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Tragedia ad Arsiè: Adriano Faoro e Sabrina De Pellegrin ritrovati senza vita: stroncati dal monossido di carbonio

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Sono stati trovati morti domenica intorno a mezzogiorno nella casa in via di ristrutturazione di proprietà dell’uomo. Inutili i soccorsi

NordEst – Sono stati ritrovati senza vita, stroncati dalle esalazioni di monossido di carbonio. Sono morti così ad Arsiè, in provincia di Belluno, Adriano Faoro e Sabrina De Pellegrin, cinquantenni, nella loro casa in via di ristrutturazione, in via San Sebastiano ad Arsiè. All’origine della tragedia, il malfunzionamento di una stufa a gas.

A dare l’allarme gli amici alcuni amici della coppia si sono preoccupati nella mattinata di domenica poichè non avevano notizie da ore dei due. Secondo una prima ricostruzione Adriano Faoro e Sabrina De Pellegrin sono morti nella notte tra sabato e domenica mentre dormivano.  All’arrivo i soccorritori del Suem 118 hanno dovuto rompere il vetro di una porta, ma i tentativi di rianimare la coppia sono stati inutili.

Monossido, Ulss1 Dolomiti invita a fare attenzione

Il monossido di carbonio (CO) è un gas inodore, incolore e insapore, assorbito dall’uomo per via respiratoria, che viene prodotto a causa di una combustione incompleta, in carenza di ossigeno.

L’avvelenamento da monossido di carbonio è la causa di morte più diffusa tra gli avvelenamenti. Una volta respirato, il monossido si lega all’emoglobina, impedendo il normale afflusso di ossigeno agli organi e ai tessuti. Il primo organo che ne risente è il cervello. I primi sintomi che compaiono sono cefalea, nausea, vertigini. Quando l’intossicazione è più grave si arriva alla perdita di coscienza e successivamente al decesso. In caso di intossicazione acuta da CO, è necessaria la rapida somministrazione di ossigeno, eventualmente attraverso la camera iperbarica.

Ecco il decalogo dello SPISAL dell’ULSS Dolomiti per evitare la formazione di monossido di carboni:.

  1. Far installare l’apparecchio di nuovo acquisto da personale tecnico abilitato;

  2. Controllare regolarmente gli impianti di combustione, in particolare l’ integrità delle parti di espulsione dei fumi;

  3. Controllare l’efficienza del tiraggio;

  4. Sottoporre a regolare manutenzione l’impianto, secondo le indicazioni del costruttore, ma consigliabile almeno una volta all’anno;

  5. Controllare che il tubo di espulsione fumi non sia ostruito da materiale estraneo, e che sia stato regolarmente pulito;

  6. Controllare la tipologia di combustibile: nel caso di utilizzo di legna, questa deve essere secca e non contaminata da vernici, olii o altri componenti estranei;

  7. Non fare uso di bracieri per il riscaldamento di ambienti chiusi;

  8. Non installare apparecchi di combustione nel bagno e nelle stanze da letto;

  9. Controllare che il locale abbia aperture in grado di garantire un apporto di aria dall’esterno, ricavando le apposite prese di ventilazione;

  10. Dotare il locale di rilevatore di monossido di carbonio che avverte, con allarme sonoro, del superamento di soglie pericolose per la salute; trattasi di dispositivi facilmente reperibili sul mercato a costi contenuti.

 

In breve

Omicidio a Vittorio Veneto, la confessione dell’assassino: “Li ho visti e ho perso la testa”.  In seguito ad un vero e proprio raptus di gelosia ha afferrato un coltello e ha accoltellato alla gola, uccidendolo, un pensionato 72enne di Colle Umberto, Luciano Dall’Ava. L’autore del delitto è un 44enne di Conegliano, Giovanni Maria Cuccato, arrestato dai carabinieri per omicidio volontario aggravato. Il delitto è avvenuto nella tarda serata di sabato, poco dopo le 22, nella frazione vittoriese di San Giacomo di Veglia, in piazza Fiume. Cuccato aveva sorpreso Dall’Ava in compagnia di una donna, Joy, nigeriana di 39 anni, amica di entrambi gli uomini che tra loro invece non si conoscevano: i due si trovavano a bordo del pick up dell’anziano. Sembra che la donna avesse in precedenza rifiutato l’invito a vedersi del 44enne

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