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Rincari energia e materie prime: chiuse tredici stalle in Trentino

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La Provincia vicina al mondo del latte trentino. Il presidente: pronti a nuovi interventi

Trento – Sono già 13 le stalle del Trentino che hanno chiuso i battenti a causa della crisi. Il dato è emerso nel corso delll’assemblea dei soci di Latte Trento, tenutasi nella sala congressi della Federazione provinciale allevatori di Trento.

A quanto evidenziato dal direttore Sergio Paoli, le cause sono da ascrivere all’aumento considerevole dei costi dell’energia e delle materie prime e allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina.

“La situazione così come è ora è insostenibile – ha affermato Paoli – l’escalation della guerra e i costi delle materie prime stanno mettendo in ginocchio i conti della cooperativa. Tredici stalle hanno già chiuso”.

Secondo il presidente, Renato Costa, “visti i costi, andrebbe chiuso subito il latte fresco e il latte uht perché antieconomico, ma così verrebbe meno un servizio essenziale. Abbiamo assoluto bisogno, entro poco tempo, di una manovra consistente per sostenere il settore nel rispetto delle normative straordinarie previste da Bruxelles”, ha concluso Paoli.

L’appello è stato accolto dal presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, che ha promesso ulteriori risorse. Per quanto riguarda il bilancio economico del consorzio Latte Trento relativo al 2021, si registrano dati record, con il rendimento medio del latte che ha raggiunto il valore di 0,565 euro al litro. Risultano in crescita anche i ricavi, a quota 51 milioni di euro contro i 50 miliomi dell’anno precedente, che, sommati al fatturato della partecipata Trevilatte, porta il valore aggregato a oltre 53 milioni di euro. Sul fronte della sostenibilità, Latte Trento sta lavorando – a quanto precisato da Paoli – alla realizzazione di nuove “filiere eco compatibili, con riduzione drastica dell’impatto ambientale e attenzione al benessere animale”.

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