NordEst

Trento, Cacciavano con la balestra nei boschi del Vanoi: denunciati

Share Button
http://www.uffstampa.provincia.tn.it/csw/archivio.nsf/46FCFCC7FE06CEF3C12577F80046A609/$File/DSC_0779.jpgBracconieri nel Primiero Vanoi – Duro colpo al bracconaggio che si svolgeva da tempo nel Primiero-Vanoi. L’operazione congiunta dei forestali delle stazioni di Canal San Bovo e Caoria, di Pieve Tesino e dei custodi forestali comunali delle stazioni di Canal San Bovo, Caoria e Fiera di Primiero, coordinati dal Distretto forestale di Primiero e dai Carabinieri delle stazioni di Canal San Bovo e di Imèr.

E’ la prima volta, in Trentino, che si scopre un’azione di bracconaggio simile, con l’impiego di un’arma quale una balestra. "Da tempo – ha spiegato Luigi Gottardo, vice questore forestale aggiunto, responsabile del Distretto forestale del Primiero – due persone residenti nel Primiero erano sospettate di essere i responsabili di episodi di bracconaggio contro cervi e caprioli con l’uso di una potente balestra. Infatti erano stati rinvenuti animali feriti e poi morti per sfinimento dopo essere stati appunto colpiti da frecce di balestra. Episodi che avevano portato ad intensificare l’attività di vigilanza per poter identificare gli autori di tali episodi".

Il momento giusto per porre fine a tali azioni è arrivato domenica pomeriggio quando, durante uno di questi servizi di vigilanza, sono state osservate due persone in atteggiamento sospetto. I forestali hanno seguito le loro orme nella neve fino a quando, a conferma dei sospetti, sono stati ritrovati i resti di un capriolo, già scuoiato e con la testa mozzata.

Otto perquisizioni, anche nei "masi" –
E’ stata immediatamente organizzata una operazione congiunta tra Forestale e Carabinieri che è consistita nella perquisizione in contemporanea delle abitazioni dei due sospettati, un ventenne ed un quarantenne: la perquisizione ha avuto esito positivo ed ha consentito di ritrovare la balestra, un’arma impropria ma potentissima, tra l’altro munita di visore notturno (lo stesso animale rinvenuto era stato colpito la notte precedente), ed altre armi illecitamente detenute utilizzate sempre per fini di bracconaggio: coltelli, una carabina ad arma compressa, silenziatori, un machete, lacci per la caccia di frodo.

I due "cacciatori" – si tratta di persone residenti ma non iscritte ad alcuna sezione provinciale e non in possesso di porto d’armi – hanno ammesso, di fronte alle evidenze, le proprie responsabilità.  "Con la scoperta dei due bracconieri – conclude Gottardo – speriamo di aver risolto questo problema che ci preoccupava da tempo".
L’operazione, che ha permesso di colpire chi del tutto illecitamente interferiva con il regolare esercizio dell’attività venatoria, danneggiando tutto il mondo dei cacciatori trentini, viene positivamente valutata dai cacciatori locali, che hanno ringraziato forestali e carabinieri. Impossibile, allo stato attuale delle indagini, dire quanti sono stati i capi abbattuti dalle frecce dei due bracconieri, ma il sospetto dei forestali è che possano essere decine.

Forestali soddisfatti –
"Questa operazione – ha affermato il dirigente generale del Dipartimento Risorse forestali e montane, Romano Masè – è il risultato di un’operazione pianificata che come Corpo forestale stiamo cercando di mettere in campo per contrastare l’attività di bracconaggio. Una pianificazione delle azioni raccordata tra più territori e come è avvenuto in questo caso, con altri soggetti quali i custodi forestali, i guardiacaccia dell’Associazione cacciatori del Trentino e, ma non è una novità, con le altre forze dell’ordine quali polizia e carabinieri".

In tre finiscono nei guai –
Le persone denunciate sono di Transacqua e Mezzano: due fratelli e un amico, tutti operai della zona. In due sono andati a caccia, mentre il terzo – che dovrà rispondere in concorso – aveva già venduto il capriolo ucciso dai due amici ad una famiglia primierotta.

I cacciatori di frodo, sono accusati di: omessa denuncia di armi, bracconaggio, esercizio venatorio senza licenza e porto d’armi, abbattimento di specie protetta con concorso nel reato e uso di mezzi non consentiti. Il terzo dovrà rispondere in concorso per aver cvollaborato nella battuta di caccia.

Durante i controlli nelle varie abitazioni, dopo aver negato, i soggetti sono stati costretti ad ammettere l’evidenza. E’ stata ritrovata la balestra utilizzata per cacciare, ma anche la carne del capriolo appena ucciso, con una vera e propria Santa Barbara di pugnali e armi di vario genere per la caccia di frodo.

La conferenza stampa della Forestale in Provincia 

Luigi Gottardo, vice questore del Corpo forestale trentino

Romano Masè, dirigente generale del Dipartimento Risorse forestali e montane

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *