NordEst

Volo Rio – Parigi: recuperati 104 corpi, esami sul dna

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Molti i giornalisti presenti nel porto, tenuti però a debita distanza. L’A330 si inabissò nell’oceano Atlantico il 1/o giugno 2009. Gli esami sulla "scatola nera" hanno già chiarito le circostanze dell’incidente, ma gli inquirenti devono ancora fornire una spiegazione conclusiva sulle cause.

La nave Ile-de-Seine, la stessa che ha recuperato i resti dell’aereo e le scatole nere, ha trasportato quattro container, tre dei quali con i resti dell’Airbus A330 e un quarto con i corpi delle vittime.

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Una cinquantina di cadaveri, emersi sulla superficie del mare, erano stati recuperati nei giorni successivi all’incidente, mentre le altre vittime sono state ripescate dalle squadre francesi incaricate dal Bea, l’ufficio di inchieste degli incidenti aerei, tra fine aprile ed inizio giugno. Sul fondo dell’oceano restano infine altri 70 cadaveri, bloccati tra i resti del velivolo.

L’identificazione dei corpi, secondo gli esperti, dovrebbe essere ancora possibile, grazie alle basse temperature e all’elevata pressione del punto in cui sono rimasti sommersi per quasi due anni, a 3.900 metri di profondità, in condizioni da poter essere identificate.

A tale scopo, le salme saranno trasportate all’Istituto medico-legale di Parigi, dove saranno effettuate le autopsie e saranno poi tentate le identificazioni. Operazione che potrà richiedere settimane o mesi. I resti dell’aereo raggiungeranno invece un hangar della Direzione generale dell’armamento di Tolosa.

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