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Speedline, revocata la decisione di chiusura: salvi 800 posti di lavoro, soddisfazione anche dai Vescovi del NordEst

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Sindacati, è l’esito del confronto presso il Mise

NordEst – E’ stata ritirata la decisione della multinazionale svizzera Ronal di chiudere lo stabilimento Speedline di Santa Maria di Sala (Venezia). Lo ha comunicato l’amministratore delegato del gruppo, venerdì pomeriggio, al termine dell’incontro in videoconferenza convocato dal Mise per la vertenza.

Lo dichiarano in una nota congiunta gli esponenti della Fiom e della Cgil nazionali e veneziana. Speedline, produttrice di cerchioni in lega per auto sportive e di lusso, impiega oltre 600 lavoratori, che salgono a 800 tra diretti, somministrati e nell’indotto.

Il messaggio del Patriarca di Venezia

Il Patriarca di Venezia e Presidente della Conferenza Episcopale Triveneto Francesco Moraglia esprime viva soddisfazione per la decisione – da parte della proprietà Rolan – di mantenere in attività lo stabilimento Speedline di S. Maria di Sala (Venezia), azienda che ha segnato la storia del nostro territorio e che rappresenta, insieme alle attività industriali di Porto Marghera, una delle realtà più significative dell’industria veneziana. Si riapre così la prospettiva per la Speedline di continuare ad essere un polo di eccellenza e sviluppo per l’intero nostro territorio.

La decisione della proprietà inaugura una fase ulteriore della vertenza e costituisce un significativo passo in avanti; vengono così riconosciute le buone ragioni espresse nella giornata di sensibilizzazione del 19 dicembre u.s. a S. Maria di Sala e l’alta professionalità di operai, tecnici, impiegati e dirigenti – almeno 800 tra lavoratori diretti ed indotto – che, insieme alle loro famiglie, possono guardare con maggiore fiducia e serenità al futuro.

La soddisfazione del Patriarca e dei Vescovi delle Diocesi interessate – che avevano partecipato, poco prima di Natale, alla giornata a favore dei lavoratori della Speedline – si associa, quindi, al compiacimento di tutte le realtà del nostro territorio (istituzioni, enti locali, organizzazioni economiche e sindacali, associazioni, comunità ecclesiali ecc.) che hanno saputo esprimere, in tale circostanza, una risposta forte e congiunta dinanzi ad una situazione di crisi e ad una scelta strategica di politica industriale che coinvolge il nostro territorio in un tempo difficile per l’economia nazionale ed europea.

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