale. Parteciperanno alla 59^ Esposizione Internazionale d’Arte ben 213 artiste e artisti provenienti da tutto il Mondo. Sono 26 le artiste e gli artisti italiani, 180 le prime partecipazioni alla Mostra Internazionale, 1433 le opere e gli oggetti esposti, 80 le nuove produzioni.

Per la prima volta negli oltre 127 anni di storia dell’istituzione veneziana la Biennale include una maggioranza preponderante di artiste donne e soggetti non binari, scelta che riflette un panorama internazionale di grande fermento creativo ed è anche un deliberato ridimensionamento della centralità del ruolo maschile nella storia dell’arte e della cultura attuali. La mostra presenta opere contemporanee e nuove produzioni concepite appositamente per la Biennale Arte presentate in dialogo con lavori storici che datano dall’Ottocento fino ai nostri giorni.

[ Padiglione Centrale ai Giardini – © Francesco Galli / courtesy of La Biennale di Venezia ]

«La mostra “Il latte dei sogni” prende il titolo da un libro di favole di Leonora Carrington (1917-2011) in cui l’artista surrealista descrive un mondo magico nel quale la vita viene costantemente reinventata attraverso il prisma dell’immaginazione e dove è concesso cambiare, trasformarsi, diventare altri da sé – chiosa la curatrice Cecilia Alemani e spiega – l’esposizione “Il latte dei sogni” sceglie le creature fantastiche di Carrington, insieme a molte altre figure della trasformazione, come compagne di un viaggio immaginario attraverso le metamorfosi dei corpi e delle definizioni dell’umano.

La mostra nasce dalle numerose conversazioni intercorse con molte artiste e artisti in questi ultimi mesi. Da questi dialoghi sono emerse con insistenza molte domande che evocano non solo questo preciso momento storico in cui la sopravvivenza stessa dell’umanità è minacciata, ma riassumono anche molte altre questioni che hanno dominato le scienze, le arti e i miti del nostro tempo. Come sta cambiando la definizione di umano? Quali sono le differenze che separano il vegetale, l’animale, l’umano e il non-umano? Quali sono le nostre responsabilità nei confronti dei nostri simili, delle altre forme di vita e del pianeta che abitiamo? E come sarebbe la vita senza di noi?

Questi sono alcuni degli interrogativi che fanno da guida a questa edizione della Biennale Arte, la cui ricerca si concentra in particolare attorno a tre aree tematiche: la rappresentazione dei corpi e le loro metamorfosi; la relazione tra gli individui e le tecnologie; i legami che si intrecciano tra i corpi e la Terra – puntualizza Cecilia Alemani e prosegue – distribuite lungo il percorso espositivo al Padiglione Centrale e alle Corderie, anche cinque piccole mostre tematiche a carattere storico costituiscono una serie di costellazioni nelle quali opere d’arte, oggetti trovati, manufatti e documenti sono raccolti per affrontare alcuni dei temi fondamentali della mostra.

[ Le Corderie – © Giulio Squillacciotti / courtesy of La Biennale di Venezia ]

Concepite come delle capsule del tempo, queste micro-mostre forniscono strumenti di approfondimento e introspezione, intessendo rimandi e corrispondenze tra opere storiche – con importanti prestiti museali e inclusioni inusuali – e le esperienze di artiste e artisti contemporanei esposti negli spazi limitrofi.

Le capsule tematiche arricchiscono la Biennale con un approccio trans-storico e trasversale che traccia somiglianze ed eredità tra metodologie e pratiche artistiche simili, anche a distanza di generazioni, creando nuove stratificazioni di senso e cortocircuiti tra presente e passato: una storiografia che procede non per filiazioni e conflitti ma per rapporti simbiotici, simpatie e sorellanze – chiarisce la curatrice e conclude – la mostra “Il latte dei sogni” è stata concepita e realizzata in un periodo di grande instabilità e incertezza. La sua genesi ed esecuzione hanno coinciso con l’inizio e il continuo protrarsi della pandemia di Covid-19 che ha costretto la Biennale di Venezia a posticipare questa edizione di un anno, un evento che, sin dal 1895, si era verificato soltanto durante la Prima e la Seconda guerra mondiale.

