L'Azienda Sanitaria Trentina tranquillizza i genitori e gli alunni che frequentano l'istituto interessato. Non ci sarebebro rischi di contagio, anche se la notizia – coem avviene sempre in questi casi – ha creato molta apprensione in città.
Il primo caso avrebbe interessato una ragazza ricoverata alla fine dello scorso anno alla quale era stata diagnosticata la tubercolosi. Nelle settimane successive i compagni di classe sono stati invitati a fare il test e ora, dai risultati emersi, è risultato che 10 su 15 hanno contratto il bacillo di Koch.
Questo non significa però che sono malati, anche perché la malattia si sviluppa in una persona su dieci e magari a distanza di anni. Dovranno però sottoporsi a test antibiotici e radiografie polmonari per verificare se ci fosse stato qualche contagio e per procedere, se del caso, alla profilassi antibiotica.
Incontro genitori e specialisti – Al fine di informare correttamente i genitori dei dieci ragazzi sulla vicenda sanitaria e sui conseguenti provvedimenti profilattici che saranno necessari, l'APSS ha organizzato per mercoledì, 25 febbraio, un incontro con gli specialisti di igiene pubblica e di pneumologia.
La situazione trentina – Il Trentino rimane un'area a bassa endemia per malattia tubercolare, con un numero di casi sovrapponibile a quello delle altre regioni del nord Italia. L'andamento nel tempo permette di rilevare una diminuzione dell'incidenza della tubercolosi polmonare, a partire dal 1996, con una stabilizzazione negli ultimi 6 anni.
La malattia clinica, evitabile con la somministrazione dell'adeguata profilassi antibiotica, continua a mantenere in Trentino un numero di nuovi casi pari a 5-6 unità ogni 100.000 abitanti per anno.
L'APSS svolge sempre un attento monitoraggio dei nuovi casi, fornendo sia l'adeguata profilassi nei soggetti che hanno avuto contatti con i casi clinici (quindi positivi a i test tubercolinici) sia l'adeguata assistenza nei casi clinici conclamati.