NordEst

Turismo Veneto, Bottacin presenta il suo progetto per il bellunese

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«Per assicurare al nostro territorio bellunese – ha spiegato in Conferenza il presidente della provincia di Belluno, Gianpaolo Bottacin –  il riconoscimento della sua peculiarità e di originalità, si è più volte ritenuto di dover dare vita ad un corpus normativo che di esse tenga conto, così da garantire l’omogeneità di sviluppo, puntando sulla sinergia dei soggetti interessati», ha spiegato Bottacin.

«Ho voluto presentare, in Conferenza, alcune osservazioni tecniche al testo proposto, perché è bene creare un meccanismo limpido e chiaro per dare una svolta al turismo bellunese – ha detto il capo di Palazzo Piloni – . Per territori fragili come la montagna, occorre evitare la suddivisione degli attori e delle strutture, per favorire, invece, la creazione di organismi unitari. Infatti, un sistema formato da una sola struttura associata forte e condivisa (seppur articolata) è quello che permette più ampie ed utili ricadute su imprese e territorio. I previsti “Sistemi Turistici Tematici”, individuati dalla bozza al fine di una gestione delle risorse turistiche, suddividendole per ambiti territoriali orientati verso un medesimo tematismo turistico, prevedono ulteriori frammentazioni del tessuto organizzativo e programmatico del settore, e rischiano, in aggiunta, di essere solo un soggetto territoriale in più».

In particolare, Bottacin ha sottolineato alcuni aspetti su cui è bene porre mano per il bene delle realtà presenti sul territorio bellunese: «Nel progetto di legge è prevista la classificazione di tutte le strutture con stelle: nel caso dei rifugi l’attribuzione crea confusione al turista (attualmente non sono distinti in categorie) e la peculiarità della tipologia (ristoro, soccorso) mal si presta ad individuare dotazioni e servizi in base ai quali assegnare le stelle», ha detto ancora il presidente.

«Inoltre, l’articolo 33 prevede, al quinto comma, che i titolari di strutture che prima potevano svolgere la loro attività in forma non imprenditoriale dovranno comunicare i dati della partita IVA entro 6 mesi – ha continuato Bottacin – . Tale circostanza rischia di far chiudere molte strutture necessarie per la ricettività soprattutto in alcuni ambiti del nostro territorio».

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