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Veneto, nel 2015 creati 36.600 posti di lavoro

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Le politiche regionali di accompagnamento hanno aiutato le trasformazioni del tessuto economico

lavoro

Venezia – Il 2015, in Veneto, ha segnato la fine della contrazione occupazionale e un graduale ed effettivo recupero di posti di lavoro: è di 36.600 il saldo positivo tra assunzioni e cessazioni nell’insieme dei rapporti di lavoro dipendente. La conferma arriva dati della Bussola sul mercato del lavoro veneto nel quarto trimestre del 2015, a cura dell’Osservatorio & Ricerca di Veneto Lavoro.

Grazie anche a una congiuntura economica in via di miglioramento, con un Pil italiano al +0,8% nel 2015 e previsioni per il Veneto che parlano di un +1,3% per il 2016, i segnali positivi arrivano anche per l’occupazione. A incidere sui dati annuali, gli incentivi previsti dalla Legge di stabilità per assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato, anche se, secondo i dati Inps, soltanto il 59% dei nuovi rapporti a tempo indeterminato stipulati in Veneto ha beneficiato dell’esonero contributivo.

“I segnali positivi sul piano occupazionale ci rendono cautamente ottimisti – commenta l’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan – e dimostrano che il tessuto economico e produttivo del Veneto sta reagendo bene alla crisi generatasi in questi anni. Questo dipende certamente dalla capacità di competere delle nostre aziende e dalle robuste politiche del lavoro regionali che abbiamo promosso per accompagnare le imprese in questi anni di trasformazione del tessuto economico. Sono convinta che questo connubio ci permetterà di tornare a crescere mentre per valutare i reali effetti degli incentivi del Jobs Act sull’occupazione ribadisco che bisognerà attendere la fine dell’anno”.

“Credo invece – prosegue l’assessore – che una buona e concreta risposta per il rilancio dell’economia verrebbe data da una sensibile diminuzione del costo del lavoro, del carico fiscale e della burocrazia per le aziende. Ma a quanto pare tutto questo non risulta essere una priorità per il governo Renzi”.

L’aumento dei contratti a tempo indeterminato ha influito, più o meno direttamente, sulle altre tipologie contrattuali: in calo l’apprendistato (-10%), il lavoro intermittente (-8%), in parte sostituito dal crescente ricorso ai voucher, e l’insieme delle collaborazioni (-37%), sulle quali hanno inciso le novità introdotte dal Jobs Act. Crescono invece i contratti di somministrazione (+18%) e i tirocini (+13%), anche grazie al Programma Garanzia Giovani Veneto. Riguardo alle tipologie di orario, continua l’aumento delle assunzioni part-time, che incidono per il 31,8% sul totale dei contratti di lavoro dipendente stipulati nel 2015 (42,8% per le femmine).

A livello settoriale, segnali positivi arrivano dall’industria (+16,9%) e in particolare dal settore metalmeccanico, per il quale si registrano 5.800 posizioni di lavoro in più. Aumenti più contenuti per i servizi (11,8%) e soprattutto per l’agricoltura (+1,4%).

In diminuzione i licenziamenti che nel 2015 sono stati 60.200, il 10% in meno rispetto al 2014, mentre aumentano le dimissioni (+13%), anche a causa del maggior dinamismo del mercato del lavoro. Non si arresta il processo di selezione delle imprese, con prevalenza delle chiusure sulle aperture: a fine 2015 le imprese attive risultano 437.130.

La Bussola di Veneto Lavoro è disponibile nel sito www.venetolavoro.it, e, in sintesi, nella Press area di ClicLavoro Veneto, www.cliclavoroveneto.it.

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