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Xuxa Meneghel e Renata Bueno: una storia in comune e l’amore per l’Italia

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Due italo-brasiliane da anni catalizzano l’interesse dei propri connazionali e dei media internazionali: l’artista Maria da Graça “Xuxa” Meneghel e la giurista, avvocato e politico, Renata Bueno. Riuscirà quest’ultima a convincere Xuxa a venire in Italia per visitare il paese di Imèr, terra d’origine dei suoi avi? Per Xuxa questa può essere l’occasione propizia per ritirare una pergamena riportante il suo albero genealogico che l’amministrazione comunale di Imer ha in serbo per lei dal 2013

[ Xuxa Meneghel – © Imagecollect / Dreamstime.com / Renata Bueno – © Divulgação / www.renatabueno.com.br/it ]

 

di GianAngelo Pistoia

NordEst – Gli ascendenti (nonni, bisnonni …) di entrambe sono di origine italiana, ambedue sono nate in Brasile, hanno iniziato la loro carriera grazie alla loro caparbietà e sono delle “self-made women”, ovvero delle donne che per merito della loro intraprendenza e tenacia abbinate a bellezza e glamour si sono imposte nel loro Paese e all’estero nei competitivi e talvolta cinici settori dello spettacolo e della politica. Sto parlando di due persone apprezzate in Brasile ed anche a livello internazionale: l’artista Maria da Graça Meneghel, detta ”Xuxa” e la giurista, avvocata e politica Renata Bueno. Molti media di tutto il mondo si sono interessati a loro, come si evince anche dagli articoli che giornali e siti web le hanno dedicato e che di seguito ripropongo per ampli stralci.

L’artista Maria da Graça Meneghel, detta ”Xuxa”. La più conosciuta fra le due è sicuramente Maria da Graça Meneghel. Basta pronunciare il suo soprannome, Xuxa, e in Brasile tutti capiscono di chi si parla. Il suo avo paterno era nato ad Imér nella Valle di Primiero in Trentino (allora provincia dell’Impero Austro-Ungarico) e poi era emigrato in Brasile, per cui Xuxa dal 2013 – per “iure sanguinis” – è riuscita ad ottenere anche la cittadinanza Italiana. Due esaustivi articoli su Maria da Graça Meneghel sono stati scritti dal giornalista Paolo Meneghini per il mensile “Il Messaggero di Sant’Antonio – Edizione italiani nel mondo”; articoli che, grazie all’autorizzazione del direttore della testata, ripropongo integralmente.

[ Panoramic view of the village of Imer – © Tn 3480 (Creative Commons – CC BY-SA 3.0) ]
Così Paolo Meneghini scriveva il 24 luglio 2013: «Da qualche mese l’Italia ha una cittadina illustre in più: Maria da Graça Meneghel, in arte Xuxa (si legge Sciùscia), personaggio dello spettacolo tra i più popolari in Brasile. Nel 2008 il “Messaggero di Sant’Antonio” le aveva dedicato la copertina del numero di febbraio. Forse è stato proprio quell’articolo a spingere la conduttrice televisiva brasiliana, nata a Santa Rosa (Rio Grande do Sul), ma da molti anni residente a Rio de Janeiro, ad avviare l’iter per ottenere la cittadinanza italiana (l’avo paterno era nato a Imer, in Trentino). Lo scorso 27 marzo Xuxa ha festeggiato i suoi 50 anni. Poche settimane dopo è stata invitata al Consolato di Rio de Janeiro per la consegna del passaporto italiano.

[ Xuxa collects the passport at the Italian Consulate in Rio de Janeiro – © Xuxa “facebook” profile ]
L’evento è stato vissuto in diretta dal popolo di “Facebook”. Le immagini di Xuxa che bacia raggiante il nostro passaporto color bordeaux hanno guadagnato in poche ore cinquantamila “mi piace”. Un bel regalo di compleanno per la star brasiliana e una grande soddisfazione per i nostri rappresentanti diplomatici. “Xuxa rappresenta un esempio di come tanti brasiliani di origine italiana abbiano mantenuto vivo il ricordo delle loro radici e un marcato interesse per il nostro Paese – ha dichiarato al “Messaggero di Sant’Antonio” il console italiano Mario Panaro ed ha aggiunto – Il rilascio del passaporto alla signora Meneghel è stata l’occasione per un incontro con un personaggio di indubbio spessore viste le produzioni televisive, cinematografiche e musicali che lei cura con garbo, verve e grande attenzione al mondo dell’infanzia».

