NordEst

Stava e Kolontar, unite nel dolore di una tragedia

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Stava e Kolontar, due piccoli paesi, divisi da migliaia di chilometri, tra Italia e Ungheria, e uniti nel dramma di una tragedia che, nonostante i precedenti, ritorna con dolorosa periodicità: il crollo di bacini e la devastazione del territorio circostante. E’ stato l’abbraccio tra la delegazione ungherese e la gente di Fiemme il tema del 26° anniversario della tragedia di Stava.

L’orologio della chiesa di Tesero segnava una manciata di muniti dopo mezzogiorno quando, il 19 luglio 1985, il muro di fango cancellò la val di Stava per scaricarsi nella gola che porta verso l’Avisio. “La memoria dei nostri morti e di quella tragedia non è mai venuta meno – ha spiegato Graziano Lucchi, presidente della Fondazione Stava 1985 Onlus – e oggi vogliamo ricordare quei drammatici momenti con la gente che ha vissuto un dramma simile, gli abitanti di Kolontar, in Ungheria”.

IL 4 agosto 2010, oltre un milione di metri cubi di fango sporco del materiale di decantazione di altri bacini industriali percorre quasi 40 chilometri, facendo 10 morti e 300 feriti. A Stava oggi c’era anche la delegazione di Longarone, altra località alpina colpita da catastrofi provocate dall’incuria dell’uomo. L’assessore provinciale Mauro Gilmozzi ha voluto testimoniare con la sua presenza l’impegno della Provincia: “Simili tragedie ci devono trovare pronti a sostenere la popolazione che non dovrà masi sentirsi sola, ma soprattutto devono rafforzare in noi la determinazione per trasformare in legge tutti quegli interventi che sono necessari al rispetto dell’ambiente e ad evitare il ripetersi di tragedie”.

 
 
Una delegazione dall’Ungheria, in rappresentanza delle popolazioni colpite dal disastro di Kolontár, ha partecipato il 19 luglio 2011 alle cerimonie per l’anniversario della catastrofe della Val di Stava. Per l’anniversario di Stava è arrivata in val di Fiemme, una delegazione guidata dal sindaco di Kolontar Károly Tili e il vicesindaco di Devecser László Kovács, assieme al deputato al Parlamento Ungherese József Ékes. L’Ungheria ha così ricambiato la visita che il presidente della “Fondazione Stava 1985 Onlus”, Graziano Lucchi, ha compiuto nello scorso mese di aprile nei luoghi teatro della catastrofe di Kolontár: “Con la nostra presenza intendiamo sottolineare la vicinanza fra la popolazione di Kolontár e Devecser e i superstiti della Val di Stava, colpiti da identica sciagura”, ha ribadito il parlamentare József Ékes.
 
La cerimonia per l’anniversario si è tenuta presso il Centro di documentazione sulla catastrofe di Stava ed ha visto l’incontro ufficiale aperto al pubblico della delegazione ungherese con la giunta comunale di Tesero e la Fondazione Stava 1985 Onlus.
 
La cerimonia.
“Quello di Kolontár – ha sottolineato il sindaco della cittadina ungherese, Karoli Tili, nel corso della cerimonia che si è volta presso la sede della Fondazione Stava 1985 – è l’ultimo di una lunga serie di incidenti rilevanti in bacini di decantazione. Ad oggi si contano ben 88 incidenti in tutti i continenti del mondo. Di questi, ben 46 incidenti sono avvenuti dopo Stava. “Il ripetersi di incidenti rilevanti in bacini di decantazione – sottolinea la Fondazione Stava 1985 Onlus – testimonia dell’incuria con la quale simili opere vengono costruite, gestite e deve spingere a riflettere seriamente sul costo della prevenzione in relazione al costo del risarcimento, del ripristino e della ricostruzione”.
L’assessore Mauro Gilmozzi ha portato il saluto e la vicinanza della Provincia autonoma di Trento, ricordando l’impegno dell’amministrazione provinciale a favore della popolazione locale e delle istituzioni della val di Fiemme: “La Provincia non vi ha mai lasciati soli e, soprattutto, da Stava ha iniziato a fare dell’ambiente e della sua salvaguardia un impegno quotidiano che si è concretizzato in specifiche leggi e interventi che hanno l’obiettivo di scongiurare il ripetersi di tragedia tanto dolorose”.
Il programma della giornata ha visto la celebrazione della messa presso la chiesa parrocchiale di Tesero, la deposizione del mazzo di fiori al monumento dono delle Popolazioni del Vajont.
 
Due storie, stesso destino.
Nel 1985, ben 268 morti, una ventina di feriti, ingenti distruzioni e gravi danni ambientali morirono a causa di un disastro annunciato. Era quasi mezzogiorno e mezzo del 19 luglio 1985, quando una colata di fango di circa 180 mila metri cubi – provocata dal crollo dei bacini di decantazione dei fanghi residuati della lavorazione della fluorite annessi all’impianto di Prestavèl – travolse la Val di Stava, laterale della Val di Fiemme, in Trentino. La colata di fango percorso in una manciata di secondi distanza di oltre 4 chilometri e provocò un danno di oltre 130 milioni di Euro.
A Kolontar, la storia si è ripetuta. La conta del dolore riporta 10 morti, 300 feriti, ingenti distruzioni e gravissimi danni ambientali. Era quasi mezzogiorno e mezzo del 4 ottobre 2010 quando la colata di fango di oltre un milione di metri cubi – a seguito del crollo parziale di uno dei bacini di decantazione dei fanghi residuati della lavorazione della bauxite dell’impianto di Ajka nella provincia di Veszprém nell’Ovest dell’Ungheria- ha travolto i villaggi di Kolontár e Devecser. L’onda di fango altamente tossico e corrosivo ha percorso una distanza di quasi 40 chilometri con un fronte di 300 metri ed ha provocato un danno stimato di quasi 40 milioni di Euro.
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