[ Le Gaggiandre – © Andrea Avezzu / courtesy of La Biennale di Venezia ]

Che la mostra possa aprire è di per sé un fatto straordinario: non tanto il simbolo di una ritrovata normalità, quanto piuttosto il segno di uno sforzo collettivo che ha qualcosa di miracoloso. In questi interminabili mesi passati di fronte a uno schermo mi sono chiesta più volte quale fosse la responsabilità dell’Esposizione Internazionale d’Arte in questo momento storico e la risposta più semplice e sincera che mi sono riuscita a dare è che la Biennale assomiglia a tutto ciò di cui ci siamo dolorosamente privati in questi ultimi due anni.

La libertà di incontrarsi con persone da tutto il mondo, la possibilità di viaggiare, la gioia di stare insieme, la pratica della differenza, della traduzione, dell’incomprensione e quella della comunione. “Il latte dei sogni” non è una mostra sulla pandemia ma registra inevitabilmente le convulsioni dei nostri tempi. In questi momenti, come insegna la storia della Biennale di Venezia, l’arte e gli artisti ci aiutano a immaginare nuove forme di coesistenza e nuove, infinite possibilità di trasformazione».

[ Roberto Cicutto e Cecilia Alemani – © Andrea Avezzu / courtesy of La Biennale di Venezia ]

«L’Esposizione di Cecilia immagina nuove armonie, convivenze finora impensabili e soluzioni sorprendenti proprio perché prendono le distanze dall’antropocentrismo – afferma il Presidente della Biennale Roberto Cicutto ed aggiunge – un viaggio alla fine del quale non ci sono sconfitti, ma si configurano nuove alleanze generate dal dialogo fra esseri diversi (alcuni forse prodotti anche da macchine) con tutti gli elementi naturali che il nostro pianeta (e forse anche altri) ci presenta.

I compagni di viaggio (le artiste e gli artisti) che si aggregano alla curatrice provengono da mondi molto diversi fra loro. Cecilia ci dice che c’è una maggioranza di artiste donne e soggetti non binari, una scelta che condivido perché riflette la ricchezza della forza creativa dei nostri giorni. Molte opere sono nuove produzioni appositamente create per questa edizione. Un segno importante e la prova di una grande attenzione alle nuove generazioni di artiste e artisti.

[Aggregate – photo Andrei Dinu – © Alexandra Pirici / courtesy of Alexandra Pirici ]

Non a caso la curatrice ha accettato di studiare e realizzare il primo “College Arte” nella storia della Biennale, che si affianca a quelli di Cinema, Danza, Teatro e Musica. I risultati dei College degli ultimi anni, sotto la diretta responsabilità dei Direttori Artistici coadiuvati da tutor, sono stati molto positivi. Sembrava difficile realizzarlo anche per Arte.

Ma invece tre artiste e un artista, scelti fra i molti candidati da tutto il mondo, vedono le loro opere esposte fuori concorso nell’Esposizione Internazionale, con uguale dignità rispetto ai loro colleghi già affermati, selezionati dalla Curatrice – puntualizza Roberto Cicutto e conclude – una tappa importante per la Biennale di Venezia che sempre di più, attraverso le attività del proprio Archivio Storico e la costituzione di un Centro Internazionale della Ricerca sulle Arti Contemporanee, si fa strumento di crescita per artiste e artisti, arricchendo la propria funzione storica di produzione di mostre e festival. L’augurio per questa 59^ Esposizione Internazionale d’Arte è che con essa ci si possa immergere nel “re-incantesimo del mondo” evocato da Cecilia. Forse un sogno, che è un altro degli elementi costitutivi dell’Esposizione».

[ Candice Lin, Seeping, Rotting, Resting, Weeping, exhibition view from Walker Art Center,
Minneapolis, 2021 – © courtesy of the Artist; François Ghebaly Gallery ]

La 59^ Esposizione Internazionale d’Arte consterà di 79 partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 5 i paesi presenti per la prima volta alla Biennale Arte: Repubblica del Camerun, Namibia, Nepal, Sultanato dell’Oman e Uganda. Repubblica del Kazakhstan, Repubblica del Kirghizistan e Repubblica dell’Uzbekistan partecipano per la prima volta con un proprio padiglione. Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero della Cultura, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, sarà a cura di Eugenio Viola.