Ed è sempre Paolo Meneghini in un articolo pubblicato il 16 gennaio 2008 dal “Messaggero di Sant’Antonio” che ha delineato questo esaustivo ritratto di Xuxa Meneghel: «L’appellativo di “Rainha dos Baixinhos” (la Regina dei piccoli) se l’è guadagnato in oltre trent’anni di programmi televisivi, film e canzoni per il pubblico dei bambini. Lei è Maria da Graça Meneghel, personaggio di punta del colosso televisivo brasiliano “Rede Globo”. Oggi Xuxa è nel pieno della maturità artistica ed ha già collezionato una serie di incredibili record: è l’artista femminile che guadagna più di tutti nel dorato mondo dello spettacolo brasiliano; nella sua carriera ha venduto più di 40 milioni di dischi. Nel 1991 è stata la prima brasiliana a entrare nella speciale classifica, stilata dalla prestigiosa rivista “Forbes”, dei quaranta artisti più pagati del pianeta. I molti film che la vedono protagonista hanno totalizzato circa quarantacinque milioni di spettatori. Per dare un’idea dell’enorme popolarità di cui gode quest’artista d’origine italiana, basterà ricordare che nell’agosto del 1998 il principale telegiornale brasiliano, il “Jornal Nacional”, dedicò un reportage di dieci minuti alla nascita di sua figlia Sasha.

[ Xuxa during a performance at the Maracanã Stadium in Rio de Janeiro – © Celso Pupo Rodrigues / Bigstock ]
É probabile che la vena artistica di Xuxa sia legata in qualche modo al “dna” del nonno materno, che era un attore. “Morì per un attacco di cuore – ricorda Xuxa – sull’uscio di casa rientrando da una rappresentazione teatrale. All’epoca mia mamma Alda aveva solo tre anni, e dopo essere stata cresciuta per un certo periodo da un’amica di famiglia, fu messa in convento dove rimase fino all’età di quattordici anni. Un bel giorno, poco prima di prendere i voti, mamma Alda andò a far visita a una vecchia zia. Stava per tornarsene in convento quando vide avvicinarsi un ragazzo baldanzoso che aveva un curioso ciuffo alla Elvis Presley. Si chiamava Luis Floriano, ed era mio padre. Per farla breve, a sedici anni mamma Alda era già sposata e madre felice di una bimba”. Xuxa è la più giovane di cinque figli, e anche le circostanze della sua nascita – è lei stessa a ricordarlo – hanno del romanzesco.

“Mi hanno chiamata Maria da Graça perché il parto fu molto complicato; tanto complicato che ad un certo punto il medico disse a mio padre che c’era da scegliere se tenere in vita la madre o la nascitura. Mio padre, naturalmente, optò per la mamma, ma fece una promessa al Signore che se avesse voluto farmi nascere mi avrebbe dato il nome di una santa. Il soprannome Xuxa, invece, me l’affibbiò il mio fratellino Blad non appena mi vide per la prima volta che avevo pochi giorni di vita. Non avrei mai immaginato che un giorno sarebbe diventato anche il mio fortunato nome d’arte”. L’infanzia di Xuxa è serena. Lo scenario è un rassicurante angolo di Brasile meridionale bagnato dal Rio Uruguay, ai confini con l’Argentina. Le condizioni economiche della famiglia non possono certo dirsi agiate, ma in casa ci si arrangia e non manca il necessario. Nei primi anni Settanta, il padre, militare di carriera, viene trasferito a Rio de Janeiro. La nuova casa ha solo due camere da letto, una per i genitori e l’altra per i cinque figli, ma questo non è un problema, anzi: la stretta vicinanza contribuisce a cementare i legami tra fratelli, ognuno dei quali ha dei precisi compiti nell’ambito dell’economia familiare.

