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Trento, Via libera con prescrizioni alla Centralina sul Lozen: Opera necessaria? (I DOCUMENTI)

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Via libera con riserva – E’ un via libera con prescrizioni, quello della Giunta provinciale di Trento, alla nuova centralina idroelettrica sul torrente Lozen (Valle del Vanoi). Nei mesi scorsi sul progetto, avevano sollevato perplessità ambientalisti e pescatori. Ora il progetto definitivo è stato approvato, non senza dubbi da parte dei residenti in zona, sull’impatto che avrà una centralina di questo tipo in una località unica per le sue bellezze naturali, a pochi passi dal suggestivo lago di Calaita (si vedano i documenti delle Commisisoni).

Nell’ultima seduta di Giunta – su proposta del vicepresidente Alberto Pacher – il documento ha ricevuto il via libera dell’esecutivo ma con riserva. L’impianto idroelettrico ad acqua fluente sul torrente Lozen, verrebbe realizzato nei Comuni di Mezzano e di Canal San Bovo, proposto dall’azienda PVB POWER S.p.A, già Trentino Energia SpA.

La procedura –
In data 30 aprile 2009 è stato depositato presso l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente – Unità Organizzativa per la valutazione di impatto ambientale (ora Ufficio per le valutazioni ambientali del Servizio Valutazione ambientale) – il progetto definitivo denominato “Impianto idroelettrico ad acqua fluente sul torrente Lozen”, nei Comuni di Mezzano e di Canal San Bovo, proposto da Trentino Energia S.p.A. (in seguito PVB POWER S.p.A., nuova denominazione sociale dal 1 luglio 2010), con il relativo studio di impatto ambientale.

Il progetto proposto rientra nella tipologia 3.i) della tabella allegata al regolamento di esecuzione della legge provinciale n. 28/1988, per la quale è previsto il procedimento di verifica per gli impianti con potenza nominale media superiore a 220 kW. Su domanda del proponente, il progetto è stato sottoposto direttamente a valutazione dell’impatto ambientale.

L’Ufficio per le valutazioni ambientali ha condotto l’istruttoria ai sensi dell’art. 5 della legge provinciale 29 agosto 1988, n. 28 e s.m., e dell’art. 9 del relativo regolamento di esecuzione, inviando richiesta di pareri alle strutture provinciali e Amministrazioni pubbliche competenti per materia.

L’istruttoria è stata sospesa per richiesta di integrazioni, a partire dal 17 agosto 2009 e fino al 25 maggio 2010, data di deposito della documentazione integrativa completa. Le integrazioni e modifiche progettuali avvenute in corso di istruttoria riguardano la progettazione dell’opera di resa e degli interventi di compensazione, la fattibilità di interventi di rinaturalizzazione del corso d’acqua a valle del punto di derivazione, nonché la verifica dell’idoneità del deflusso minimo vitale proposto rispetto alle dinamiche del torrente.

Trattandosi di progetto definitivo, durante l’istruttoria sono stati acquisiti i seguenti provvedimenti permissivi espressi in forma di parere:
– autorizzazione in materia di vincolo idrogeologico, espressa dal Servizio Foreste e fauna;
– autorizzazione paesaggistico–ambientale, espressa con verbale di deliberazione della Commissione provinciale per la tutela paesaggistico-ambientale.

Inascoltata la protesta delle associazioni locali (si vedano articoli correlati) –
Nel corso dell’istruttoria sono pervenute osservazioni scritte, da parte di alcune associazioni locali e da parte della Società degli Alpinisti Tridentini. Nella delibera di Giunta si legge che:" I contenuti delle osservazioni, sono stati attentamente analizzati alla luce degli elementi acquisiti nel corso dell’istruttoria".