Gli eventi collaterali ammessi dalla curatrice e promossi da enti e istituzioni nazionali e internazionali senza fini di lucro, sono organizzati in numerose sedi della citta di Venezia e propongono un’ampia offerta di contributi e partecipazioni che arricchiscono il pluralismo di voci che caratterizza la Mostra. I progetti speciali realizzati dalla Biennale di Venezia in concomitanza con la 59^ Esposizione Internazionale d’Arte sono due: il “progetto speciale Forte Marghera di Mestre” e il “progetto speciale al Padiglione delle Arti Applicate nelle sale d’Armi dell’Arsenale”.

[Andra Ursuţa, Predators R Us, 2020 – courtesy of the Artist; David Zwirner; Ramiken, New York – © Andra Ursuţa]

C’è poi la “Biennale College Arte”: sono di Simnikiwe Buhlungu, Ambra Castagnetti, Andro Eradze e Kudzanai-Violet Hwami, i progetti finalisti della 1^ edizione della “Biennale College Arte 2021/22” che potranno accedere a un congruo contributo per la realizzazione delle loro installazioni. Queste opere saranno anche presentate, fuori concorso alla 59^ Esposizione Internazionale d’Arte. Al bando di partecipazione hanno aderito oltre 250 giovani artisti/e emergenti under 30 provenienti da 58 paesi in tutto il mondo. Più della metà le donne.

Il catalogo ufficiale della 59^ Esposizione Internazionale d’Arte, dal titolo “Il latte dei sogni” è composto da due volumi. Il primo, a cura di Cecilia Alemani è dedicato alla Esposizione Internazionale e comprende, oltre al contributo originale della curatrice, un’ampia serie di illustrazioni e saggi critici di un gruppo di scrittrici e pensatori oggi all’avanguardia. Ogni artista è introdotto da un testo critico, oltre che da un apparato iconografico a colori. Il volume include anche una vasta gamma di testi originali, conversazioni e ristampe che catturano molte delle riflessioni sollevate dalla Mostra, mentre guardano a preoccupazioni più ampie e altrettanto urgenti.

Le artiste e gli artisti che partecipano alla Mostra sono introdotti dai testi di Isabella Achenbach, Liv Cuniberti, Manuela Hansen, Melanie Kress, Stefano Mudu, Ian Wallace e Madeline Weisburg. Il secondo volume è dedicato invece alle partecipazioni nazionali e agli eventi collaterali della 59^ Esposizione Internazionale d’Arte. Include testi riccamente illustrati che esplorano i vari progetti in mostra a Venezia dal 23 aprile al 27 novembre 2022. Infine la “guida breve dell’Esposizione” – sempre a cura di Cecilia Alemani – è studiata per accompagnare i visitatori attraverso gli spazi espositivi dell’Arsenale e dei Giardini e per indirizzarli verso gli altri progetti allestiti in tutta la città di Venezia. Il design delle pubblicazioni è dello studio “A Practice for Everyday Life” di Londra.

[Venice Biennale 2022 Book Renders Catalogue Volume 1 and 2 – courtesy of La Biennale di Venezia]

Il medesimo studio londinese cura anche l’identità grafica della Biennale Arte 2022. L’identità grafica esplora i concetti di fluidità, identità, umano e non umano, re-incanto e frammentazione, mettendo le opere delle artiste e degli artisti al centro dell’immagine. Pur essendo lavori molto diversi fra loro, i particolari di alcune opere di Belkis Ayón, Felipe Baeza, Tatsuo Ikeda e Cecilia Vicuña hanno in comune la rappresentazione dell’occhio, simbolo di importanti temi che attraversano la Mostra: sogni, identità, corpo e riflessione. Gli occhi, applicati secondo varie modalità lungo le declinazioni dell’identità grafica, guardano il pubblico, dando vita a elementi inanimati come muri, ponti e barche sui quali saranno installati. I due volumi e la guida breve editi dalla Biennale di Venezia sono acquistabili nei bookshop della Mostra e nelle principali librerie in Italia e all’estero.

L’allestimento della 59^ Esposizione Internazionale d’Arte è concepito da “Formafantasma” uno studio di design fondato nel 2009 da Andrea Trimarchi e Simone Farresin. Il loro lavoro è internazionalmente riconosciuto per il rigore progettuale e le considerazioni delle forze storiche, politiche e sociali che plasmano la disciplina del design oggi.


Il sito web ufficiale della Biennale Arte 2022: “www.labiennale.org”. Gli hashtag ufficiali sono: #BiennaleArte2022, #ilLatteDeiSogni, #TheMillkOfDreams.


 

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