NordEst

Trento, Bilancio 2011: Metroland si fa strada

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La presentazione alla Commissione – E’ stata presentata dal presidente Dellai alla Commissione consiliare sul Bilancio la manovra economico-finanziaria per il 2011. Una manovra che impegna risorse per complessivi 4610 milioni di euro e che comporta, come ricordato dal presidente della Provincia autonoma di Trento, l’assunzione di grandi responsabilità per tutte le componenti economiche e sociali del Trentino.

Metroland si fa strada –
Per accrescere la competitività del sistema è necessario riqualificare la domanda pubblica, riorientare gli strumenti a sostegno delle imprese e modernizzare e rendere più efficiente il sistema pubblico. Per quanto riguarda l’uso della spesa pubblica come leva rispetto anche all’investimento privato, la manovra 2011 prevede in particolare di investire in ambiti quali l’edilizia sostenibile e il risparmio energetico (ad esempio con il piano straordinario di edilizia scolastica del secondo ciclo, la realizzazione del nuovo presidio sanitario San Giovanni di Mezzolombardo, il piano quinquennale per la riqualificazione energetica degli edifici provinciali). Previsto inoltre un impegno "robusto" sul versante Ict (tecnologie dell’informazione e comunicazione), dei servizi innovativi, del consolidamento del sistema della ricerca, degli interventi volti a migliorare l’accessibilità del Trentino, interna e esterna (ad esempio con il potenziamento della ferrovia del Brennero e con l’avvio di Metroland, nei tratti prioritari Rovereto-Arco, Val di Fiemme, San Martino-Passo Rolle, primo lotto della metropolitana di Trento).

Le parole di Dellai –
"Anche il Trentino è entrato in una fase nuova – ha detto il presidente Dellai in premessa alla presentazione delle principali misure contenute nella proposta di Bilancio – . Fino ad oggi la nostra Autonomia ha consentito di realizzare una sorta di compromesso fra una grande qualità sociale, della quale siamo tutti giustamente orgogliosi, e un basso tasso di crescita. Con l’espressione ‘qualità sociale’ facciamo riferimento ovviamente ad un’alta qualità dei servizi, ad una loro diffusione capillare sul territorio, ad una qualità del welfare che tutti ci invidiano.

Tutto ciò è stato reso possibile dalla particolare struttura della finanza pubblica provinciale, e pur in presenza di tassi di crescita inferiori alle grandi potenzialità del Trentino. Questo adesso non è più sostenibile. E’ cambiato, com’è noto, il quadro giuridico di riferimento, in particolare con l’Accordo di Milano. Oggi il nesso fra crescita e finanza pubblica è ancora più forte che in passato, essendo tutta la finanza pubblica dipendente dai nove decimi delle tasse e delle imposte riscosse sul territorio, ed essendo invece state rimosse altre voci di entrata non legate alla fiscalità trentina. L’altro elemento importante da tenere presente è che siamo anche noi ‘dentro’ alla globalizzazione, alla dinamica della competizione fra territori. Ne consegue necessariamente una nuova attenzione alla produzione di valore, insomma alla crescita nel suo complesso, ovviamente non solo in senso quantitativo.

"Come sempre nei periodi di cambiamento epocale – ha proseguito Dellai – bisogna decidere se accontentarsi di frenare il più possibile un lento declino, magari litigando attorno alla ripartizione delle risorse, o se cogliere l’opportunità per fare delle scommesse ambiziose sul lungo periodo. Questa seconda strada è quella scelta dalla Giunta provinciale. Gli impegni che ci assumiamo riguardano tutti, in primo luogo le istituzioni e la macchina amministrativa.

Le parole d’ordine non possono che essere, in sintesi: più efficienza, più innovazione, maggiore orientamento agli obiettivi di crescita, maggiore selettività sul versante degli investimenti anche da parte dell’amministrazione. Per quanto riguarda le imprese, sono chiamate a investire maggiormente in innovazione, a superare se necessario i limiti dimensionali che frenano la loro crescita, ad essere più presenti sui mercati esterni. Un’assunzione di responsabilità è richiesta anche alla società civile: per crescere di più è necessario lavorare di più – eventualmente prevedendo gli opportuni incentivi ed un maggiore riconoscimento del merito – e adeguare alle maggiori esigenze di efficienza e produttività i modelli organizzativi, in primo luogo nell’ambito dei servizi pubblici."

Le linee guida della manovra illustrata dal presidente Dellai sono le seguenti:
– aumentare e consolidare la competitività del sistema produttivo;
– promuovere un rafforzamento dei livelli di occupazione;
– tutelare il benessere della collettività e rafforzare la coesione sociale.

