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Trento, muore padre Fabrizio Forti, frate Cappuccino. Vescovo Tisi: “Colonna della Chiesa dei poveri”

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È morto padre Fabrizio Forti, frate cappuccino, cappellano del carcere di Trento. Fondò la mensa dei cappuccini, che da oltre quindici anni offre i pasti ai poveri

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Trento – Nato a Gardolo di Trento il 20 ottobre 1949, padre Fabrizio Forti era stato a lungo al convento di Segonzano, prima di fare ritorno in quello di Trento.

Il dolore del Vescovo

“La scomparsa di padre Fabrizio Forti ci addolora molto. Con lui se ne va prematuramente una colonna di quella Chiesa capace di incarnare il Vangelo dei poveri e il volto misericordioso di Dio”. Così l’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi commenta la notizia della morte improvvisa del frate cappuccino trovato privo di vita nella sua stanza del convento di Trento, struttura dove Forti gestiva la mensa dei poveri.

Il religioso, che avrebbe compiuto 67 anni il prossimo 20 ottobre, era molto noto in Trentino anche per l’impegno di cappellano della casa circondariale di Lamar, a pochi passi dal sobborgo di Gardolo dove era nato nel 1949 e dove probabilmente si terranno i funerali.

“Padre Fabrizio – aggiunge monsignor Tisi – si è speso per restituire dignità alle persone, fossero piegate dall’indigenza o condannate al carcere. Ha narrato un Dio che non emette giudizi, ma si prende cura di chi fa più fatica. Dio lo ha chiamato durante il Giubileo della misericordia, quella che lui ha esercitato per tutta la vita con fede tenace. Prego – conclude l’Arcivescovo – perché le opere e le idee dell’amico Fabrizio possano continuare a portare frutto”.

Il Trentino è un po’ più solo

“La comunità trentina perde un pilastro, un esempio e un punto di riferimento. Un grande uomo, che ha dedicato la propria vita a dare ristoro e soccorso ai più deboli”. Così il presidente della Provincia, , commenta la scomparsa, avvenuta nella notte, di padre Fabrizio Forti, responsabile della mensa per i poveri dei Frati Cappuccini. “Ricorderemo padre Forti – aggiunge Rossi – come il simbolo di un Trentino umile, solidale, ma anche caparbio ed instancabile nell’impegno verso gli altri. La storia di quest’uomo rappresenta una fulgida testimonianza di vita cristiana, di fede e di generosità, un insegnamento per tutti noi che non dovremo mai dimenticare, aiutando e sostenendo coloro che proseguiranno nella sua opera”.

 

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