Due italo-brasiliane da anni catalizzano l’interesse dei propri connazionali e dei media internazionali: l’artista Maria da Graça “Xuxa” Meneghel e la giurista, avvocato e politico, Renata Bueno. Riuscirà quest’ultima a convincere Xuxa a venire in Italia per visitare il paese di Imèr, terra d’origine dei suoi avi? Per Xuxa questa può essere l’occasione propizia per ritirare una pergamena riportante il suo albero genealogico che l’amministrazione comunale di Imer ha in serbo per lei dal 2013
NordEst – Gli ascendenti (nonni, bisnonni …) di entrambe sono di origine italiana, ambedue sono nate in Brasile, hanno iniziato la loro carriera grazie alla loro caparbietà e sono delle “self-made women”, ovvero delle donne che per merito della loro intraprendenza e tenacia abbinate a bellezza e glamour si sono imposte nel loro Paese e all’estero nei competitivi e talvolta cinici settori dello spettacolo e della politica. Sto parlando di due persone apprezzate in Brasile ed anche a livello internazionale: l’artista Maria da Graça Meneghel, detta ”Xuxa” e la giurista, avvocata e politica Renata Bueno. Molti media di tutto il mondo si sono interessati a loro, come si evince anche dagli articoli che giornali e siti web le hanno dedicato e che di seguito ripropongo per ampli stralci.
L’artista Maria da Graça Meneghel, detta ”Xuxa”. La più conosciuta fra le due è sicuramente Maria da Graça Meneghel. Basta pronunciare il suo soprannome, Xuxa, e in Brasile tutti capiscono di chi si parla. Il suo avo paterno era nato ad Imér nella Valle di Primiero in Trentino (allora provincia dell’Impero Austro-Ungarico) e poi era emigrato in Brasile, per cui Xuxa dal 2013 – per “iure sanguinis” – è riuscita ad ottenere anche la cittadinanza Italiana. Due esaustivi articoli su Maria da Graça Meneghel sono stati scritti dal giornalista Paolo Meneghini per il mensile “Il Messaggero di Sant’Antonio – Edizione italiani nel mondo”; articoli che, grazie all’autorizzazione del direttore della testata, ripropongo integralmente.
Ed è sempre Paolo Meneghini in un articolo pubblicato il 16 gennaio 2008 dal “Messaggero di Sant’Antonio” che ha delineato questo esaustivo ritratto di Xuxa Meneghel: «L’appellativo di “Rainha dos Baixinhos” (la Regina dei piccoli) se l’è guadagnato in oltre trent’anni di programmi televisivi, film e canzoni per il pubblico dei bambini. Lei è Maria da Graça Meneghel, personaggio di punta del colosso televisivo brasiliano “Rede Globo”. Oggi Xuxa è nel pieno della maturità artistica ed ha già collezionato una serie di incredibili record: è l’artista femminile che guadagna più di tutti nel dorato mondo dello spettacolo brasiliano; nella sua carriera ha venduto più di 40 milioni di dischi. Nel 1991 è stata la prima brasiliana a entrare nella speciale classifica, stilata dalla prestigiosa rivista “Forbes”, dei quaranta artisti più pagati del pianeta. I molti film che la vedono protagonista hanno totalizzato circa quarantacinque milioni di spettatori. Per dare un’idea dell’enorme popolarità di cui gode quest’artista d’origine italiana, basterà ricordare che nell’agosto del 1998 il principale telegiornale brasiliano, il “Jornal Nacional”, dedicò un reportage di dieci minuti alla nascita di sua figlia Sasha.
“Mi hanno chiamata Maria da Graça perché il parto fu molto complicato; tanto complicato che ad un certo punto il medico disse a mio padre che c’era da scegliere se tenere in vita la madre o la nascitura. Mio padre, naturalmente, optò per la mamma, ma fece una promessa al Signore che se avesse voluto farmi nascere mi avrebbe dato il nome di una santa. Il soprannome Xuxa, invece, me l’affibbiò il mio fratellino Blad non appena mi vide per la prima volta che avevo pochi giorni di vita. Non avrei mai immaginato che un giorno sarebbe diventato anche il mio fortunato nome d’arte”. L’infanzia di Xuxa è serena. Lo scenario è un rassicurante angolo di Brasile meridionale bagnato dal Rio Uruguay, ai confini con l’Argentina. Le condizioni economiche della famiglia non possono certo dirsi agiate, ma in casa ci si arrangia e non manca il necessario. Nei primi anni Settanta, il padre, militare di carriera, viene trasferito a Rio de Janeiro. La nuova casa ha solo due camere da letto, una per i genitori e l’altra per i cinque figli, ma questo non è un problema, anzi: la stretta vicinanza contribuisce a cementare i legami tra fratelli, ognuno dei quali ha dei precisi compiti nell’ambito dell’economia familiare.