La nascita di questa stella del firmamento dello spettacolo brasiliano è stata, come spesso accade, del tutto fortuita. “Avevo poco meno di sedici anni – rammenta Xuxa – e stavo tornando a casa in treno dall’Università Statale di Rio de Janeiro, dove ero stata a lezione di ginnastica. Non ero certo vestita elegante, ero accaldata e coi capelli in disordine. Il mio vicino di posto era un giovane che aveva con sé un pacco di riviste di moda. Dopo un po’, il tipo comincia a farmi dei complimenti: dice che ho un bel viso, che sono molto carina. Non ho pensato a un malintenzionato perché il ragazzo era timido, quasi impacciato, ma quando scesi dal treno lui, a sorpresa, mi accompagnò fino a casa. Si presento a mia madre, con tanto di documento d’identità, dicendo di lavorare per l’editore Bloch. Raccontò che mi aveva incontrata casualmente in treno, che era stato colpito dal mio volto, e le chiese se avesse una mia foto da portare in redazione. Dopo qualche tentennamento, mia madre gli consegnò una foto scattata al Carnevale di Coroa Grande, un anno prima. Qualche settimana più tardi arrivò una telefonata da quel famoso editore e così iniziò la mia carriera di modella”. Una carriera, in realtà, durata molto poco in gioventù e che Xuxa ha ripreso solo ora, in età adulta.

[ Xuxa poses as a model for Vogue magazine – © courtesy of Vogue Brasil ]
Xuxa, a soli vent’anni, è già in televisione con il suo programma per bambini dal titolo “Clube da Criança” (il Club dei Ragazzi) e nel 1986 ottiene un contratto con “Rede Globo” dove, fino al 1992, darà vita al popolarissimo “Xou da Xuxa”, trasmissione che ha battuto tutti i record d’ascolto nella storia della televisione per ragazzi. I sette dischi con le canzoni tratte da questo show hanno venduto, solo in Brasile, qualcosa come 18 milioni di copie! Nel 1988 Xuxa debutta sul grande schermo. I venti film girati da protagonista sono stati visti da 37 milioni di spettatori. Ma la televisione rimane il mezzo preferito da Maria da Graça Meneghel per parlare al mondo dei bambini. Dopo “Xou da Xuxa” seguono altri programmi come “Planeta Xuxa” e “TV Xuxa”, e ogni volta la conduttrice riesce a catturare l’attenzione del suo pubblico.

[ The program “Xou da Xuxa” was a huge success with the public in the 1980s – © Divulgação/TV Globo ]
Un mondo, quello dei bambini e degli adolescenti, al quale Xuxa dimostra di tenere molto anche al di fuori della sua attività professionale. Nel lontano 1988, quando non era ancora così famosa, la showgirl ha dato vita a Pedra de Guaratiba, nei pressi di Rio de Janeiro, alla “Fundação Assistencial Xuxa Meneghel” con lo scopo di togliere dalla strada e dal degrado centinaia di ragazzini di quel quartiere. L’attività della Fondazione si articola in una serie di iniziative che coinvolgono l’area educativa, sociale, culturale e del rispetto dell’ambiente, e nasce dal presupposto che nei casi in cui la famiglia o le istituzioni sociali non siano in grado di seguire da vicino i bambini, questi si trovano in una situazione di vulnerabilità sociale che incide pesantemente sul loro sviluppo e, conseguentemente, sul loro futuro.

[ Rendering of the “Fundação Assistencial Xuxa Meneghel” – © “Fundação Assistencial Xuxa Meneghel” ]
Attualmente ne beneficiano gratuitamente circa quattrocento fra bambini in età prescolare e ragazzi fino ai dodici anni. I primi frequentano la Fondazione in orario continuato dalle otto del mattino alle diciassette. Per i secondi si tratta, invece, di un’opportunità complementare all’orario della scuola pubblica, la cui regolare frequenza è condizione indispensabile per poter accedere ai corsi organizzati dalla struttura. La maggiore soddisfazione di Maria da Graça Meneghel, che della Fondazione è la presidente, l’infaticabile motore e soprattutto la principale finanziatrice, è che molti dei suoi bambini di ieri frequentano oggi con profitto l’università e tornano alla Fondazione per dare una mano agli educatori e agli animatori. Un bel progetto, non c’è che dire, per Xuxa, autentica regina dei bambini anche al di fuori dello schermo» così conclude Paolo Meneghini il suo articolo pubblicato il 16 gennaio 2008 dal “Messaggero di Sant’Antonio”.

