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Venezia riscopre le proprie origini nelle tradizioni agricole

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Le meraviglie delle isole di Torcello, Mazzorbo e Burano ingiustamente trascurate dai turisti attratti dalla Venezia monumentale

Mazzorbo

Venezia – L’antica Venezia, la Venezia Nativa delle isole di Torcello, Mazzorbo e Burano che furono il primo nucleo della Serenissima, dà oggi modernità a tradizioni antiche. “Che partono dalla riscoperta di straordinarie produzioni di territorio – conferma l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato – e le rilanciano come materia prima, ingredienti di base di una cucina che si è perfezionata in secoli di esperienza e che dimostra oggi più che mai capacità di innovazione creativa”.

“Quello che avviene oggi in queste isole e in quelle viciniori, spesso poco considerate dai turisti della Venezia monumentale tradizionale, è la risposta più bella a talune teorie colturali e agroalimentari il cui obiettivo sembra essere omogeneizzare e mondializzare prodotti e sapori a scapito della biodiversità. Ed è anche e soprattutto un evento economico – dice ancora l’assessore – frutto di quelle capacità imprenditoriali che si basano sulla tenacia e sul lavoro, prima ancora che sulle magie della finanza, e che sanno creare valore fondandosi sull’esistente, addirittura su colture ed esperienze che rischiavano di andare perse per sempre. Qui sono state invece avviate e costruite iniziative esemplari, in piena intesa con le istituzioni e la comunità locali. Mi riferisco ad esempio alla Venissa di Mazzorbo, un’area che era a rischio abbandono e soggetta a lento degrado, ma che oggi ospita orti coltivati dagli anziani, un vigneto di riscoperta e antica uva Dorona veneziana, un ostello, un ristorante a km zero dove proprio con il periodo natalizio parte una esperienza culturale fondata sull’arte cucinaria. Ma voglio anche ricordare le tante altre esperienze che in queste isole della laguna stanno prendendo e hanno preso vita: da nuove colture all’agriturismo in uno scenario che non ha eguali, da avventure enologiche al recupero e alla valorizzazioni di orti e anche di qualche frutteto i cui prodotti hanno un sapore che altrove semplicemente non può esistere. E’ un’agricoltura coraggiosa, certo non facile e non comoda – conclude Manzato – di sicuro più faticosa di quasi tutte le altre, ma che è appunto un esempio da approfondire e, dove possibile, seguire”.

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