La relazione tecnica sul progetto – "Il Torrente Lozen, emissario del lago di Calaita e affluente di sinistra del torrente Vanoi a sua volta tributario del torrente Cismon e del fiume Brenta è un tipico corso d’acqua alpino con andamento subrettilineo (NE-SO), a pendenza medio-alta e a regime idrologico nivale-pluviale. L’ampia estensione dei versanti che costituiscono il bacino imbrifero del torrente, particolarmente di quello destro, a quote mediamente elevate determina importanti fenomeni di morbida primaverile dovuti alla fusione degli accumuli nivali. Alla sezione di presa dell’impianto idroelettrico in progetto, la superficie del bacino imbrifero risulta essere di circa 12,23 km2. Il tratto di torrente sotteso presenta uno stato ecologico generalmente molto buono grazie alle condizioni generali di alta naturalità e di scarsa antropizzazione del bacino imbrifero, nonché delle condizioni idrologiche pressoché inalterate. L’elevato livello di funzionalità fluviale decade solo per brevi tratti in corrispondenza di opere di regimazione idraulica (briglie di ritenuta nella zona del rifugio Lozen, Briglia filtrante in loc. Valline, opera di presa idroelettrica in loc. Molineri).

Il progetto di sfruttamento allegato alla domanda di concessione idroelettrica, depositata al SUAP nel 1996, è già stato oggetto di valutazione d’impatto ambientale nel 1998: tale procedimento non è stato tuttavia perfezionato per volontà del proponente. Il progetto è stato quindi riproposto in versione adeguata alle disposizioni normative e di pianificazione introdotte in esito alla moratoria sulle domande di derivazione idroelettrica avvenuta tra il 2000 e il 2003, ed in considerazione delle risultanze dello studio d’impatto ambientale.

L’intervento prevede la realizzazione di un impianto con prelievo d’acqua dal torrente Lozen, a quota 1.153,45 m slm, di 343 l/sec medi e 750 l/sec massimi e restituzione, nel medesimo corso d’acqua, a quota 889,75 m slm. La potenza nominale dell’impianto con un salto nominale di concessione pari a 262,99 m, risulta pari a 884,37 kW, con una produzione media annuale prevista pari a 6.120 MWh. La condotta forzata segue per la quasi totalità la viabilità esistente costeggiando nel primo tratto la strada provinciale fino alla località Valline, per poi proseguire lungo la massima pendenza del versante fino ad immettersi ancora sulla strada provinciale nei pressi del ponte sul torrente Lozen; di qui, la condotta prosegue lungo il tracciato di una strada comunale che, correndo parallelamente al torrente, porta alla frazione Molineri. L’edificio centrale è previsto ammorsato ad una scarpata in roccia e realizzato su tre livelli. La restituzione in alveo dell’acqua turbinata avviene immediatamente a monte dell’opera di presa che afferisce al sistema idroelettrico esistente dell’impianto centrale Volpi di Caoria – centrale San Silvestro.

Il progetto esaminato sviluppa anche alcuni interventi di compensazione ambientale consistenti nella rinaturalizzazione di due tratti di alveo al fine del recupero della continuità fluviale: il primo, in corrispondenza di due briglie in località Valline, costituisce parte integrante del progetto e verrà preso in carico, sia nella fase realizzativi che di manutenzione, dalla società proponente. Un secondo intervento, sviluppato a livello di studio di fattibilità nel corso dell’istruttoria, prevede la rinaturalizzazione dell’alveo a valle dell’opera di presa attualmente interessato da una sequenza di 7 briglie, e sarà eventualmente realizzato nell’ambito degli interventi eseguiti dal Servizio bacini montani della PAT".

La fase di esercizio dell’impianto –
"Con riferimento alla fase di esercizio – precisa la relazione  dei tecnici della Provincia – sono stati individuati due principali impatti di tipo permanente: l’impatto negativo rappresentato dalla modifica del regime delle portate compensato dall’impatto positivo a carico dell’atmosfera, in ragione del contenimento della produzione di gas serra. La produzione di energia da fonti rinnovabili, nella fattispecie 6.120 MWh all’anno di energia idroelettrica, determina una riduzione di emissioni in atmosfera dell’ordine di 523 tonnellate equivalenti di petrolio (TEP).