[ Xuxa Meneghel with operators and guests of the Foundation – © “Fundação Assistencial Xuxa Meneghel” ]
Dal 2018 Xuxa ha lasciato le cariche direttive nella Fondazione che ha assunto anche un altro nome, “Fundação Angelica Goulart”. Omaggio questo ad Angelica, direttrice prematuramente deceduta, che alla guida della struttura educativa di Xuxa ne ha gestito la pianificazione strategica e ha indicato nuove direzioni e opportunità da cogliere sempre fiduciosa nel futuro. La mattina della sua morte, Xuxa Meneghel ha scritto “oggi è morto il cuore della mia fondazione”. Tuttavia, Angelica è diventata un cuore irrigato nella vita di tutti coloro che ha incontrato nei 22 anni come direttrice della Fondazione: bambini, famiglie, dipendenti, soci, amici e autorità.

Col trascorrere degli anni, Xuxa Meneghel si è sempre più lasciata coinvolgere in progetti e iniziative per la tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti: campagne che riguardano la lotta alla prostituzione minorile, agli abusi sessuali e all’uso di droghe, la prevenzione sanitaria, l’utilizzo consapevole di Internet e molto altro ancora. «Devo ai bambini la mia fortuna professionale – ha dichiarato recentemente Xuxa – pertanto mi sembra moralmente doveroso sfruttare la popolarità di cui godo per dar voce a quelli, tra loro, che sono meno fortunati».
L’impegno di Xuxa Meneghel non è però rivolto solo ai minori. Partecipa attivamente anche alla vita politica del Brasile. Durante la campagna per le elezioni presidenziali del 2022 si è schierata pubblicamente con Luiz Inácio Lula da Silva, il candidato del “Partido dos Trabalhadores”. Per questo suo “endorsement progressista” Xuxa è stata bersaglio di attacchi da parte dei sostenitori di Bolsonaro. Luiz Inácio Lula da Silva ha poi vinto le elezioni e il 1° gennaio 2023 ha iniziato il suo secondo mandato (il primo risale al periodo 2003-2010) quale presidente della Repubblica Federale del Brasile.

[ The ministers Nísia Trindade, Daniela Carneiro, Cida Gonçalves, the “first lady” Janja Silva and the presenter Xuxa Meneghel – © Reprodução / Luiz Inácio Lula da Silva – © Ricardo Stuckert/PR (C. Commons CC BY 2.0) ]
La “first lady”, Rosangela da Silva detta “Janja”, d’intesa con il governo federale, lo scorso febbraio si è avvalsa di Xuxa – quale testimonial – per promuovere una campagna vaccinale nazionale di richiamo contro il Covid-19.Sebbene l’OMS abbia decretato la fine dell’emergenza sanitaria da coronavirus, il governo brasiliano ha deciso di incentivare le vaccinazioni con l’obiettivo di aumentare la percentuale di brasiliani immunizzati con tutti i vaccini disponibili presso il Sistema sanitario nazionale (Sus).

Nonostante questo suo impegno nel sociale e nella politica, da alcuni anni l’attività di “showgirl” di Xuxa Meneghel è al centro di approfondite analisi e talvolta anche di critiche da parte dei media e dell’opinione pubblica brasiliana. Come riferisce la giornalista Ana Ionova in un reportage da Rio de Janeiro dello scorso 15 agosto per il prestigioso “The New York Times”: «I suoi spettacoli hanno fatto il “sold out” negli stadi più grandi dell’America Latina. Milioni di brasiliani sono cresciuti guardando Xuxa in televisione. Generazioni di bambini hanno trascorso le mattine a guardarla suonare, cantare e ballare per ore nel sui popolarissimi spettacoli di varietà. “Ero una bambola, una babysitter, un’amica per questi bambini.

