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Romano Prodi a Trento ricordando il fratello Paolo: “Ateneo e Piano urbanistico contribuirono a riscattare il Trentino dalla povertà”

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Visita di Romano Prodi a Trento per ricordare, su iniziativa della Fondazione Kessler, il fratello Paolo, già rettore dell’Università, ad un anno dalla scomparsa

Trento – Sarà dedicata a Paolo Prodi sarà intitolato l’edificio che ospita il Dipartimento di lettere e filosofia”. Lo ha annunciato il rettore dell’Università di Trento, Paolo Collini, in occasione della giornata dedicata alla memoria di Paolo Prodi. La decisione è stata presa del Senato accademico.

Il governatore Ugo Rossi ha lodato l’iniziativa di onorare la memoria di una persona “di straordinaria importanza per il popolo del nostro territorio. Una figura che ha contribuito a rendere stabile il riscatto di questa terra”. “Ricorrono – ha detto il presidente Rossi – i 50 anni dall’approvazione del Piano Urbanistico Provinciale, momento di svolta per lo sviluppo del Trentino che abbiamo celebrato con una serie di incontri sul territorio terminati, non a caso in un’ottica di relazione con i territori a noi vicini, anche con l’intervento del presidente altoatesino Kompatscher.

Prima del Pup anche il nostro territorio era caratterizzato dalle ristrettezze. Oggi rinnoviamo l’impegno a non sprecare quello che, anche con l’apporto dell’Università e dei centri di ricerca che sono nati, è stato fatto in questi anni, e ad interpretare, con lo stesso coraggio mostrato allora da personalità come  Bruno Kessler, le sfide che abbiamo davanti. Dobbiamo essere consapevoli inoltre che se, alla nascita dell’Ateneo, si trattava di portare il mondo in Trentino, oggi, grazie alla tecnologia, possiamo essere noi nel mondo. Oggi la sfida è quindi valorizzare il capitale umano, creare qui occasioni per i giovani, ma con la capacità di proiettarsi nel mondo”.

Il Trentino, è stato sottolineato ancora dal presidente Rossi, deve essere riconoscente a Paolo Prodi, i cui “luoghi e valori dell’anima” sono proprio l’Università, la nostra terra tra le montagne al confine tra due culture, l’autonomia giustificata dalla storia e come strumento di dialogo, l’Europa, intesa come occasione di apertura, fatta di minoranze e diversità, non omologata, in cui diritti e doveri camminano assieme e in cui si cercano le risposte ai bisogni non attendendo l’intervento di altri ma rimboccandosi le maniche nei territori che la compongono: “E’ questa la grande eredità di Paolo Prodi”.

Romano Prodi, nell’incontro con la stampa che ha preceduto gli approfondimenti, ha ricordato anche la figura di Bruno Kessler: “Uomo che aveva caro il concetto di Autonomia costruttiva, fondata sulla costante collaborazione con lo Stato”. L’appuntamento odierno, ha aggiunto Romano Prodi, rappresenta anche l’occasione per ricordare un percorso importante e non scontato che ha trasformato il Trentino, valorizzando anche la proiezione delle sue istituzioni formative verso il mondo tedesco.

“Oggi – ha ricordato il presidente di Fbk Francesco Profumo – conferiamo per la prima volta il premio intitolato a Paolo Prodi, con l’idea di ricordare la storia ma di proiettarci nel futuro”.
“Paolo Prodi – ha evidenziato il rettore Paolo Collini – con le sue idee, ancora estremamente attuali, ha anticipato la storia che si sarebbe realizzata.

La sua visione è alla base di quello che siamo oggi”.
La giornata in ricordo di Paolo Prodi, come ha spiegato il presidente di Fbk Francesco Profumo, intende riannodare i fili della vita di un uomo che ha segnato la storia del Trentino, approfondendone la figura di intellettuale e di persona, anche attraverso i ricordi di importanti relatori.

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