NordEst

Un quarto degli italiani sperimenta la poverta’

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Lo rivela il rapporto annuale dell’Istat, in cui si sottolinea anche che nel decennio 2001-2010 l’Italia "ha realizzato la performance di crescita peggiore tra tutti i Paesi dell’Unione europea, con un tasso medio annuo di appena lo 0,2% contro l’1,3% registrato dall’Ue e l’1,1% dell’Uem".
 
L’Istat rileva in particolare negli anni "un graduale scollamento della performance italiana rispetto alle altre maggiori economie dell’Unione che è divenuto più evidente nella fase di ripresa 2006-2007 e si è aggravato con la crisi".

Inoltre, si legge ancora nel rapporto, "per la sua vocazione produttiva e gli scarsi margini di manovra della finanza pubblica il nostro Paese ha subito la crisi in maniera comparativamente forte e stentato nella successiva ripresa: nel 2010 il livello del pil è risultato ancora inferiore di 5,3 punti percentuali rispetto a quello raggiunto nel 2007, mentre il divario da colmare è del 3,7% nel Regno Unito, del 3% in Spagna e di appena lo 0,8% e lo 0,3% in Francia e in Germania". Tracciando il bilancio della crisi, i tecnici dell’Istat spiegano che "lo stock delle imprese si è ridotto di 43 mila unità, per 363 mila addetti".

Tornando ad oggi, aggiungono con riferimento agli ultimi dati sul Pil, "la crescita nel primo trimestre è ancora molto lenta" e "in generale si riapre il divario con l’Europa". Anche per quanto riguarda la produttività del lavoro il recupero non basta a riconquistare il terreno perso, "siamo ai livelli del 2000", avvertono i tecnici dell’Istituto. Inoltre, il rapporto fa notare che "il principale fattore trainante per la ripresa è stata la domanda estera, che comunque era anche stata la componente che aveva guidato la caduta nel corso della recessione".

 
UN ITALIANO SU QUATTRO ‘SPERIMENTA’ POVERTA’ – Circa un quarto degli italiani (il 24,7% della popolazione, più o meno 15 milioni) "sperimenta il rischio di povertà o di esclusione sociale". Si tratta di un valore – rileva l’Istat – superiore alla media Ue che è del 23,1%.
Il rischio povertà riguarda circa 7,5 milioni di individui (12,5% della popolazione). Mentre 1,7 milione di persone (2,9%) si trova in condizione di grave deprivazione si trova 1,7 milione (2,9%) e 1,8 milione (3%) in un’intensità lavorativa molto bassa. Si trovano in quest’ultima condizione l’8,8% delle persone con meno di 60 anni (6,6% contro il valore medio del 9%). Solo l’1% della popolazione (circa 611 mila individui) vive in una famiglia contemporaneamente a rischio di povertà, deprivata e a intensità di lavoro molto bassa. Nelle regioni meridionali, dove risiede circa un terzo degli italiani, vive il 57% delle persone a rischio povertà (8,5 milioni) e il 77% di quelle che convivono sia col rischio, sia con la deprivazione sia con intensità di lavoro molto bassa (469 mila).
 
-532 MILA OCCUPATI IN 2009-2010, 501 MILA SONO UNDER 30  – "In Italia l’impatto della crisi sull’occupazione è stato pesante. Nel biennio 2009-2010 il numero di occupati è diminuito di 532 mila unità". I più colpiti sono stati i giovani tra i 15 e i 29 anni, fascia d’età in cui si registrano 501 mila occupati in meno. 
 
1 GIOVANE SU 5 NE’ STUDIA NE’ LAVORA,SONO OLTRE 2 MLN – Nel 2010 sono poco oltre 2,1 milioni, 134 mila in più rispetto a un anno prima (+6,8%), i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non frequentano alcun corso di istruzione o formazione. Si tratta del 22,1% degli under 30, percentuale in aumento rispetto al 20,5% del 2009. Lo sottolinea l’Istat nel rapporto annuale 2010, in cui esamina il fenomeno dei cosiddetti NEET (Not in education, employment or training). L’incremento riguarda soprattutto i giovani del Nord Est, gli uomini e i diplomati, ma anche gli stranieri. Infatti, nel 2010, sono 310 mila gli stranieri NEET.
 
EMORRAGIA LAVORO AL SUD, MA E’ CRISI ANCHE AL NORD – Nel biennio di crisi economica 2009-2010 "più della metà delle persone che hanno perso il lavoro erano residenti nel Mezzogiorno", dove l’occupazione si é ridotta di 280 unità. E’ quanto emerge dal rapporto Istat 2010, in cui si evidenzia però come la recessione abbia colpito fortemente anche le Regioni del Nord, dove si contano 228 mila occupati in meno. "Le Regioni centrali – si legge nel rapporto – sono rimaste invece sostanzialmente indenni dalle ricadute della crisi".
 
EROSO RISPARMIO FAMIGLIE, ITALIA SOTTO BIG UE – Le famiglie italiane, per salvaguardare il livello dei consumi, hanno progressivamente eroso il loro tasso di risparmio, "sceso per la prima volta al di sotto di quello delle altre grandi economie dell’Uem", ovvero dell’eurozona. L’Istat sottolinea che lo scorso anno la propensione al risparmio delle famiglie si è attestata al 9,1%, "il valore più basso dal 1990".
 
800 MILA DONNE ESCLUSE DA LAVORO PER NASCITA FIGLIO – Sono circa 800 mila le donne licenziate o messe in condizione di doversi dimettere a causa di una gravidanza. E’ quanto emerge dal rapporto annuale 2010 dell’Istat, in base ad un’indagine condotta tra il 2008 e il 2009 sulla vita lavorativa delle madri. Si tratta dell’8,7% delle madri che lavorano o che hanno lavorato in passato e la percentuale sale al 13,1% per le donne giovani nate dopo il 1973. In generale, sottolinea l’Istat, il 15% delle donne smette di lavorare per la nascita di un figlio.
 
 
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