Una Barbie di allora che arrivava con una astronave. Ero bianca, bionda con le gambe affusolate. Penso che probabilmente sia questo il motivo per cui in passato i miei show hanno funzionato davvero, davvero bene. Barbie ed io eravamo due vincitrici, due donne vittoriose in un momento in cui solo gli uomini potevano fare qualsiasi cosa. La TV era una piccola scatola magica e io facevo parte di quella magia” ha affermato Xuxa. Nel suo spettacolo per bambini, indossava spesso gonne corte e stivali alti fino alla coscia mentre usciva da un’astronave su cui erano stampate gigantesche labbra rosse. E come Barbie, è diventata un idolo per i suoi fan, che sono cresciuti desiderando essere proprio come Xuxa e il suo cast tutto bianco di ballerini adolescenti, i “Paquitas”. I bambini chiedevano a gran voce ai genitori di acquistare fumetti, abiti e bambole di Xuxa, che somigliavano sorprendentemente alla Barbie di plastica.

[ The show“ Xou da Xuxa” – © Divulgação TV Globo / © Jk Brasil (Creative Commons – CC BY-SA 4.0) ]
Durante il suo regno, che coincise con l’espansione economica del Brasile, i tassi di chirurgia estetica salirono alle stelle fino a raggiungere i livelli più alti del mondo, e molti finirono sotto i ferri mentre erano ancora adolescenti. Ma il Brasile e i suoi guardiani culturali stanno adesso abbracciando nuove definizioni di bellezza che celebrano riccioli naturali, corpi sinuosi e tonalità della pelle più scure. Ora molti, inclusa anche la stessa Xuxa, si chiedono se l’ideale elitario che rappresentava nei suoi show sia stato una forza positiva in un paese con una popolazione a maggioranza nera e dove si sta fermentando un dibattito nazionale su ciò che è considerato bello e su chi è stato invece cancellato per i suoi tratti somatici dalla cultura popolare. Xuxa ha puntualizzato che le critiche ora rivolte ai suoi programmi televisivi “sono da attribuire alla cultura dell’epoca poiché allora non consideravo sbagliato lo standard di bellezza che comunicavo ai miei fan.

Oggi invece sappiamo che questi messaggi sono fuorvianti. Mi assumo le mie responsabilità per aver inculcato in alcuni bambini degli stereotipi errati. Dio, che trauma ho messo nelle loro teste. Queste critiche mi hanno insegnato molto e mi hanno fatta maturare. Si impara a fare le cose per bene solo quando vediamo che siamo sulla strada sbagliata. Una lezione di vita che mi è servita anche nell’approccio con le molteplici attività che tuttora svolgo nel settore della fashion”.

[ Xuxa poses as a “testimonial” for “Icaro Carlos Rocks” – © courtesy of “www.icaro.rocks/the-luxury-studio/” ]
Xuxa rivendica però anche i messaggi positivi che con i suoi show televisivi ha infuso ai suoi fedeli spettatori. Negli anni Ottanta e Novanta, all’apice della sua notorietà, Xuxa divenne infatti un’attivista “involontaria” in campo sociale. Amava gli animali, quindi ha parlato dei diritti degli animali nei suoi programmi televisivi. Ha imparato il linguaggio dei segni, così da poter comunicare con gli spettatori non udenti. E vestita con costumi che evocano la cultura drag, è diventata un idolo nella comunità LGBTQ.

[ Xuxa in her home in Rio de Janeiro – © María Magdalena Arréllaga / courtesy of “The New York Times” ]
“Ho iniziato difendendo delle cause senza necessariamente sapere che fossero tali. Ora lo voglio per davvero” ha precisato Xuxa. Negli ultimi anni anche i media brasiliani hanno fatto passi da gigante verso una maggiore inclusione sociale. Prova ne sia che i ruoli da protagonista in tutte le principali soap opera brasiliane sono ricoperti da attori neri, e molti programmi di notizie e politica sono presentati da conduttori neri» chiosa a conclusione del suo reportage per il “New York Times” la giornalista Ana Ionova.

Una storia comune e l’amore per l’Itala

La giurista internazionale, avvocato e politico Renata Bueno. Il secondo personaggio italo-brasiliano che cito nell’incipit dell’articolo è la giurista, avvocata internazionale e politica “per passione” Renata Bueno. Così si presenta nel suo sito web “www.renatabueno.com.br/it”: “Prima donna nata in Brasile a diventare deputata presso il Parlamento italiano, Renata Bueno si batte per i diritti umani e per le libertà individuali. In questo senso, è politicamente attiva in America del Sud, dove porta avanti denunce, critiche e si oppone a qualsiasi forma di oppressione. In Italia, Renata difende gli interessi degli italo-discendenti e lavora per il rafforzamento di soluzioni congiunte tra i popoli e le loro differenti culture per affrontare i problemi dell’era globalizzata in cui viviamo”.

[ Banner regarding Renata Bueno – © www.renatabueno.com.br/it ]
Conosco Renata Bueno da molti anni, da quando nel 2013 e stata eletta – per la lista Unione Sudamericana Emigrati Italiani – alla Camera dei Deputati italiana nella XVII^ Legislatura. Memore di questa frequentazione, Renata Bueno mi ha ora concesso una esaustiva intervista nella quale ripercorre gli eventi salienti della sua vita privata e pubblica a cavallo tra il Brasile e l’Italia. Mi ragguaglia anche su come mi aiuterà a convincere la sua connazionale Maria da Graça “Xuxa” Meneghel a visitare il borgo di Imer in Trentino che diede i natali ai suoi avi emigrati poi in Brasile e grazie ai quali dieci anni fa Xuxa, per “iure sanguinis”, è riuscita ad ottenere la cittadinanza Italiana.

[ Banner regarding Renata Bueno – © www.renatabueno.com.br/it ]
Ripropongo di seguito – in sintesi e per libera interpretazione, soffermandomi soprattutto sulle risposte riguardanti Xuxa – la trascrizione dell’intervista che è possibile ascoltare integralmente anche in “podcast” attivando questo contatto multimediale.

 

In questa lunga e cordiale conversazione, Renata Bueno mi spiega in modo analitico le origini dei propri avi e le motivazioni che li costrinsero ad emigrare dall’Europa in Brasile. Indugia sulla saga della sua famiglia e parla dei momenti più significativi della sua vita e di come riesca a conciliare i suoi molti impegni fra Italia e Brasile. Di questi due Paesi fa anche una circostanziata disamina dell’attuale situazione politica.

[ Renata Bueno with Pope Francis and Italian President Sergio Mattarella – © www.renatabueno.com.br/it ]
A proposito di Xuxa Meneghel afferma: «Lei è stata la regina dei bambini, “a rainha das crianças”, nel mio periodo di bimba. Tutto il mio mondo infantile, di giochi, faceva riferimento a Xuxa e quindi sono molto contenta ora di poter parlare di lei e di rivivere questo momento felice della mia infanzia. Entrambe abbiamo avuto delle soddisfazioni in professioni non facili ma appaganti. Seguendo l’esempio di Xuxa ho sempre incoraggiato le donne, che anelano alla “partita di genere” in tutti gli ambiti lavorativi, ad emanciparsi. Xuxa, ha riscosso soprattutto nei decenni scorsi, un enorme successo mediatico non solo in Brasile ma anche in molti altri paesi del Sud America e pure in Europa.

È stata un’antesignana che è riuscita a sfondare il cosiddetto “soffitto di cristallo” nella sua professione e ci ha insegnato come comportarsi quando l’avanzamento di carriera di una donna in una organizzazione lavorativa o sociale, o il raggiungimento della parità di diritti, viene impedito per discriminazioni e barriere di prevalente origine razziale o sessuale, che si frappongono come ostacoli di natura sociale, culturale, psicologica apparentemente invisibili anche se insormontabili. Xuxa è stata un esempio per noi donne più giovani in cerca di un’affermazione professionale.