In sintesi:

Sul piano del sostegno alle imprese, tra le altre cose, saranno proseguiti gli interventi per il loro rafforzamento patrimoniale, sarà rivisto il sistema degli incentivi, saranno sostenute con ancora maggior forza le attività di ricerca e innovazione.

Per quanto concerne la modernizzazione del sistema pubblico, infine, l’intenzione è di porre mano alla riorganizzazione dell’apparato amministrativo e ad una ulteriore semplificazione delle procedure, anche attraverso un massiccio ricorso all’informatica.

Veniamo alle azioni per l’occupazione. Per rafforzare i livelli occupazionali la manovra 2011 prevede di sviluppare interventi di politica attiva del lavoro, di carattere temporaneo (al fine di riqualificare le competenze dei lavoratori espulsi e dei soggetti che entrano per la prima volta sul mercato del lavoro), di agevolare il passaggio dalla scuola al lavoro, di favorire l’occupazione femminile , di incentivare la creazione e lo sviluppo di forme associate di professionisti impegnati nella produzione di servizi ad elevata qualificazione.

Infine, la terza linea guida, quella relativa alle azioni per il benessere e la coesione sociale. Per tutelare il benessere della collettività trentina la Giunta ritiene sia prioritario attuare la delega sugli ammortizzatori sociali (coerentemente con i contenuti dell’Accordo di Milano), consolidare il reddito di garanzia, rafforzare le politiche per la casa e garantire eguali opportunità di accesso all’istruzione superiore e al mercato del lavoro. Vasto anche il capitolo riguardante il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica corrente, con il contenimento delle spese per il personale e delle spese discrezionali.

Dellai ha concluso la sua esposizione tornando sulla questione del "debito" della Provincia, che ha occupato le prime pagine dei giornali qualche giorno fa. "Ripeto quando già detto in Consiglio provinciale – ha ricordato il presidente Dellai – ossia che la somma totale delle cifre riferite alla Provincia e alle sue società è di 925 milioni di euro. Ricordo anche che siamo creditori rispetto allo Stato di 7,5 miliardi di euro. Basterebbe forse questo a rasserenare un po’ il dibattito ma è utile specificare che dei 925 milioni citati, 208 non sono tecnicamente ascrivibili al debito pubblico perché sono obbligazioni emesse da società pubbliche a fronte di una crescita del loro patrimonio.

Il resto, cioé 717 milioni, è a carico di Cassa del Trentino spa, che impiega la metà di questa cifra a nome e per conto dei Comuni visto che a questi ultimi costerebbe di più accedere al credito, non avendo il rating Aaa riconosciuto invece alla Provincia . In ogni caso – ha concluso Dellai dopo aver fatto notare che se il debito italiano incide sul Pil per il 118,5 per cento quello della Provincia é pari al 4,3 per cento del suo Prodotto interno lordo – vorrei evidenziare ancora una volta che queste sono operazioni fatte per sostenere gli investimenti e tutto ciò va considerato all’interno di un quadro dove i toni dominanti sono quelli che ritraggono l’impulso verso la crescita".

In breve:


Finanziaria, Uncem commenta novità – L’Uncem esprime soddisfazione per la modifica al testo del ddl di stabilita’ e bilancio 2011, ad opera della Commissione Bilancio, che permettera’ ai comuni fino a 30 mila abitanti di non sciogliere le societa’ a partecipazione totalmente pubblica nel caso in cui le societa’ gia’ costituite abbiano avuto negli ultimi tre esercizi il bilancio in utile. ‘L’Uncem – ha detto il presidente dell’Uncem Enrico Borghi – aveva stigmatizzato la precedente norma, che obbligava i Comuni fino a 30mila abitanti alla liquidazione di societa’ gia’ costituite o alla cessione delle partecipazioni, e che costituiva una ingiustificata limitazione a Comuni gia’ gravati dai tagli e da una scarsa base imponibile. Guardiamo pertanto con estremo favore a quanto recepito dal legislatore, che evita di penalizzare le societa’ virtuose e riconosce il ruolo del capitale pubblico, in determinati casi fondamentale per la garanzia di investimenti e servizi. Penso ad esempio al tema degli impianti di risalita, che insieme ad altre casistiche, dovra’ attentamente essere soppesato nel Dpcm che andra’ a regolare la materia e per il quale chiediamo una rapita convocazione da parte del Governo’. Si mettono cosi’ in sicurezza investimenti degli enti pubblici nei campi dell’energia rinnovabile, che hanno consentito in questi anni, agli enti locali, rilevanti utili impiegati a favore dei servizi a livello locale.

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