NordEst

Roma, scende dalla Cupola di San Pietro dopo 30 ore di protesta

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Per quasi 30 ore è stato sulla vetta del tempio della cristianità: ha dormito sulla cupola di San Pietro, ha osservato 40mila persone in piazza per l’Udienza del Pontefice e ha parlato con i ministri al telefono.

Ha desistito solo dopo 28 ore, Marcello Di Finizio, l’imprenditore che si è arrampicato sulla Cupola di San Pietro a Roma, riuscendo a portare in piazza anche altri suoi colleghi del settore balneare e sindacati: tutti con lui contro una direttiva europea che impone di mettere all’asta le concessioni in riva al mare entro il 2015. "Non sono un pazzo suicida sono solo disperato.

Scenderò solo se il governo si impegna a convocare subito un tavolo con i rappresentanti dei balneari. Questa storia deve finire, l’Italia deve ripartire", aveva detto Di Finizio al telefono, che ieri sera ha sentito al cellulare anche i ministri al Turismo e alle Politiche Europee, Piero Gnudi e Enzo Moavero Milanesi.

I due si erano detti anche disponibili a incontrare l’imprenditore una volta sceso dalla Basilica. Una condizione sulla quale Di Finizio ha riflettuto per ore, prima di decidere di rientrare e porre fine alla protesta in serata, intorno alle 20.30. La gendarmeria, dopo averlo assistito, potrebbe ora valutare di consegnarlo alle autorità italiane nelle prossime ore.

 
I balneari di Viareggio sono solidali con Marcello Di Finzio: appena hanno appreso la notizia che l’uomo sosteneva la loro stessa battaglia, una decina di balneari della Versilia sono partiti per Roma e ora sono proprio sotto la cupola per dimostrare la loro una solidarietà. "Siamo qui sotto per far sentire che non è solo – dice Emiliano Favilla del Comitato viareggino ‘no alle aste’ – ma sono arrivati anche rappresentanti dalle Marche, dallo stesso Lazio, siamo una sessantina di persone che vogliamo trovare tutti una soluzione alle nostre vicende.

Certo, Di Finzio purtroppo ha avuto il ristorante che è andato distrutto per un incendio su un terreno demaniale e la sua situazione è diversa dalla nostra in quanto si trova senza l’impresa materiale, però come noi vive l’incertezza del futuro, senza che le banche gli diano un mutuo per poter riprendere la sua attività e con il rischio delle aste, insomma il suo gesto disperato deve far riflettere, noi non siamo qui certo per istigarlo, ma sicuramente – afferma Favilla – per fargli sentire che non è solo in attesa che venga ricevuto da qualche ministro come ha richiesto in queste ore di trattative".

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