La nascita di questa stella del firmamento dello spettacolo brasiliano è stata, come spesso accade, del tutto fortuita. “Avevo poco meno di sedici anni – rammenta Xuxa – e stavo tornando a casa in treno dall’Università Statale di Rio de Janeiro, dove ero stata a lezione di ginnastica. Non ero certo vestita elegante, ero accaldata e coi capelli in disordine. Il mio vicino di posto era un giovane che aveva con sé un pacco di riviste di moda. Dopo un po’, il tipo comincia a farmi dei complimenti: dice che ho un bel viso, che sono molto carina. Non ho pensato a un malintenzionato perché il ragazzo era timido, quasi impacciato, ma quando scesi dal treno lui, a sorpresa, mi accompagnò fino a casa. Si presento a mia madre, con tanto di documento d’identità, dicendo di lavorare per l’editore Bloch. Raccontò che mi aveva incontrata casualmente in treno, che era stato colpito dal mio volto, e le chiese se avesse una mia foto da portare in redazione. Dopo qualche tentennamento, mia madre gli consegnò una foto scattata al Carnevale di Coroa Grande, un anno prima. Qualche settimana più tardi arrivò una telefonata da quel famoso editore e così iniziò la mia carriera di modella”. Una carriera, in realtà, durata molto poco in gioventù e che Xuxa ha ripreso solo ora, in età adulta.
Col trascorrere degli anni, Xuxa Meneghel si è sempre più lasciata coinvolgere in progetti e iniziative per la tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti: campagne che riguardano la lotta alla prostituzione minorile, agli abusi sessuali e all’uso di droghe, la prevenzione sanitaria, l’utilizzo consapevole di Internet e molto altro ancora. «Devo ai bambini la mia fortuna professionale – ha dichiarato recentemente Xuxa – pertanto mi sembra moralmente doveroso sfruttare la popolarità di cui godo per dar voce a quelli, tra loro, che sono meno fortunati».
L’impegno di Xuxa Meneghel non è però rivolto solo ai minori. Partecipa attivamente anche alla vita politica del Brasile. Durante la campagna per le elezioni presidenziali del 2022 si è schierata pubblicamente con Luiz Inácio Lula da Silva, il candidato del “Partido dos Trabalhadores”. Per questo suo “endorsement progressista” Xuxa è stata bersaglio di attacchi da parte dei sostenitori di Bolsonaro. Luiz Inácio Lula da Silva ha poi vinto le elezioni e il 1° gennaio 2023 ha iniziato il suo secondo mandato (il primo risale al periodo 2003-2010) quale presidente della Repubblica Federale del Brasile.
Nonostante questo suo impegno nel sociale e nella politica, da alcuni anni l’attività di “showgirl” di Xuxa Meneghel è al centro di approfondite analisi e talvolta anche di critiche da parte dei media e dell’opinione pubblica brasiliana. Come riferisce la giornalista Ana Ionova in un reportage da Rio de Janeiro dello scorso 15 agosto per il prestigioso “The New York Times”: «I suoi spettacoli hanno fatto il “sold out” negli stadi più grandi dell’America Latina. Milioni di brasiliani sono cresciuti guardando Xuxa in televisione. Generazioni di bambini hanno trascorso le mattine a guardarla suonare, cantare e ballare per ore nel sui popolarissimi spettacoli di varietà. “Ero una bambola, una babysitter, un’amica per questi bambini.
Una Barbie di allora che arrivava con una astronave. Ero bianca, bionda con le gambe affusolate. Penso che probabilmente sia questo il motivo per cui in passato i miei show hanno funzionato davvero, davvero bene. Barbie ed io eravamo due vincitrici, due donne vittoriose in un momento in cui solo gli uomini potevano fare qualsiasi cosa. La TV era una piccola scatola magica e io facevo parte di quella magia” ha affermato Xuxa. Nel suo spettacolo per bambini, indossava spesso gonne corte e stivali alti fino alla coscia mentre usciva da un’astronave su cui erano stampate gigantesche labbra rosse. E come Barbie, è diventata un idolo per i suoi fan, che sono cresciuti desiderando essere proprio come Xuxa e il suo cast tutto bianco di ballerini adolescenti, i “Paquitas”. I bambini chiedevano a gran voce ai genitori di acquistare fumetti, abiti e bambole di Xuxa, che somigliavano sorprendentemente alla Barbie di plastica.
Oggi invece sappiamo che questi messaggi sono fuorvianti. Mi assumo le mie responsabilità per aver inculcato in alcuni bambini degli stereotipi errati. Dio, che trauma ho messo nelle loro teste. Queste critiche mi hanno insegnato molto e mi hanno fatta maturare. Si impara a fare le cose per bene solo quando vediamo che siamo sulla strada sbagliata. Una lezione di vita che mi è servita anche nell’approccio con le molteplici attività che tuttora svolgo nel settore della fashion”.
La giurista internazionale, avvocato e politico Renata Bueno. Il secondo personaggio italo-brasiliano che cito nell’incipit dell’articolo è la giurista, avvocata internazionale e politica “per passione” Renata Bueno. Così si presenta nel suo sito web “www.renatabueno.com.br/it”: “Prima donna nata in Brasile a diventare deputata presso il Parlamento italiano, Renata Bueno si batte per i diritti umani e per le libertà individuali. In questo senso, è politicamente attiva in America del Sud, dove porta avanti denunce, critiche e si oppone a qualsiasi forma di oppressione. In Italia, Renata difende gli interessi degli italo-discendenti e lavora per il rafforzamento di soluzioni congiunte tra i popoli e le loro differenti culture per affrontare i problemi dell’era globalizzata in cui viviamo”.
In questa lunga e cordiale conversazione, Renata Bueno mi spiega in modo analitico le origini dei propri avi e le motivazioni che li costrinsero ad emigrare dall’Europa in Brasile. Indugia sulla saga della sua famiglia e parla dei momenti più significativi della sua vita e di come riesca a conciliare i suoi molti impegni fra Italia e Brasile. Di questi due Paesi fa anche una circostanziata disamina dell’attuale situazione politica.
È stata un’antesignana che è riuscita a sfondare il cosiddetto “soffitto di cristallo” nella sua professione e ci ha insegnato come comportarsi quando l’avanzamento di carriera di una donna in una organizzazione lavorativa o sociale, o il raggiungimento della parità di diritti, viene impedito per discriminazioni e barriere di prevalente origine razziale o sessuale, che si frappongono come ostacoli di natura sociale, culturale, psicologica apparentemente invisibili anche se insormontabili. Xuxa è stata un esempio per noi donne più giovani in cerca di un’affermazione professionale.
Ma cercherò di impegnarmi perché sono convinta che anche per Xuxa poter scoprire le proprie “radici”, ovvero i luoghi di origine in Trentino dei suoi avi, sia importante. Anch’io ho vissuto una situazione analoga e posso testimoniare che l’aver ritrovato il mio “background nativo” è stato un momento qualificante della mia vita, che ha definito e rafforzato anche la mia personalità. Ovviamente quella di portare Xuxa ad Imer è una promessa che spero di poter esaudire ma è di difficile attuazione. Nel caso non riesca nell’intento voglio comunque stringere con un ideale e amichevole abbraccio gli abitanti di Imer e dell’intera comunità di Primiero. Do loro assicurazione che possono contare su di me e sull’“Instituto Cidadania”, di cui sono fondatrice e presidente, per qualsiasi altra iniziativa che riguardi la ricerca e il ricongiungimento di nuclei familiari originari del Primiero e del Trentino che nei secoli scorsi sono emigrati in cerca di condizioni di vita migliori in Brasile».
Xuxa Meneghel e Renata Bueno visiteranno la valle di Primiero in Trentino Auspico che queste due donne determinate e volitive – dopo aver letto questo articolo – riescano a incontrarsi e decidano di visitare assieme la valle di Primiero in Trentino, una località splendida incastonata nel cuore delle Dolomiti dichiarate patrimonio mondiale dall’umanità dall’UNESCO. Sarebbe questa un’occasione propizia per Xuxa di conoscere la terra d’origine dei propri avi e per ritirare una pergamena riportante il suo albero genealogico che l’amministrazione comunale di Imer ha in serbo per lei dal 2013 quando – per “iure sanguinis” – le è stata riconosciuta la cittadinanza italiana.
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