In termini idrologici, l’alterazione conseguente all’attivazione della derivazione riduce le portate fluenti, nelle fasi di magra e di moderata morbida, al valore del deflusso minimo garantito di progetto, modulato su due valori, uno invernale (65 l/sec), prossimo ai valori di magra assoluta del corso d’acqua, e uno primaverile-estivo-autunnale (90 l/sec); entrambi i valori risultano leggermente superiori rispetto a quanto prescritto.


Le prescrizioni –
"Si tratta di raccomandazioni – si legge nella relazione –  in ordine alla corretta esecuzione dei lavori ed al successivo coordinamento tra APPA, Servizio Bacini montani e gestore dell’impianto idroelettrico, finalizzato a limitare il più possibile gli effetti legati al fenomeno di temporanea permeabilità dell’alveo conseguente alla realizzazione dei lavori, ritenendo inoltre necessario verificare gli effetti della derivazione sull’ecosistema attraverso il campionamento di benthos in punti significativi per un periodo di cinque anni successivi all’attivazione della derivazione idrica. Da un punto di vista ittiofaunistico, infine, la valutazione dei probabili impatti ha portato all’individuazione di alcune indicazioni operative da adottare durante l’esecuzione dei lavori in alveo finalizzate a contenerne gli effetti negativi.

In relazione alla caratterizzazione del fattore ambientale rumore e all’analisi dei potenziali impatti generati dall’impianto idroelettrico, considerata la presenza di ricettori sensibili nelle vicinanze del sito di ubicazione dell’edificio centrale, l’istruttoria ha evidenziato la necessità di porre particolare attenzione alle caratteristiche acustiche passive dell’edificio preferendo l’installazione di un generatore sincrono raffreddato ad acqua, e adottando specifiche soluzioni tecnologiche mirate a contenere le emissioni dell’impianto. L’APPA ritiene inoltre opportuna l’effettuazione di una campagna di misurazioni fonometriche da effettuarsi quando l’impianto sarà a regime.

La valutazione degli impatti sulla componente paesaggistica ha evidenziato alcune prescrizioni per migliorare l’inserimento delle opere oltre alla necessità di predisporre un piano dei ripristini, peraltro già indicato dallo SIA tra le mitigazioni degli impatti sulla componente vegetazionale e faunistica, finalizzato, oltre che al recupero funzionale degli aspetti naturalistici, anche al corretto inserimento paesaggistico delle opere.

In ordine, infine, alla gestione dei materiali derivanti dagli scavi, la relazione geologica allegata al progetto certifica, in coerenza con le previsioni di cui alla deliberazione di Giunta provinciale n. 1227 del 22 maggio 2009, l’origine naturale del materiale classificandolo come idoneo al riutilizzo in reinterri, riempimenti, rimodellazioni e rilevati, quantificando inoltre la volumetria di esubero in poco più di 9.000 m3. L’eventuale riutilizzo di tali materiali quali sottoprodotti per rinterri e riempimenti, dovrà quindi essere supportato dagli elaborati e dalla modulistica prescritti dalla citata deliberazione.

Dopo attento esame, alla luce delle questioni ambientali sopra esposte e degli elaborati progettuali, dei pareri dei servizi provinciali e delle Amministrazioni pubbliche coinvolte nell’istruttoria, il Comitato provinciale per l’ambiente ha espresso parere favorevole con prescrizioni nel verbale di deliberazione n. 11/2010 di data 21 luglio 2010, ritenendo il progetto definitivo denominato “Impianto idroelettrico ad acqua fluente sul torrente Lozen”, nei Comuni di Mezzano e di Canal San Bovo, proposto da PVB POWER S.p.A., globalmente compatibile". (Nella delibera le prescrizioni nel dettaglio)

Verbale di deliberazione del CPA n. 11/2010 di data 21 luglio 2010
Autorizzazione del Servizio Foreste e fauna n. 8317 di data 19 giugno 2009
Autorizzazione Commissione per la tutela paesaggistico-ambientale n. 122/2010 di data 25 maggio 2010
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