NordEst

Valanghe, Due morti in Alto Adige: recuperati i corpi (I COMMENTI)

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Martedì mattina sono state recuperate le due salme degli alpinisti travolti nel fine settimana. Nemmeno il tempo di dare l’estremo saluto ad Alessandro Avancini, scomparso traicamente sotto una valanga che l’Alto Adige registra altre due vite spezzate. L’ennesima tragedia in montagna di questa tragica stagione invernale è avvenuta a Sesto Pusteria. Due turisti faentini sono stati trovati morti sotto una slavina nelle Dolomiti di Sesto in Alto Adige. La valanga si sarebbe staccata sabato, nella zona del rifugio Emilio Comici.

Le vittime sono Roberto Laghi, 51 anni marmista e Andrea Rontini, 35 anni operaio di Faenza che si erano avventurati in Val Fiscalina per una escursione con le ciaspole, le racchette da neve. Solo lunedì, in seguito all’assenza dal lavoro di uno di loro ha messo in allarme il fratello che ha trovato un appunto che indicava l’intenzione della vittima di trascorrere il fine settimana a Sesto Pusteria. Una telefonata e le ricerchesono scattate immediatamente.

L’auto dei due giovani è stata ritrovata parcheggiata da due giorni in Val Fiscalina. A quel punto è stata intrapresa un’ampia battuta con l’uso di due elicotteri, uno della Provincia di Bolzano e uno del corpo specializzato Aiut Alpin. Alla ricerche hanno preso parte anche nuclei cinofili. Poco prima del tramonto di lunedì sera, il primo corpo è stato individuato, sepolto da una massa di neve staccatasi dalla parete scoscesa. Poco dopo è stato trovato anche l’altro corpo.

In Trentino invece, una donna di Cogolo di Peio è stata travolta da una valanga a Cima Boai, verso i 2.000 m di quota, senza gravi conseguenze. La donna è stata infatti estratta subito dalla neve e sembra avere riportato ferite giudicate di media gravità dai primi sanitari intervenuti, che l’hanno trasportata all’ospedale Santa Chiara di Trento. Sono accorsi il Soccorso alpino e un elicottero del 118. I carabinieri, dopo i primi accertamenti, ritengono che sia stata proprio la coppia che stava facendo una escursione a provocare la slavina.

I commenti dopo la nuova tragedia – I soccorritori, in determinate circostanze, ‘devono imparare a dire di no. Bisogna trovare il coraggio di rifiutare un intervento’. Lo dice in un’intervista il direttore tecnico dell’Aiut Alpin Dolomites, Raffael Kostner. ‘Non possiamo morire per salvare chi va fuori pista sapendo di rischiare la pelle’, afferma Kostner.

Il brevetto –  Per chi pratica scialpinismo e intende stipulare un’assicurazione contro gli infortuni: lo propone Hans Kammerlander alla luce dei numerosi incidenti in montagna di questi giorni. ‘Anche chi fa immersioni o parapendio frequenta corsi e riceve un brevetto’, cosi’ il primo uomo a essere scesco con gli sci dall’Everest. Secondo Kammerlander,’non servono ulteriori divieti, ne abbiamo abbastanza nella vita quotidiana. Serve invece una costante formazione per chi pratica questo sport’.

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