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Berlusconi in un’aula semivuota: “Mi scuso per l’incidente parlamentare” (DIRETTA)

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Adnkronos – La giunta per il regolamento della Camera ha deciso che il provvedimento sul rendiconto finanziario "non può andare avanti" perché la bocciatura dell’art.1 "preclude l’esame dei restanti articoli. Quindi l’iter parlamentare è da considerarsi concluso".

Dopo la decisione della Giunta, la battaglia si è spostata alla riunione dei capigruppo della Camera chiamata a dirimere il nodo legato alla bocciatura del rendiconto finanziario. Da una parte la maggioranza e il governo che chiedevano, per oggi in Aula, il voto di fiducia sull’esecutivo e sul premier; dall’altra l’opposizione che insisteva sulla richiesta di dimissioni del presidente del Consiglio e nella denuncia che, di fatto, dopo la decisione della giunta per il regolamento, il Parlamento è paralizzato.

La ‘contesa’ si è conclusa, dopo una riunione con il presidente della Camera Fini, con l’appuntamento per oggi alle 11 a Montecitorio quando Silvio Berlusconi riferirà sulla questione. Il premier, afferma il capogruppo Pdl Cicchitto, ‘con ogni probabilità chiederà il voto di fiducia’.

Non ci saranno Pd, Idv e Terzo Polo, insieme agli altri rappresentanti delle opposizioni. Secondo decisione comune usciranno dall’aula quando il presidente del Consiglio comincerà a parlare e diserteranno il dibattito successivo alle comunicazioni del premier. "I gruppi parlamentari di opposizione -si legge nel comunicato delle opposizioni- ritengono che questa situazione non sia più né decorosa, né tollerabile per l’Italia: il governo è incapace di dare risposte alle questioni economiche e istituzionali che sono aperte: dalla presentazione di provvedimenti urgenti per l’economia alla nomina del governatore della Banca d’Italia".

"La bocciatura del rendiconto dello Stato configura inoltre un’inedita situazione che nella storia della Repubblica si era risolta solo con le dimissioni dei presidenti del Consiglio. Di conseguenza, il voto di fiducia chiesto dal governo, non risolve i problemi costituzionali aperti ed è soltanto un inutile tentativo di prorogare uno stato imbarazzante di incertezza e paralisi". Comunque, "il rispetto per le istituzioni repubblicane e il Parlamento ci impone di votare la sfiducia al governo, rispondendo alla chiama di venerdì mattina".

Ieri in serata Umberto Bossi ha incontrato Berlusconi a palazzo Grazioli. Sulla decisione dell’opposizione, il Senatùr usa l’ironia di fronte ai giornalisti: "L’importante è che non vengano neppure a votare, così è risolto il problema’.

Fini ieri è salito al Colle per riferire al Presidente Napolitano: "I capigruppo mi hanno chiesto di riferire al capo dello Stato che ritengono impossibile dar corso alle comunicazioni del presidente del Consiglio".

Decisioni non gradite alla maggioranza che critica fortemente il presidente della Camera con la Lega che parla di ‘un vero e proprio schiaffo alla democrazia’ e attacca: ‘Se il presidente Gianfranco Fini, tra l’altro non invitato, intende davvero salire al Quirinale – continua l’esponente del Carroccio – allora lo dovrà fare soltanto per rassegnare le sue dimissioni da presidente della Camera dei deputati, visto il suo ruolo manifestamente politico e ormai da tempo non più super partes’.

Il Pdl dal canto suo contesta radicalmente il parere della Giunta che ha bloccato l’esame del Rendiconto generale dello Stato per la bocciatura dell’articolo 1. "Sono in corso una serie di contatti anche tra governo e Quirinale – spiega Cicchitto – per studiare un percorso tecnico" per dirimere il nodo. "Noi – aggiunge – contestiamo alla radice quanto sostenuto dalle opposizioni che vogliono cancellare il voto di fiducia, unico strumento per valutare il rapporto positivo tra governo e Parlamento, così si mettono in discussione i fondamenti istituzionali".

Insieme al ddl stabilità, approderà in Cdm anche un nuovo ddl sul rendiconto generale dello Stato 2010. A quanto si apprende, è la strada scelta dopo la decisione della giunta per il regolamento della Camera.

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