[ Renata Bueno with her father Rubens – © www.renatabueno.com.br/it MP Rubens Bueno speaks to Brazilian media – © Brazilian Federal Parliament (Creative Commons – CC BY 2.0 Atto) ]
È quindi comprensibile che il consiglio comunale e i residenti di Imer ed anche tutti gli abitanti della splendida valle di Primiero desiderino conoscere ed ospitare per una breve vacanza la loro illustre conterranea. Mi spiace che finora gli sforzi fatti per contattarla in Brasile siano stati vani e inconcludenti. Sono contenta che tu GianAngelo abbia pensato a me per risolvere questa temporanea “impasse”. Anzitutto sono convita che l’iniziativa da voi promossa sia bellissima e auspico sia fattibile in tempi brevi. Desidero aiutarvi gratuitamente per risolvere questa incombenza. Però al momento non so come! Xuxa in Brasile è una celebrità e quindi è abbastanza complicato stabilire un approccio diretto con lei. A tal fine ho già contatto alcune persone che la conoscono ma sinora non ho avuto alcun riscontro positivo.

Ma cercherò di impegnarmi perché sono convinta che anche per Xuxa poter scoprire le proprie “radici”, ovvero i luoghi di origine in Trentino dei suoi avi, sia importante. Anch’io ho vissuto una situazione analoga e posso testimoniare che l’aver ritrovato il mio “background nativo” è stato un momento qualificante della mia vita, che ha definito e rafforzato anche la mia personalità. Ovviamente quella di portare Xuxa ad Imer è una promessa che spero di poter esaudire ma è di difficile attuazione. Nel caso non riesca nell’intento voglio comunque stringere con un ideale e amichevole abbraccio gli abitanti di Imer e dell’intera comunità di Primiero. Do loro assicurazione che possono contare su di me e sull’“Instituto Cidadania”, di cui sono fondatrice e presidente, per qualsiasi altra iniziativa che riguardi la ricerca e il ricongiungimento di nuclei familiari originari del Primiero e del Trentino che nei secoli scorsi sono emigrati in cerca di condizioni di vita migliori in Brasile».

[ Renata Bueno with her son Vittorio and her husband Angelo Martiriggiano – © Victor Sokolowicz ]
Da questa intervista traspare che Renata Bueno è una donna autentica, determinata, intelligente, che conosce se stessa e si sente libera di seguire i propri desideri, di fare le proprie scelte in modo autonomo ed equilibrato. Insomma una persona appagata che guarda con ottimismo al futuro. Renata Bueno chiosa di essere anche una donna fortunata e felice e a questo proposito puntualizza: «La felicità è una scelta. Sbagliamo se pensiamo che possa essere qualcun altro, ad eccezione dei familiari, a renderci felici. Mettere in mano agli altri una variabile così preziosa ci rende vulnerabili. Il timone della mia vita sta in mano mia. È una opzione quotidiana e consapevole, quella di vedere il bicchiere mezzo pieno».

[ Renata Bueno with her husband Angelo Martiriggiano – © Victor Sokolowicz ]
Qualità queste possedute anche da Xuxa. Seppur non femministe sono diventate entrambe in Brasile un simbolo dell’emancipazione femminile. Anche Xuxa nei suoi programmi televisivi diceva alle ragazze che con perseveranza e fortuna potevano ottenere qualsiasi cosa. E nel frattempo gestiva un impero multimilionario mentre cresceva una figlia da madre single precisando, riferendosi a Barbie, di non aver mai pensato di sposarsi e di aver cercato il suo Ken.

Xuxa Meneghel e Renata Bueno visiteranno la valle di Primiero in Trentino Auspico che queste due donne determinate e volitive – dopo aver letto questo articolo – riescano a incontrarsi e decidano di visitare assieme la valle di Primiero in Trentino, una località splendida incastonata nel cuore delle Dolomiti dichiarate patrimonio mondiale dall’umanità dall’UNESCO. Sarebbe questa un’occasione propizia per Xuxa di conoscere la terra d’origine dei propri avi e per ritirare una pergamena riportante il suo albero genealogico che l’amministrazione comunale di Imer ha in serbo per lei dal 2013 quando – per “iure sanguinis” – le è stata riconosciuta la cittadinanza italiana.

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